Teodoro Chiarelli , la Stampa 5/10/2013, 5 ottobre 2013
ANSALDO ENERGIA RESTA ITALIANA ALLA CDP UNA QUOTA DELL’85%
Soluzione “tricolore” per Ansaldo Energia. La controllata genovese di Finmeccanica passa sotto il controllo di Cassa depositi e prestiti. Il consiglio di amministrazione della holding presieduta dal prefetto Gianni De Gennaro e guidata dall’amministratore delegato Alessandro Pansa ha giudicato positivamente l’offerta messa a punto dalla cassaforte del Tesoro, attraverso il Fondo strategico. Il Fondo entra con l’85% nell’azienda che produce turbine. Il fondo americano First Reserve cederà interamente la propria quota del 45%, mentre Finmeccanica apporterà il 40% e conserverà il restante 15%. Su questa quota, entro il 2017, il Fondo strategico si è impegnato a esercitare un’opzione call.
Fin da subito Fsi andrà alla ricerca di un partner industriale cui cedere la maggioranza, pur conservando una quota tale da poter incidere sulle scelte strategiche e salvaguardare gli interessi nazionali, essendo Ansaldo Energia considerata un’azienda strategica per il Paese. In prima fila c’è la coreana Doosan, la cui trattativa per il 100% della società genovese è arrivata nei giorni scorsi a una fase molto avanzata.
Per Ansaldo Energia il Fondo strategico pagherà 773 milioni di euro: 657 subito per l’85% e 116 in seguito per il restante 15%. Sarà inoltre corrisposta una componente variabile fino a un massimo di 130 milioni di euro legata al raggiungimento di un determinato target di redditività dell’azienda negli anni dal 2014 al 2016. Al closing dell’operazione, previsto entro la fine del 2013, Finmeccanica potrà deconsolidare un debito finanziario pari a 220 milioni di euro.
Chiuso il capitolo energia, resta aperto il dossier cessioni per il settore trasporti, con Ansaldo Sts e AnsaldoBreda. Cdp ha firmato con Finmeccanica un memorandum d’intesa non vincolante per lavorare insieme a una soluzione per il riassetto e rafforzamento del settore. Il Fondo strategico valuterà il proprio ingresso con una quota di minoranza in Ansaldo Sts e in AnsaldoBreda, ma a condizione che, come richiede il suo statuto, le due società abbiano i conti a posto. Cosa che avviene per Sts (quotata in Borsa e da anni puntualmente in utile), ma non per Breda. Per quest’ultima, in altre parole, l’intervento di Fsi potrà realizzarsi solo a fronte di una separazione delle attività “buone” da quelle in perdita.
Il dossier ha subìto un’accelerazione negli ultimi giorni, alla luce dell’operazione di Telefonica su Telecom, e ha visto entrare in campo il governo, con l’organizzazione martedì a Palazzo Chigi di un incontro tra il premier Enrico Letta, l’ad di Finmeccanica Pansa e quello di Cdp Giovanni Gorno Tempini. L’intesa è vista perciò dal duo De Gennaro-Pansa come un sì del governo alla loro strategia di concentrarsi sulle attività core (aeronautica ed elicotteri, spazio, ed elettronica per la difesa) che rappresentano oggi circa l’87% del business del gruppo.
Con oltre 175 mila mW installati in più di 90 paesi e circa 3.500 dipendenti, Ansaldo Energia è la più grande azienda in Italia e una tra le principali del mondo per la fornitura, l’installazione e il service di impianti e componenti per la generazione di energia. Lo scorso anno ha fatturato 1,118 miliardi di euro (in calo del 9,3% rispetto al 2011) con un utile di 3,3 milioni e un portafoglio ordini di 3,248 miliardi.
Il passaggio di Ansaldo Energia sotto le insegne di Cdp è anche il coronamento di una battaglia lunga un anno dei lavoratori e delle istituzioni genovesi per mantenerla italiana. Una battaglia fatta a tutti i livelli, dal sindaco Marco Doria, al governatore Claudio Burlando, ai parlamentari liguri, fino a un agguerritissimo cardinale Angelo Bagnasco. Soddisfatti i sindacati, anche se la leader della Cgil, Susanna Camusso, pur sottolineando che la cessione di Ansaldo Energia a Cdp mette al riparo dalla svendita, avverte: «Non si vede il segno della politica industriale. Il governo non dice nulla su cosa diventerà, dopo, Finmeccanica».