Simone Battaggia, La Gazzetta dello Sport 9/10/2013, 9 ottobre 2013
ETERNO ZOEGGELER, PORTABANDIERA A SOCHI
La notizia gli è arrivata a mezzogiorno in un hotel di Lillehammer, poco prima di andare in pista per uno dei primi allenamenti su ghiaccio della stagione. Una telefonata dal comando generale dei Carabinieri gli ha trasmesso la decisione comunicata poco prima dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, insieme alle congratulazioni dell’Arma. Venerdì 9 febbraio 2014, alle 20 ora russa (le 17 in Italia), Armin Zoeggeler sarà il portabandiera azzurro durante la cerimonia di inaugurazione ai Giochi invernali di Sochi. Il giorno dopo inseguirà il sesto podio nella stessa specialità in sei edizioni consecutive dei Giochi. Succede a Giorgio Di Centa, alfiere a Vancouver, ed è il terzo slittinista ad avere questo onore dopo Paul Hildgartner, scelto per Sarajevo 1984 e Calgary 1988, e Gerda Weissensteiner, prima a sfilare a Nagano 1998.
Al telefono dalla Norvegia, il 40enne di Foiana reagisce con la sua solita flemma. «Non me l’aspettavo — racconta — ed è una bella cosa. Una grande possibilità. Sono contento che mi abbiano scelto, ringrazio il Coni e i Carabinieri. Spero di essere all’altezza di portare la bandiera italiana».
Esordì proprio a Lillehammer 1994. Quanto tempo le sembra sia passato?
«Sicuramente non vent’anni. Cinque, forse. Ma mi diverto ancora, sono soddisfatto di come sto».
Era in lizza per fare il portabandiera anche per Vancouver 2010. Cosa c’è di diverso questa volta?
«Molto poco in realtà. Come allora, anche a Sochi la cerimonia si terrà il giorno prima dell’inizio delle gare, ma in Canada si gareggiava addirittura di mattina, mentre in Russia inizieremo nel pomeriggio».
La pista di slittino si trova a 50 km dal luogo in cui si terrà la cerimonia. Come si organizzerà?
«Arriverò allo stadio all’ultimo momento. La mattina dell’inaugurazione mi allenerò, poi scenderò in città per rientrare alla fine della cerimonia, il giorno dopo al mattina farò le ultime discese di prova e poi mi riposerò. Le prime due discese sono in programma alle 18.30».
Ha dato la notizia con la famiglia?
«Non ho avuto subito il tempo di avvisare, eravamo davvero in partenza per andare in pista».
Dopo undici anni è cambiato lo staff azzurro e il capoallenatore Walter Plaikner non c’è più, sostituito da Kurt Brugger. Come è andata la preparazione fino a questo momento?
«Bene. Rispetto agli anni passati, negli ultimi mesi ci siamo allenati di più sulla spinta. Gli effetti del lavoro si vedono soprattutto sui giovani. Io non ho più 30 anni, sono 39 ormai, ed è difficile fare concorrenza a quei ragazzi. Ma il mio punto di forza resta la pista».
E sul ghiaccio?
«In questi giorni fatichiamo perché fa molto caldo, anche qui in Norvegia ci sono 16°, non sono le condizioni ottimali per testare i materiali. Ogni discesa è sempre più lenta di quella precedente».
Le sei medaglie in sei edizioni di fila la consegnerebbero alla storia dello sport mondiale, non solo a quella dello slittino. Abbastanza per smettere?
«Ancora non lo so. Ora l’obbiettivo sono i Giochi, poi deciderò».