Il Sole 24 Ore 5/10/2013, 5 ottobre 2013
RECORD DI IRREGOLARITÀ IN CALABRIA
È in Calabria il record delle case fantasma in rapporto alla popolazione: 71,5 immobili non accatastati (e individuati dal Fisco) ogni mille abitanti. Per avere un termine di paragone, la media nazionale è di 21,3 edifici non dichiarati ogni mille abitanti, e il dato scende sotto le dieci irregolarità in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta.
Il bilancio finale dell’operazione "case fantasma", diffuso ieri dalle Entrate, conferma il trend emerso con le prime pubblicazioni parziali dei dati: il 55% dei fabbricati non accatastati si trova nel Sud e nelle Isole, dove si riscontra anche la più elevata densità di violazioni in rapporto agli abitanti. Anche se casi come quelli del Piemonte, del Lazio e dell’Umbria sconsigliano di ridurre le case fantasma a un fenomeno puramente "meridionale" con una lettura semplicistica.
La diffusione territoriale degli immobili non dichiarati al Territorio, a ben vedere, tende a ricalcare quella di altri due fenomeni. Da un lato, c’è una correlazione tra il numero di mancati accatastamenti e quello degli abusi edilizi, così come rilevato storicamente dai rapporti di Cresme e Legambiente, che da sempre indentificano tra Calabria, Sicilia, Campania e Lazio le regioni a maggior rischio di cementificazione selvaggia. Dall’altro, le stesse statistiche catastali del Territorio mostrano come il numero di immobili fantasma vada di pari passo con quello degli immobili eternamente incompiuti e iscritti in catasto nella categoria «in corso di costruzione»: in provincia di Reggio Calabria e Roma sono quasi 10mila, in quella di Milano poco più di 500.
Abusivismo, criminalità organizzata, assenza di politiche pubbliche per la casa, scarsa attenzione e piccole furbizie dei proprietari: le ragioni della diffusione degli immobili non dichiarati vanno ricercate in un mix di concause, declinate in modo diverso anche su base territoriale.