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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

LA QUESTIONE SIRIANA E LA RINASCITA DI PUTIN


QUALI sono state le cose più sorprendenti che sono successe nel mondo negli ultimi tre mesi?
1. I siriani usano armi chimiche. Lo avevano già fatto, anche se su scala minore, ma ad agosto hanno assassinato 1.400 persone, tra cui centinaia di bambini. Le immagini di questo massacro sono spaventose e le sue conseguenze colossali. Il presidente Usa Obama aveva avvertito che di fronte all’uso di armi chimiche sarebbe stato costretto a reagire con durezza, eppure il regime siriano le ha usate. E Obama non è stato in grado di reagire e dimostrare al mondo che le minacce del capo della superpotenza mondiale non sono lettera morta. Putin, invece, a intervenire c’è riuscito eccome.
2. Putin rinasce. L’influenza internazionale del leader russo si era andata assottigliando: in pratica era rimasta solo Mosca, oltre all’Iran, a sostenere il governo siriano. L’uso di armi chimiche, la decisione del Parlamento britannico di non autorizzare incursioni armate in Siria e la sorprendente decisione di Barack Obama di sottoporre al Congresso – che sicuramente avrebbe detto no – la decisione di intervenire militarmente, hanno creato un’opportunità di cui Vladimir Putin ha saputo approfittare. E così abbiamo assistito alla sua sorprendente mutazione: da autocrate responsabile di sostenere un regime sanguinario che uccide i suoi cittadini, Putin si è tramutato nel leader che impedisce l’ennesima guerra in Medio Oriente.
Qualcuno ha chiesto a Obama di restituire il premio Nobel per assegnarlo a Putin: una volta di più abbiamo la conferma che il realismo magico non è appannaggio esclusivo dell’America Latina.
3. Morsi esce di scena. Nel mondo di oggi è diventato più facile conquistare il potere, più difficile usarlo e più facile perderlo. Succede in tutti gli ambiti: dal Pentagono al Vaticano, dalle grandi banche — sì, le grandi banche — alle organizzazioni non governative più influenti. L’ex presidente egiziano Mohamed Morsi è un esempio perfetto in tal senso. Appena tre anni fa erano in pochi a pensare che i Fratelli musulmani potessero essere vicini alla conquista del potere. E invece è andata così e Morsi nel giugno del 2012, è stato eletto. Il neopresidente ha sbagliato a credere che la sua carica gli desse un potere superiore a quello che aveva in realtà, e il 3 luglio di quest’anno è stato rovesciato.
4. Rouhani entra in scena. Ha vinto le elezioni ed è diventato presidente dell’Iran in agosto. Alla fine di settembre, Hassan Rouhani ha parlato per telefono con Barack Obama: era la prima volta da 34 anni che i presidenti di Iran e Stati Uniti comunicavano direttamente fra loro. Perché proprio adesso? Sia l’elezione di Rouhani che la storica conversazione hanno una stessa spiegazione: le sanzioni. La comunità internazionale ha imposto all’Iran le sanzioni economiche più efficaci, sofisticate e devastanti della storia. Il popolo iraniano e molti esponenti della teocrazia al potere chiedono che si faccia qualcosa per ottenere la rimozione delle sanzioni che hanno messo al tappeto l’economia. «Fare qualcosa» in questo caso significa rinunciare al progetto di avere armi nucleari e negoziare con gli Stati Uniti. Anche se non lo ha mai detto in termini così espliciti, è stato questo il messaggio che ha consentito a Rouhani di vincere le elezioni. E questo è il messaggio che sta inviando attraverso le sue azioni come presidente. Per gli scettici, è solo l’ennesimo trucco di Teheran per guadagnare tempo e arrivare a produrre la bomba. Per altri, è un’opportunità che potrebbe cambiare il volto del pianeta. Presto sapremo chi ha ragione.
5. Il potere del Tea Party. Questa minoranza combattiva non ha la forza per imporre il suo programma radicale agli Stati Uniti: d’altronde, è stata sconfitta alle elezioni. Però ha abbastanza potere per bloccare le iniziative altrui: non solo quelle del presidente, che detestano, ma anche quelle dei loro leader più moderati all’interno del Partito repubblicano. E infatti, nonostante siano in pochi, sono riusciti a far chiudere l’amministrazione federale. E se dovessero riuscire anche a impedire l’innalzamento del tetto all’indebitamento del Governo di Washington, il Tea Party potrebbe provocare una crisi finanziaria mondiale che colpirà anche voi che state leggendo, in qualunque parte del mondo vi troviate. I Taliban, i pirati somali e il Tea Party sono tutti esempi dei «micropoteri » che pur non avendo la forza per sconfiggere i «macropoteri» sono in grado di rendere loro la vita impossibile.
6. La sorpresa americana. Il governo statunitense ha appena annunciato di essere diventato il più grande produttore di petrolio e gas naturale del pianeta, scalzando dalle prime posizioni l’Arabia Saudita e la Russia. È una notizia che cambierà il mondo.

(Traduzione di Fabio Galimberti)