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 2013  ottobre 09 Mercoledì calendario

DALLA TESTATA DI ZIDANE AI FETI DI DAMIEN HIRST L’ARTE DIVIDE IL QATAR


E CHI sarà mai questo Zidane? Qualcuno se lo sta chiedendo in Qatar. E cosa ha fatto per meritare tanta attenzione nell’emirato che sarà sede della ricchissima — e contestatissima — edizione 2022 dei mondiali di calcio? Se stiamo al pallone Zinedine “Zizou” Zidane ne ha fatte di cose memorabili. Ma il dibattito e le polemiche nella capitale Doha sono tutte sull’arte. Perché la capocciata al “nostro” Materazzi nella notte magica di Berlino, è diventata una statua, cinque metri in bronzo, che la famiglia reale ha comprato e piazzato sul lungomare della città. Seminando proteste e rabbia tra gli islamici radicali, che chiedono una “fatwa” contro quel simbolo di idolatria. E proprio nelle stesse ore in cui il celebre e controverso artista britannico, Damien Hirst, svelava sempre lì, a Doha, la sua ultima opera: 14 sculture per rappresentare il “viaggio miracoloso” dell’essere umano dal concepimento alla nascita. L’opera più provocatoria mai vista in Medio Oriente, voluta e commissionata da una monarchia che guida una società ultraconservatrice, ma ha sempre più voglia di assomigliare all’Occidente.
Il “colpo di testa” è opera di un artista algerino. Per la prima volta fu esposta al Beaubourg di Parigi. La Qatar Museums Authority (Qma) ne ha annunciato l’acquisto come parte del suo programma di “arte pubblica”. Una settimana fa è stata posizionata sulla baia di Doha. E subito sono arrivate le polemiche. Le immagini di creature viventi, uomini e anima-li, sono considerate un’offesa alla religione nell’interpretazione più oltranzista dell’Islam, scrive Doha News, che riporta alcuni tweet di cittadini furibondi: «Chi è questo Zidane per essere onorato con una statua»? E «cosa ha fatto per il Qatar»? «Si può concedere tale onore a scapito delle nostre credenze religiose»? Ma non è un dibattito solo per chierici oscurantisti. C’è chi più che condannare «il dilagare dell’idolatria», si chiede se sia il caso di celebrare un «gesto antisportivo». La Qma aveva spiegato che il senso dell’opera è «rappresentare i difetti degli essere umani, anche quelli degli atleti che non sono dei, ma persone». Ma non tutti sono convinti. Anzi nel dibattito si è inserito anche chi chiede «una fatwa (un decreto religioso) dal ministero degli Affari islamici sulla statua perché contraria all’Islam».
Difficile che il governo se ne occupi.
Il programma di arte pubblica è fortemente voluto dalla famiglia reale, impegnata a costruire per il Qatar un’immagine di Paese non solo ricco (è terzo al mondo per riserve di gas), ma anche colto e aperto. Un obiettivo da centrare in vista dei Mondiali 2022 assegnati al Qatar a dispetto di molti dubbi(in primis le condizioni climatiche proibitive) e di molte accuse (le ultime per la morte di 44 operai nepalesi nei cantieri). Senza contare che a guidare la Museums Authority c’è la sceicca Mayassa, sorella dell’emiro, appassionata di arte moderna. È stata proprio lei a volere Hirst. «La prima scultura di nudo in Medio Oriente», ha detto l’artista. Polemiche? La sceicca ha messo subito le cose in chiaro. «C’è un verso del Corano sul miracolo della nascita — ha spiegato al New York Times— non è contro la nostra cultura e la nostra religione».