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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

REVELLI SEGRETO


LA STREGA BRUCIATA
Mia mamma veniva da Monticello e raccontava che c’e una a Pocapaglia, la masca (strega) Miciulina. Passava sempre dai vicini, li aiutava nei lavori in campagna, ma era propr una masca. Poi l’han bruciata, è proprio la verità. Un panettiere l’ha messa sop un fasiné (sopra una fascina), l’ha bruciata viva, perché faceva del male, faceva rompere le gambe, dicevano che era lei, l’hanno bruciata. Ma lei l’ha conosciuta ancora.
IL LATTE LEVATO
Sí che ho sentito parlare d’Cin d’Luleta, püpava le fumne, toglieva il latte. Me om püpava sempre, ’n po da na part e ’n po da l’àutra. Era normale farci togliere il latte, il latte faceva bene a chi lo succhiava, il latte delle donne è meglio di quello delle vacche, era necessario farlo. Il latte delle donne fa ingrassare, quelli che succhiavano il latte ingrassavano, rifiorivano, un viso rotondo cosí.
LA BIBBIA
Sarà quasi da cinquant’anni che leggo la Bibbia. Non sono mai stato ammalato, mi dà serenità la Bibbia, trovo molti esempi che mi insegnano a non fare del male agli altri, capo primo. Mi trovo male in mezzo alla popolazione di oggi. Io sono sempre allegro, mi piace fare le cene, mangiare e bere, con qualche amico, due o tre. Vado poco in paese. C’è troppa invidia. Anche tra vicini si portano odio. Che modo è di vivere senza aiutarsi uno con l’altro. Allora io prendo la macchina vado ad Alba.
La Bibbia la leggo mattino e sera. Che uno creda o non creda che ci sia un Supremo può leggere la Bibbia. Secondo me Dio ci ha lasciati liberi, chi crede crede, chi non crede… con la Bibbia mi trovo bene, lì ci sono molti esempi che non ci sono su altri libri.
In chiesa non vado mai. Vado a qualche sepoltura degli amici. Non mi trovo ad andare in chiesa perché ho visto che ha fatto tanti errori la chiesa secondo me. Ha sbagliato. Sono andato una volta dai Geova ad Alba.
IL RABDOMANTE
Andavo co a segnè l’eva, il rabdomante. Ho letto nella Bibbia che è anche proibito. Tutti gli acquedotti che hanno fatto. Mi ci sono messo da giovane. Un pendolo con un’asta di nocciolo. Un orologio da tasca, o un pendolo, o un piombino…
Il piombino per sapere sempre più o meno la profondità, e la verga per trovare il punto dov’è. Poi faccio una croce dove sento che c’è l’acqua e so dire la profondità, se non c’è roccia, un metro più un metro meno. Ho trovato più di duecento pozzi. E c’è chi ti vuole bene e chi ti prende in giro. Poi non ti danno niente, se possono non ti danno niente. Loro guadagnano dei milioni, quelli che fanno lo scavo… a me danno cinquemila lire.
GESÙ E I TEMPORALI
Qui, per tradizione, come incomincia a tempestare la gente brucia un ramo d’olivo benedetto o dà fuoco a una fascina. Chi piange, chi prega, chi bestemmia. I vecchi credono nella scaramanzia, come losna dicono: «Oh Gesú Maria…» sperando di tenere lontani i fulmini. Si racconta che nei tempi passati c’era chi legava il crocefisso a una corda, e poi lo trascinava lungo i filari, e imprecava dicendo: «Guarda un po’ che cosa hai fatto!»
NON CI CREDO CHE L’UOMO VADA SULLA LUNA
Se ci credo che l’uomo va sulla luna? Non ci credo. Saranno anche andati… Anche Minetu non ci crede. Una cosa è sicura, hanno sconvolto tutta l’atmosfera… ma noi non siamo intelligenti da capire… Mia nonna è morta nel 1927 all’età di ottantacinque anni, era nata nel 1842. Diceva sempre: «Questo secolo è il secolo delle invenzioni, è un secolo crudele, un secolo di guerre. Il secolo che verrà, il secolo del 2000, se il mondo andrà ancora avanti, sarà il secolo dell’ignoranza». Forse, se ricordo bene, queste profezie le aveva imparate dal parroco di allora.
LA DESMÈNTIA (TOGLIERE IL MALOCCHIO)
Credevamo alle masche, l’aviu na pau santa d’le masche.
Contavano tante storie. Alla frazione Giaculet c’erano tante masche. C’erano delle donne che la gente dicevano che erano masche, noi stavamo sempre ritirati perché avevamo paura. Erano poi masche vere?
Nel 1927 una ragazza di undici anni, una dell’ospedale, Maddalena, vedeva una Madonna nelle fessure delle nostre rocche. Saliva tanta gente fin lassú, venivano anche da lontano, portavano via la terra a grossi pacchetti. C’erano delle donne che giuravano di vedere anche loro la Madonna: «Oh, mi l’ei vista, mi l’ei vista».
Mi sun na desmentiòura.
Tolgo il male da una gamba o da un braccio. Quando l’acqua bolle allora la verso in un piatto col túpinet (pentolino). L’acqua allora monta tutta su nel túpinet rovesciato sul piatto, sparisce dal fondo del piatto, che pruvidensa del Signur, neh?
Se la desmèntiava male l’acqua non monta. E bisogna sempre pregare facendo la desmèntiae pregare un bel po’ non fa poi del male, fa bene. Me l’ha insegnata mia madre la desmèntia. E l’ho già insegnata alle mie figlie.
LA VALANGA
Toni Bartavlon, abitava sotto la badia in una casa un po’ isolata. Tutte le mattine all’alba era solito dare la sveglia ai vicini, giapava: «Oh, seve ’ncu ’ndürmí?» (Dormite ancora?). Un mattino i vicini si stupiscono: «Stamattina Toni non è venuto». E guardano a monte: «Oh crispa, j’è pi nen la ca» (Non c’è più la casa). Nella notte era scesa la valanga, aveva coperto la casa, dalla neve spuntava solo il ciuffo di un castagno. Allora forano la neve, scavano una galleria, arrivano alla porta per delivrelu (liberarlo). Toni Batlavon era tranquillo, in casa: credeva che fosse ancora notte, erano le due dopo mezzogiorno.