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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

I SEGRETI DEL PIANETA THOHIR “ZANETTI NUOVO EROE D’INDONESIA”


Appassionato presidente di squadre di basket, distaccato editore di uno dei maggiori quotidiani, benefattore islamico a favore dei meno fortunati, volto rampante dell’industria nazionale e intenzionato a ripetere con l’Inter in Italia il debutto nell’Nba americana: investendo cifre importanti ma senza assumere cariche ai vertici societari. Questo è il ritratto di Erick Thohir che emerge da colloqui e incontri con alcuni dei suoi più stretti collaboratori in una città dove la possibile acquisizione dell’«Inter di Milano» è uno dei temi di maggiore interesse.
Nella Britama Arena di Kelapa Gading dove si allenano gli Indonesia Warriors - una delle due squadre di basket che Thohir possiede, assieme ai Satria Muda - il manager Rudolf Tulus descrive il magnate come «un presidente appassionato che viene spesso a vedere gli incontri e cerca il dialogo con gli atleti». Quando gli vengono chiesti fondi per la squadra «non si tira indietro, ma in cambio chiede risultati» aggiunge Tulus, tracciando un parallelo con la «determinazione dell’uomo di affari di successo» classe 1970 che dopo essersi fatto le ossa nei business delle miniere e degli autoveicoli, creati dal padre Teddy, ha scommesso prima sull’editoria, poi sul cibo e quindi sullo sport.
Il giornale che possiede, da oltre dieci anni con cariche aziendali diverse, è «Republika» ovvero il quotidiano popolare islamico più diffuso nei quartieri più poveri. Che conquista lettori dedicando intere prime pagine ai legami fra la Sicilia e l’Islam. Nella sede sulla Jalan Taman Margasatwa ci accoglie Johar Arief, che dopo aver fatto parte della direzione per lunghi anni oggi guida il desk digitale. «Thohir è un editore che interviene poco nella fattura del quotidiano - spiega - lascia libera la direzione e non fa mai mancare le risorse, pur chiedendo sempre con fermezza una sana amministrazione». L’approccio distaccato a «Republika» stride con il presidente-tifoso quasi sempre a bordo campo ma per Arief non si tratta di una contraddizione: «Thohir in ogni business sceglie il metodo di gestione che gli garantisce maggior possibilità di successo, per lui la priorità è crescere ed avanzare, evitando errori».
Da qui gli interrogativi sulle trattativa in corso con Massimo Moratti, presidente dell’Inter, per la possibile cessione della squadra. «Da almeno un mese i titoli delle pagine sportive sono sull’Inter» dice Arief per indicare «il forte interesse popolare per un impegno di capitali destinato a premiare l’Indonesia e il nostro calcio» ma le difficoltà nel raggiungere un’intesa «non devono sorprendere». Ecco il perché: «Thohir è uno dei nuovi leader emersi nell’industria nazionale dopo l’era-Sukarno - il presidente-dittatore scomparso nel 1970 - e ha tali e tanti interessi in Indonesia da non potersi permettere lunghe assenze all’estero». Ovvero: vuole investire nell’Inter ma non diventarne il presidente perché ciò comporterebbe troppi obblighi di presenza in Italia. «Alla fine l’Inter di Milano sarà nostra - assicura il guardiano all’entrata di Republika - e Zanetti diventerà un eroe indonesiano come merita». Per comprendere l’accento di Arief sulle responsabilità di Thohir basta guardarsi attorno in città: la catena di ristoranti italiani «Pronto», come un’analoga giapponese, sono nelle mani dello stesso uomo che guida con il Mahaka Group una raffica di magazine, tv e radio locali - oltre a Republika - che vanno ad aggiungersi a risorse naturali e grandi fabbriche gestite attraverso l’Astra International del padre. Da qui l’importanza del metodo di investire all’estero puntando su soci di fiducia nel mondo dello sport: così ha acquistato negli Stati Uniti la squadra di basket dei Philadelphia 76ers e poi quella di calcio del D.C. United.
Per il resto Thohir è un padre di famiglia - con figli - che ama passare le serate al Lucy in the Sky, elegante ristorante sul roof di un concessionario di Lamborghini nel Distretto Finanziario, sempre circondato da guardie del corpo che senza troppi complimenti allontanano curiosi e reporter. Proteggendo soprattutto l’inviolabilità degli uffici al 26° piano dell’Abda Building, a breve distanza da Lucy in the Sky. Ma non è tutto perché c’è anche un altro volto di Thohrir: quello del benefattore islamico.
La Dompet Dhuafa è la fondazione da lui voluta e creata, alla fine degli anni Novanta, per raccogliere donazioni religiose islamiche e destinarle ai bisognosi. Nel quartier generale di Ciputat, a Giakarta Sud, i manager neanche trentenni Ziki e Harie spiegando che «ogni anno distribuiamo oltre 1000 pacchetti di aiuti che consentono ai più poveri di pagarsi gli studi o l’affitto». È una mole di impegno benefico che radica la popolarità di Thohir fra i più bisognosi, consentendogli anche di coltivare ambizioni che potrebbero andare ben oltre l’orizzonte del business.