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 2013  ottobre 05 Sabato calendario

IL TALENTO DI VIRGINIA IN MILLE VOLTI «MA NON VOLEVO FARE L’IMITATRICE»


Quattro ore di trucco per diventare Ornella Vanoni, tre per Nicole Minetti, due per Belén: «Se mi vengono delle imitazioni divertenti sarà merito della colla delle protesi che annuso per tutto quel tempo». Virginia Raffaele, nata a Roma il 27 settembre 1980, è i volti di Striscia la notizia . Per una settimana è stata l’ex consigliera regionale più nota d’Italia, quindi la cantante dalla voce eterea e dal ragionamento inafferrabile e ora il risultato più eclatante del giornalismo da gossip, Belén.
Quando ha capito di avere talento per le imitazioni?
«Confesso: io non ho mai voluto fare l’imitatrice, non amavo fare le imitazioni».
E come ci è inciampata?
«La Gialappa’s mi chiamò per andare da loro (a Mai dire Grande Fratello , nel 2009, ndr ), mi avevano visto su YouTube in uno sketch dove facevo la voce meccanica. Io risposi che non ero capace di fare le imitazioni, ma hanno insistito e mi hanno invitato a provare e studiare. Io del resto ero affascinata da loro, sono cult, sono dei miti. Feci i compiti delle vacanze di Natale e tornai con alcune voci. Una delle prime era quella di Giusy Ferreri, e loro mi diedero l’ok».
Colpa della Gialappa’s dunque. Lei preferiva fare l’attrice?
«Il mio lavoro è quello, è una cosa che mi viene spontanea. Non fraintendiamo, non odio il mestiere dell’imitazione, ma mi sento una parodista. Si dice così? È italiano?».
Sì...
«Intendo dire che cerco di metterci anche del lavoro attoriale. Reinterpreto le personalità dei personaggi che vado a imitare. Non mi sento un’imitatrice dritta, pura che riproduce un personaggio, anche perché certe voci non sono perfette».
Dunque sono tutti imitabili?
«Devi beccare l’anima della persona e il pensiero basic di quella persona. Non sempre lo trovi, non sempre è facile, non sempre tutti ce l’hanno un’anima. Individuata l’anima di un personaggio e un tic, da lì ci costruisco intorno tutto, la fisicità, le movenze. Non c’erano in giro molti filmati, la Minetti è nata da due intercettazioni e dalle posture delle sue fotografie».
È nata in una famiglia circense, la nonna era un’acrobata cavallerizza, i genitori hanno ereditato il Luna Park, dove lei è cresciuta. Stava al bancone del tirassegno dei fucili e faceva i compiti sulla nave pirata.
«Sono cresciuta in un parco giochi non vivendolo come tale, ho vissuto una realtà diversa da quella degli altri bambini, ma ho parlato talmente tanto di questa cosa dei nonni e del Luna Park che cerco aneddoti diversi. Mi inventerò una vita diversa. Tipo: infanzia in casa, papà impiegato e mamma insegnante».
Al Concerto del Primo Maggio le censurarono l’imitazione di Renata Polverini. In Rai rimandarono a un’altra puntata la parodia di Francesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlusconi. Che cosa si prova in quei momenti?
«Se non si può fare, vuol dire che il tuo lavoro un minimo funziona, cioè può dar fastidio e quindi va bene. Se mi dicessero: “Fai pure che non se ne accorge nessuno” sarebbe peggio. Non faccio satira politica, la mia è satira di costume, ma poi per forza di cose costume, politica e burlesque si son mischiati».
Pressioni a Canale 5?
«Per ora non ho avuto rotture di scatole».
Farà la Pascale?
La imita: «Per me il mio ragazzo è sempre premier». Aggiunge: «Vediamo se riesco a contattarla e si presta».
Pregi e difetti di Michelle Hunziker?
«Il difetto è quella pancia. Dimagrisci!».
Lei sarà la prossima conduttrice di «Zelig». Lo ammetta.
Divaga come un politico: «È uno show meraviglioso. Sarei onorata. Valuterei con attenzione: come, con chi, quanto, dove, perché...».
La domanda che le fanno più spesso?
«Se qualcuno che ho imitato si è arrabbiato. Ora ho finalmente la risposta: la criminologa Roberta Bruzzone. Non l’ha presa bene, ma mi fa piacere. Se si è arrabbiata vuol dire che ho beccato qualcosa».
Una domanda che le dà fastidio?
«Parlare della mia vita privata, è un attimo che non diventa più privata».
Allora non diciamo che è fidanzata con Ubaldo Pantani, imitatore pure lui. Chi la fa ridere?
«È difficile per un comico ridere su altri comici, la deformazione professionale ti fa osservare duecento cose, non me la godo come spettatore. Ci sono comici che mi stupiscono ancora come Lillo e Greg (con loro ha lavorato molto in passato, ndr ): la mia parte comica — il nonsense, il surreale — l’ho formata molto con loro. Poi mi piace Corrado Guzzanti. Ma la verità è che mi diverto raramente, per me è un piacere far divertire gli altri».
Senza trucco che vita fa?
«Una vita molto normale, il detersivo al supermercato devo andarlo a comprare pure io. Non è che se uno ha successo diventa come Lady Gaga».