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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

ORA INVESTIAMO A LUNGO RAGGIO


La notizia che il governo Letta vuole intervenire per mantenere in mano italiana il controllo di Alitalia apre nuovi scenari in una vicenda che si trascina da anni senza giungere a un punto fermo.Il precedente tentativo in tal senso, quello condotto nel 2008 dai cosiddetti "capitani coraggiosi", è fallito per un complesso di motivi, da quelli di ordine macroeconomico (l’impatto della crisi globale), a quelli di politica industriale (il conferimento del monopolio sulla tratta Roma-Milano, vanificato dalla concorrenza dell’alta velocità ferroviaria).
La compagnia ora necessita di una nuova ricapitalizzazione, e le ipotesi più accreditate sono due: quella di un ampliamento della partecipazione di Air France, o l’eventuale cessione di una quota rilevante a Etihad, una compagnia di Abu Dhabi che sembrava interessata a entrare in Alitalia. Il ministro Zanonato ha espresso il timore che la cessione a Air France releghi Alitalia a un ruolo secondario, trasformandola in una sorta di "low cost" che colleghi gli aeroporti italiani a Parigi. Preoccupazioni suffragate dalla stampa francese, secondo la quale, in caso di acquisizione, Air France bloccherebbe i contratti di leasing riferiti ad aerei da impiegare sulle rotte di lungo raggio.
Una simile decisione è in diretto contrasto con il piano industriale proposto a giugno dal nuovo amministratore delegato Del Torchio, che individua nel lungo raggio il prodotto a maggior valore aggiunto, nel quale investire per ripristinare la redditività dell’azienda. Finora il partner più aperto a una strategia di questo tipo sembrava essere Etihad. Un eventuale interesse del governo andrebbe valutato alla luce della sua capacità di concorrere al successo di questo piano industriale, ambizioso ma non privo di prospettive. Investire sul lungo raggio infatti permetterebbe di intercettare i flussi dei paesi emergenti asiatici e latinoamericani, dove l’affermazione di una nuova classe media sta creando un bacino di utenza dalle enormi potenzialità per il mercato turistico del nostro paese. Rimane da capire quali risorse potrà mobilitare il nostro governo, vincolato dai parametri europei, e in una situazione del mercato dei capitali decisamente non favorevole, per contribuire a risollevare le sorti della compagnia di bandiera.