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 2013  ottobre 11 Venerdì calendario

NOTIZIE SULL’ITALIA PER UN CLIENTE AFRICANO


Sono, con la mia famiglia, titolare di una azienda di 63 anni che esporta linee di imbottigliamento nel mondo. Per la prima volta in 63 anni abbiamo ricevuto da un cliente africano un messaggio come questo: «Ho sentito oggi alla tv che il governo italiano è sull’orlo del collasso. Come potremo fare affari se le vostre banche saranno colpite e che ne sarà dei pagamenti? Mohammed Ali Turabali». Ecco come abbiamo risposto: «Non si preoccupi per l’Italia: siamo più forti del nostro governo. Vada pure avanti e faccia l’ordine. L’Italia funziona meglio senza governo». Qualche risposta dal cliente?. «Sono davvero confuso e frustrato. Vi prego di farmi sapere come procedere con queste transazioni commerciali». Il mio sogno da imprenditore sarebbe recapitare a Silvio Berlusconi queste mail per sentire che cosa si sente di rispondermi.
Filippo Bardi

Caro Bardi,
Posso capire la vostra linea di difesa. Alle prese con un cliente africano fortemente impressionato dai titoli catastrofici di una gazzetta locale, vi siete appellati a una vecchia tesi consolatoria secondo cui gli italiani sarebbero laboriosi, intelligenti e inventivi, mentre i loro governanti sarebbero molto spesso mediocri e inefficienti, se non addirittura irrimediabilmente corrotti. Temo che questa tesi sia molto discutibile.
Gli evasori fiscali, le corporazioni che si sdraiano sui binari per fermare i treni delle riforme modernizzatrici, i No Tav della Val di Susa e i magistrati per cui le battaglia ambientaliste sono sempre più importanti di quelle per l’occupazione, non sono meno italiani dei loro deputati e senatori. Non le chiedo di scrivere al suo cliente africano che la nostra crisi è un fenomeno passeggero e che ne usciremo nel giro di qualche mese. Sarebbe una pietosa bugia e lei sarebbe rapidamente smentito. Le suggerisco tuttavia di dargli qualche informazione di cui è probabilmente privo.
In primo luogo, lei potrebbe ricordargli che fra i Paesi maggiormente colpiti dalla recessione l’Italia è il solo che non abbia chiesto e ricevuto aiuti e finanziamenti. Abbiamo un pesante debito pubblico, ma siamo ancora, all’interno dell’Unione europea, un pagatore netto, vale a dire un Paese che versa nelle casse di Bruxelles più denaro di quanto ne riceva. In secondo luogo, il nostro disavanzo, grazie al contestato aumento dell’Iva e ad altre misure, non supererà il 3% del Pil (prodotto interno lordo): un punto a nostro vantaggio di cui non possono vantarsi per il momento né la Francia, né la Gran Bretagna e la Spagna.
In terzo luogo, caro Bardi, può ricordare al suo cliente che le esportazioni italiane nel luglio di quest’anno hanno superato i 38 miliardi di euro con un aumento di circa 5 miliardi rispetto a quelle del giugno. Leggerei volentieri la risposta del suo corrispondente africano .