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 2013  ottobre 07 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 100

(Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo, «Football clan»)–

(vedi anche biblioteca in scheda
e database libro in scheda )

Il lato oscuro del pallone

Numeri

In Italia 9 milioni di persone vanno allo stadio, 20 milioni seguono il football sui giornali, 25 milioni lo guardano in televisione. Dei 500 uomini che militano in Serie A, un quinto ha stipendi annuali superiori al milione di euro. In Europa la Uefa ritiene che ogni anno 5,6 miliardi di euro vengano spesi per le paghe dei giocatori. Il Milan è arrivato a sborsare 160 milioni per la sua falange di fuoriclasse, 145 milioni l’Inter, 100 la Juve e persino il Napoli, ultima arrivata tra le grandi del Vecchio Continente, tira fuori oltre 41 milioni per la squadra.

Altri numeri 2

«Nel 1984 per strappare Maradona al Barcellona il Napoli spende complessivamente 15 miliardi di lire. Quando nel 1999 Bobo Vieri viene comprato dall’Inter per 90 miliardi di lire, il poster con la cifra di 11 numeri pubblicizza una carta di credito dalla spesa illimitata, l’apoteosi di un mondo che sembra avere perso qualunque misura. Oltre la metà delle multinazionali arruola i giocatori per imporre i suoi marchi: sono i promotori migliori, i più corteggiati. Ormai i contratti pubblicitari rendono più degli ingaggi per giocare: l’immagine vale più della sostanza. Oggi Lionel Messi si stima che guadagni 10 milioni e mezzo di euro per i suoi gol con il Barcellona e ben 26 per spot e sponsorizzazioni. L’anzianotto ma sempre glamour David Beckham a 5 milioni di paga ne aggiunge 26 per propagandare ogni genere di mercanzia».

Cutolo

Raffaele Cutolo, boss della nuova camorra, assetato di potere, mette le mani sul calcio anche attraverso Sibilia, presidente dell’Avellino. Costui va al processo trascinandosi dietro l’ultimo acquisto, il brasiliano Juary, s’accosta «alla gabbia dei detenuti e bacia tre volte l’uomo rinchiuso tra le sbarre. Poi tira fuori una medaglia d’oro con il lupo irpino, simbolo della squadra. La dà al giocatore perché la consegni al recluso, tra i flash dei fotografi che immortalano la stretta di mano tra Juary e don Raffaele. “Cutolo è un supertifoso dell’Avellino” chiosa compiaciuto il presidente davanti alle telecamere. In Europa non è mai accaduto nulla del genere, né prima, né dopo».

Necco

Luigi Necco, il telecronista che per la Rai commentava le partite di Napoli e Avellino, avendo criticato con parole dure, durante la Domenica Sportiva, il gesto vergognoso di Sibilia, la domenica successiva, prima del match, si trovò davanti tre sicari che gli spararono nelle gambe.

Maradona

L’inchiesta sui rapporti tra Maradona e la camorra «potrebbe scatenare una sommossa: la squadra marcia verso lo scudetto in una città che delira per i miracoli del Numero 10. Maradona è oltre la legge». Luis Moreno Ocampo, il giudice che incriminò i generali della dittatura argentina: «Muoversi con lui era incredibile: c’erano folle che accorrevano per venerarlo. I poliziotti che dovevano arrestarlo, i magistrati chiamati a giudicarlo, imploravano un autografo. A lui si perdonava tutto: persino il Papa lo ha salutato dicendo “Sono un suo tifoso”».

’O Stuorto

A Napoli il settore delle scommesse clandestine era tutto unificato sotto i signori di Forcella. «Guglielmo Giuliano, detto “’o Stuorto”, nel 1999 ha descritto la genesi di questo impero davanti ai pm Giuseppe Narducci e Aldo Policastro: “Con le scommesse guadagnavamo anche 2 miliardi e mezzo di lire a settimana. Molte partite sono state combinate e truccate attraverso il rapporto che esisteva tra la nostra famiglia con persone del mondo del calcio”. Le feste, la cocaina, le ragazze messe a disposizione degli ospiti erano un duplice investimento: davano lustro al blasone del clan e permettevano di penetrare negli spogliatoi, per corrompere e vincere».

Varie

Balotelli che va in gita a Scampia, Cannavaro che apre pizzerie in società con Marco Iorio, imprenditore arrestato per aver ripulito i soldi della camorra, Chinaglia che tenta di comprare la Lazio con i soldi dei casalesi, Vinicio Fioranelli che ci prova con la Roma avendo alle spalle il falsario Ciolini, Giuseppe Postiglione, divenuto presidente del Potenza a soli 24 anni, detto Cicciobello per il volto paffuto, arrestato nel novembre 2009, con altre otto persone, per associazione a delinquere finalizzata alle frodi nelle competizioni sportive, violenza privata ed estorsione, Gaspare Gambino presidente del Palermo nel 1981 e finito dentro tre volte, il suo successore Roberto Parisi, specialista degli appalti e ammazzato per strada nel 1985, ecc.

Riina

Totò Riina, rinchiuso dal gennaio 1993 in una stanza di pochi metri quadrati, «spiato notte e giorno dalle telecamere, ha un solo appuntamento quotidiano: la lettura della Gazzetta dello Sport».

Notizie tratte da: Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo, «Football clan», Rizzoli, 288 pagine, 17 euro.