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 2013  ottobre 11 Venerdì calendario

E LA PICCOLA FLOTTA AEREA DI SARMI DIVENTERÀ LA COMPAGNIA LOW COST


ROMA — Più che un cavaliere bianco, un cavaliere gialloblù. A un passo dal baratro, mentre l’Enac si preparava a ritirare la licenza e a bloccare a terra gli aerei, per Alitalia è arrivata la boccata d’ossigeno che consentirà la sopravvivenza. Almeno per qualche mese. Dal cilindro di Palazzo Chigi sono spuntati i 75 milioni di Poste Spa e i 7 aerei della Mistral, la mini-compagnia del gruppo pubblico guidato da Massimo Sarmi, che potrebbe in prospettiva diventare il vettore low cost di Alitalia.
Poste non sarà naturalmente il partner industriale principale, quello che dovrà riportare in alta quota la compagnia di bandiera: per questo bisognerà continuare a puntare su Air France o su eventuali vettori alternativi, però il dossier arrivato nelle ultime ore sul tavolo del premier, Enrico Letta, non ha solo una valenza finanziaria. Soprattutto dal punto di vista delle Poste. «Non investiamo soldi senza un ritorno in termini industriali o commerciali », ha spiegato Sarmi a Letta dopo la convocazione di mercoledì sera a palazzo Chigi, una riunione svoltasi in un clima da tregenda con addirittura voci incontrollate che arrivavano dagli Usa secondo le quali Delta non vendeva già più biglietti Alitalia. Ma per l’amministratore delegato non c’è stato bisogno di riflettere più di tanto sulle possibili sinergie con Alitalia: le Poste hanno già da qualche anno una piccola compagnia aerea, la Mistral appunto, che di notte trasporta in Italia lettere e pacchi e di giorno si trasforma in una compagnia charter.
Una vera propria mutazione quotidiana, con il montaggio dei seggiolini per i passeggeri dove, poche ora prima, erano ammassati carta e scatoloni. Si tratta di sei Boeing 737 e di un Atr 42, mentre è allo studio l’acquisto di un altro Atr 42: Sarmi, ragionando con i suoi più stretti collaboratori, ha pensato che diventare azionista di peso in Alitalia avrebbe consentito di implementare questa attività di posta aerea. E non solo a livello nazionale, visto che le Poste stanno puntando molto, da qualche anno, sulla spedizione internazionale di pacchi e sul commercio elettronico, cercando così di compensare il declino della posta tradizionale. La sinergia con un unico vettore aereo internazionale, piuttosto che procedere random con varie compagnie in base ai diversi Paesi di destinazione, rappresenta per Sarmi un salto di qualità: «Senza contare è il ragionamento del manager, riferito da chi in queste ore ha collaborato con lui per la messa a punto dell’accordo che Mistral in prospettiva potrebbe diventare la compagnia low cost di Alitalia. Penso a tutti quei voli che facciamo nella notte per portare la posta nelle città italiane, in particolare verso le isole: quegli aerei, la mattina, potrebbero ripercorrere all’inverso la stessa tratta come voli low cost ».
Posta aerea, commercio elettronico e compagnia low cost: queste, dunque, le sinergie che hanno convinto Sarmi a scendere in campo nel salvataggio Alitalia, per di più con un esborso economico (i 75 milioni di euro) che non pesa più di tanto sul bilancio dell’azienda. «Abbiamo comunque proporzionato il nostro intervento a queste sinergie», ripeteva ieri sera Sarmi ai suoi collaboratori.
Ma naturalmente le priorità dell’intera operazione sono altre e, su tutte, la necessità di salvare Alitalia. Di questo Sarmi è consapevole e non si sottrae anche ad un ruolo propositivo, considerando che rispetto ad altre aziende italiane Poste Spa può comunque vantare le risorse umane e le esperienze maturate con l’attività di questi anni nel settore cargo e in quello dei tour operator. Un modo per ribadire che Poste Spa non si limita ad un intervento solamente finanziario, tant’è che Sarmi nei colloqui con Letta ha convenuto con il premier sulla necessità di un immediato segnale di discontinuità nella governance. I prossimi mesi ci diranno se tutto questo sarà bastato all’ennesimo salvataggio di Alitalia.