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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

TRANSIZIONE SOFT PER 18 SEDI SU 30 SOPPRESSE



La riforma della geografia giudiziaria è partita lo scorso 13 settembre, ma quasi due terzi dei tribunalini soppressi (18 su 30) non hanno, in realtà, ancora chiuso i battenti. E se due strutture (Crema e Orvieto) restano aperte solo per ospitare temporaneamente gli archivi, le altre 16 (elencate nella tabella pubblicata sotto) continuano a essere utilizzate per trattare i procedimenti già in corso. Nelle vecchie aule, però, non c’è spazio per le nuove cause: devono iniziare nel tribunale più grande, che "accorpa" quello minore.
È questo il meccanismo attuato dal ministero della Giustizia per ammorbidire la transizione verso il nuovo assetto della giustizia. Non si tratta della proroga invocata da più parti alla vigilia del debutto della riforma, ma di una possibilità offerta dallo stesso decreto legislativo 155/2012, che ha varato i tagli a tribunali, procure e sezioni distaccate. «Il legislatore – spiega il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri – aveva previsto le difficoltà che avrebbero incontrato gli uffici giudiziari durante la fase di transizione nella complessa riforma della geografia giudiziaria. Proprio per superare le difficoltà organizzative si è previsto all’articolo 8 del Dlgs 155 la possibilità che il ministero potesse autorizzare l’utilizzo delle strutture già sedi degli uffici soppressi».
In particolare, l’articolo 8 del Dlgs permette, se ci sono «ragioni organizzative o funzionali», di continuare a utilizzare «a servizio» del tribunale accorpante, gli edifici degli uffici soppressi per un periodo di tempo limitato, che può arrivare fino a cinque anni. Così, con 42 decreti firmati ad agosto e con altri due licenziati il 13 settembre, il ministero della Giustizia ha autorizzato l’utilizzo di una serie di uffici soppressi: oltre a 18 tribunali, 7 procure (su 30 cancellate) e 53 sezioni distaccate (sulle 220, tutte quelle esistenti fino al 12 settembre, eliminate). In alcuni casi (due tribunali, una procura e 19 sezioni distaccate) la scelta è stata fatta per rendere più semplice il trasloco: le vecchie sedi restano aperte per ospitare archivi e arredi. Negli altri, invece, l’obiettivo è quello di semplificare la trattazione delle cause in corso.
Ma come sono stati scelti gli uffici soppressi da tenere aperti? Nella maggior parte dei casi, i decreti della Giustizia sono stati emanati in risposta alle richieste dei presidenti dei tribunali accorpanti. Inoltre, è stato preso in considerazione l’obiettivo di smaltire l’arretrato civile, che ha condotto a individuare due criteri oggettivi per valutare le "proroghe". Il primo riguarda il bacino di utenza: è stato autorizzato l’utilizzo degli uffici al servizio di almeno 180mila abitanti, vale a dire i tribunali di Alba, Bassano del Grappa, Pinerolo e Vigevano. Il secondo criterio, invece, attiene alla domanda di giustizia: continuano a funzionare i tribunali dove iniziano almeno 6.874 procedimenti l’anno, cioè Chiavari, Lucera, Rossano e Sanremo.