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 2013  ottobre 09 Mercoledì calendario

ALITALIA, ARRIVANO 300 MILIONI


Aumento di capitale da 300 milioni, coperto per la metà da Fintecna, convinta in extremis e direttamente dal premier Enrico Letta (che ha preso in mano la situazione in prima persona giudicando Alitalia un asset strategico per il Paese), e per gli altri 150 milioni dai soci attuali, con Intesa Sanpaolo e Unicredit pronte a costituire il consorzio di garanzia per coprire l’inoptato. È questa la soluzione sul tavolo dal governo per tenere in piedi l’Alitalia, al termine di una giornata convulsa andata avanti fino alla tardissima serata di ieri con un nuovo vertice a Palazzo Chigi, dove sarebbe tornato anche l’ad di Fs Mauro Moretti insieme al premier, ai ministri interessati, ai vertici della compagnia e ai due banchieri Federico Ghizzoni per Unicredit e Gaetano Miccichè per Intesa, mentre si moltiplicavano le voci su una società ormai prossima al default e nemmeno più in grado di fare il pieno ai propri aerei. Che il governo non potesse più rinviare la scelta di un soggetto pubblico pronto a prendersi in carico l’Alitalia, convincendo banche e soci a spendersi ancora una volta per la causa, si era capito già in mattinata, quando Letta aveva incontrato i ministri del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ma senza i vertici della compagnia, ai quali era stato detto di pazientare ancora un poco. Scartata l’ipotesi Fondo Strategico per i vincoli del suo statuto ed esclusa l’ipotesi di un ingresso diretto della Cdp per ragioni analoghe, il governo ha puntalo sull’opzione Fintecna, comunque controllata dalla Cassa. Quanto ad Air France, Letta ha preso cappello quando ha saputo che i francesi sarebbero stati disponibili a comprare solo da una procedura straordinaria (a zero euro praticamente) e a condizione che Adr diventasse un aeroporto di transito per accentrare tutto su Parigi.
Ieri Alitalia aveva in programma un nuovo cda, e la tentazione di rinviarlo, quando si era capito che il governo non aveva ancora trovato la quadra, è stata forte. Ma poi si è preferito riunire comunque i consiglieri per dare all’esterno un messaggio di ottimismo e comunicare l’imminenza di una soluzione. «Il governo sta completando l’analisi della situazione per definire gli idonei interventi, per i quali è stato chiesto un ulteriore breve lasso di tempo» ha detto ai suoi il presidente, Roberto Colaninno. Il cda è stato aggiornato alle 17 di domani. Tre ore di riunione del board sono servite all’Alitalia anche per contare le possibili adesioni all’aumento di capitale, con i rappresentanti dell’azionista Air France-Klm (25%) collegati da Parigi. «Vista la disponibilità manifestata dai soci e dal sistema bancario», ha comunicato la compagnia al termine del board, «il cda è confidente che la situazione finanziaria possa essere presto riequilibrata». Una conferma è arrivata direttamente da alcuni soci. «Pensiamo che buona parte degli azionisti faranno la loro parte in presenza di un segnale importante del governo», ha detto Cosimo Carbonelli D’Angelo, che con G&C Holding detiene il 3,1% di Alitalia. «Ci auguriamo che la questione si risolva in breve tempo con il governo che fa la sua parte e gli azionisti che fanno la loro». Sulla stessa linea anche un altro dei soci italiani, Antonio Orsero di Gfmc (1,8%). «Pensiamo che buona parte degli azionisti parteciperà alla ricapitalizzazione, in presenza di un segnale importante dal governo», ha detto. «Ciò che conta è che la compagnia rimanga il più possibile italiana perché è importante per tutti». Intanto, secondo alcune indiscrezioni, nel consiglio dei ministri previsto per oggi il governo potrebbe decidere di attribuirsi poteri speciali in settori chiave, compreso quello dei trasporti.