VARIE 5/10/2013, 5 ottobre 2013
ARTICOLI USCITI SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 20 FEBBRAIO 1998 IN OCCASIONE DELL’APPROVAZIONE DELLA LEGGE TURCO-NAPOLITANO SULL’IMMIGRAZIONE
BOX DI PRIMA PAGINA
ROMA - Alla fine di una maratona legislativa durata piu’ di un anno, il Senato approva la nuova legge sull’immigrazione dando il via libera alla prima normativa "organica" sulla presenza degli extracomunitari in Italia. Il testo prevede espulsioni piu’ facili e "certe" per i clandestini e maggiori diritti per i regolari. Nascono i "centri di permanenza" per trattenere gli stranieri che rischiano di sottrarsi all’obbligo di allontanarsi dal nostro territorio. Tutti gli immigrati gia’ presenti in Italia ma esclusi dalle sanatorie previste dai precedenti decreti, eviteranno l’espulsione immediata se dimostreranno di avere svolto un’attivita’ lavorativa o di studio. Ma per loro non scatta automaticamente la regolarizzazione: un ordine del giorno votato dal Senato invita il governo a fissare precisi criteri per questa categoria di stranieri. Gli immigrati in regola da oltre cinque anni otterranno la carta di soggiorno e con quel documento "base" potranno accedere a tutti gli altri diritti, dall’assistenza sanitaria alla possibilita’ di accedere ai bandi per le case popolari. Ogni anno il governo stabilira’ quote di ingresso. Nasce la figura dello "sponsor", associazione o singolo cittadino che potra’ offrire garanzie per l’ingresso di extracomunitari in cerca di lavoro. Ieri sera tutte le forze della maggioranza si sono espresse in favore del provvedimento che era stato licenziato dalla Camera nel novembre scorso mentre le opposizioni si sono schierate per il "no". Ma con significativi "distinguo". La Lega, che parla di "marocchinizzazione dell’Italia" e gia’ invoca il referendum abrogativo, ha abbandonato l’aula per protesta. An parla di legge - truffa, il Ccd si e’ astenuto. * A pagina 3
APPROVATA LA NUOVA LEGGE
DI ROBERTO ZUCCOLINI
ROMA - Il nuovo testo sull’immigrazione e’ diventato legge incassando il via libera definitivo dell’assemblea del Senato. Una legge che introduce maggiori diritti per gli stranieri in regola, inclusa la possibilita’ di una carta di soggiorno illimitato dopo cinque anni di permanenza in Italia. Ma al tempo stesso diventano piu’ severe le misure contro i clandestini: le espulsioni verranno eseguite entro dieci giorni, nell’attesa gli irregolari dovranno rimanere in centri speciali, controllati dalla polizia. E ieri sera tutte le forze della maggioranza si sono espresse in favore del provvedimento che era stato licenziato dalla Camera nel novembre scorso, mentre le opposizioni hanno votato per il "no", con la Lega che per protesta ha abbandonato l’aula e con il Ccd che ha voluto marcare il suo giudizio, meno severo, con un’astensione. L’approvazione della nuova legge e’ stata sofferta: un anno per giungere alla dirittura d’arrivo e una montagna di polemiche. An parla di "legge truffa" e la Lega di "marocchinizzazione" dell’Italia. Invece la maggioranza e’ soddisfatta per essere riuscita a superare l’ultimo ostacolo: il duro ostruzionismo del Carroccio che ha chiesto, a ogni comma da votare, la verifica del numero legale. La legge era passata alla Camera a fine novembre e, per accelerare la sua approvazione, la maggioranza aveva deciso di presentare il testo "blindato". Con Rifondazione comunista e i Verdi che hanno rinunciato a fare battaglia con i loro emendamenti. Alla fine, la diversa posizione dei due partiti e’ emersa comunque negli ordini del giorno sul destino degli "irregolari": comunisti e ambientalisti hanno continuato a chiedere una sanatoria per tutti gli stranieri presenti in Italia prima dell’entrata in vigore della nuova legge. E si sono scontrati con l’opposizione ferma del Pds fino a ieri, quando il relatore del testo, Luciano Guerzoni (Sinistra democratica), e’ riuscito a trovare un compromesso facendo approvare una mozione in cui si invita il governo a considerare "l’emersione" di situazioni di studio, lavorative e familiari consolidate. Stranieri cioe’, per i quali il governo dovra’ valutare l’eventuale regolarizzazione. Alleanza nazionale parla di "legge truffa perche’ non risponde alle esigenze di legalita’ e di sicurezza dei cittadini italiani". Forza Italia di "legge demagogica e pasticciata, sicuramente insufficiente a regolamentare il fenomeno dell’immigrazione". Mentre il Ccd la definisce "normativa perfezionabile". Tanto che nella votazione finale ha deciso di astenersi. Il senatore Francesco Tabladini, della Lega Nord, prima di abbandonare l’aula per protesta, ha profetizzato l’arrivo di "masse enormi" di stranieri. Ma il Carroccio, che e’ stato sempre durissimo su questo fronte, nei giorni scorsi ha gia’ minacciato di ricorrere allo strumento del referendum per annullare la nuova legge.
Zuccolini Roberto
I NUOVI CENTRI D’ACCOGLIENZA
MARIA ANTONIETTA CALABRO’
ROMA - Caserme in disuso al Nord, vecchie carceri mandamentali al Sud, qualche struttura scolastica dismessa. Naturalmente edifici riadattati allo scopo, ristrutturati per poter accogliere per venti, trenta giorni al massimo come prevede la nuova legge sull’immigrazione, anche nuclei familiari. Con stanze per marito e moglie. Le strutture saranno dirette e affidate a personale delle organizzazioni impegnate nel volontariato sociale e alla Caritas. Ma avranno mura di cinta, facilmente controllabili dalla Polizia dall’esterno. Il ministero dell’Interno sta gia’ preparando la mappa dei nuovi centri di permanenza temporanea e di assistenza per gli immigrati irregolari che devono essere espulsi, cosi’ come vogliono le norme approvate giovedi’ scorso. I primi punti di raccolta saranno aperti subito, giusto il tempo necessario. Fra uno o due mesi l’operazione potra’ decollare. Il ministro del Tesoro dovra’ mettere mano al portafoglio, ma saranno soldi ben spesi: perche’ anche questi denari serviranno per entrare in Europa. Pochi sanno infatti, spiegano al Viminale, che proprio la mancanza di questi centri e’ stata la causa delle tensioni piu’ forti tra l’Italia e gli altri partners europei, Germania in testa, dopo l’entrata in vigore del Trattato di Schengen per la libera circolazione delle persone nell’Unione. Finora, infatti, quando ad un immigrato clandestino veniva intimato di lasciare, entro quindici giorni, il territorio nazionale, con un decreto di espulsione, egli continuava pur sempre a restare libero. Ed era libero di girare legalmente per l’Italia, paradossalmente, proprio grazie al decreto di espulsione, fino allo scoccare del quindicesimo giorno. Solo i criminali di calibro, trafficanti internazionali di armi e droga, "beccati" sul territorio italiano, venivano accompagnati dalla forza pubblica sino ai cancelli d’imbarco degli aeroporti. Gli altri in giro per la penisola. La gran parte intenzionata comunque a restare in Italia, come successo con le varie ondate migratorie che, come ha detto il ministro Giorgio Napolitano, soddisfano una crescente offerta di lavori per cui gli italiani non sono disponibili. Prima i tunisini, poi i polacchi, infine gli albanesi. Solo un dato: dei settemila albanesi sbarcati a fine estate, ben duemila hanno trovato, in meno di sei mesi, un lavoro stabile e regolare. Ma la gran parte dei clandestini resta in giro giusto il tempo necessario per ricontattare le organizzazioni che gestiscono i flussi migratori e che vengono pagate per far raggiungere agli immigrati la loro destinazione finale nel cuore dell’Europa. Soprattutto Francia e Germania. Emblematico il caso dei curdi. Che tutto hanno tentato, tranne che di non farsi vedere, arrivando su grandi navi e non piccoli gommoni. Non a decine cioe’ ma a centinaia. In alcuni casi - raccontano gli uomini delle forze dell’ordine - i curdi appena sbarcati a terra andavano, loro, alla caccia del poliziotto. E faticosamente ripetevano la frase che evidentemente qualcuno gli aveva detto di declinare davanti al primo uomo in uniforme che avessero incontrato: "Noi, curdi, clandestini". Sapevano infatti che automaticamente avrebbero avuto il decreto di espulsione, e che cosi’ avrebbero avuto tutto il tempo necessario per attraversare la Penisola in pace (se sottoposti ad un nuovo controllo) ed arrivare magari a Milano, magari a Torino, dove prendere il Tir che era in attesa per portarli in Germania. Tutto questo non accadra’ piu’. O meglio potrebbe non accadere piu’. Sull’esempio dei Paesi europei che gia’ ne dispongono (i centri francesi sono tutti concentrati alle frontiere, quelli tedeschi sono molto "sicuri", difficilmente si "evade") ora saranno ospitati nei centri. Le strutture di permanenza temporanea non saranno carceri e, comunque, gli immigrati clandestini vi potranno essere alloggiati, solo dopo che il provvedimento della polizia sia stato convalidato dal pretore. L’immigrazione clandestina nel nostro Paese e’, e continuera’ ad essere, solo un illecito amministrativo e non un reato penale. Con ogni probabilita’ sara’ previsto che nei centri ci sia un diritto di visita, forse, quotidiana da parte di parenti o amici dell’immigrato, che i "ristretti" possano comunicare per telefono con l’esterno. Ma non potranno allontanarsi. Per venti o al massimo trenta giorni dopo un ulteriore provvedimento del pretore. Misure piu’ energiche saranno prese nei confronti dei clandestini noti per essere implicati in attivita’ criminali. Per loro saranno previsti "centri speciali", tre o quattro in tutt’Italia, sorvegliati con molta maggiore attenzione e gestiti da personale delle forze di polizia. Gli interrogativi sono tanti: ci sono poliziotti e carabinieri in numero sufficiente per affidare loro anche questo tipo di controllo? E poi che cosa accadra’ dei clandestini, dopo lo scadere dei fatidici venti giorni? Finiranno per mettere radici nei centri? O i problemi attuali si riproporranno? Quale sara’ la reazione dei cittadini che abitano nei pressi dei centri?
Calabro’ Maria Antonietta
PARLA IL MINISTRO DELL’INTERNO GIORGIO NAPOLITANO
DI ROBERTO ZUCCOLINI
ROMA - "Se l’Italia ha bisogno di immigrati? Basta andarlo a chiedere alle imprese del Veneto e della Lombardia che non andrebbero avanti se non ci fossero loro. E che cercano stranieri soprattutto in questo momento di ripresa economica". Giorgio Napolitano e’ appena uscito dall’aula di Palazzo Madama. Stanco, ma decisamente soddisfatto. Alle 19,30 di ieri, dopo una maratona legislativa durata piu’ di un anno, il nuovo testo sugli immigrati che porta la sua firma, insieme con quella del ministro per la Solidarieta’ sociale Livia Turco, diventa legge. Il primo pensiero e’ un ringraziamento alla maggioranza che ha sostenuto una lunga maratona per non far mancare il numero legale. Ma la seconda battuta e’ per chi ha fatto di tutto, fino all’ultimo, per ostacolare l’approvazione finale. Cioe’ per la Lega e tutti coloro che continuano a pensare che gli stranieri sono un "pericolo". Di extracomunitari "ne abbiamo bisogno" per la nostra economia. Occorre pero’ integrarli. E secondo il ministro dell’Interno la nuova legge risponde bene a questo tipo di esigenza: i regolari avranno piu’ diritti, i clandestini piu’ difficolta’ ad entrare. "Ma non continuate a dire che le nostre frontiere sono colabrodo". Perche’ quelle dei paesi europei che confinano con il grande Est, "lo sono almeno quanto noi". La Germania, tanto per fare un esempio. La legge e’ fatta, ma ora occorre attuarla. E non sembra facile... "Ci sono da perfezionare tutti i meccanismi previsti, sia per la politica degli ingressi, sia per il contrasto dell’immigrazione clandestina. Ma noi partiamo subito per attuare tutte le misure, compresa la novita’ rappresentata dai centri di permanenza che dovranno ospitare gli immigrati colpiti da provvedimenti di espulsione". Che cosa succedera’ ora ai gommoni che si presenteranno sulle nostre coste? "Una cosa sono coloro che arrivano chiedendo l’asilo politico o che hanno diritto alla protezione umanitaria, un’altra quelli che cercano di inserirsi in un’attivita’ lavorativa o comunque di stabilirsi nel territorio nazionale non avendo titolo legale. Per quanto riguarda le misure di contrasto alla clandestinita’, abbiamo rafforzato i provvedimenti di respingimento. Chi non ha diritto a restare sara’ respinto in modo ancora piu’ deciso: sara’ rimpatriato anche se non e’ stato scoperto esattamente sul punto del confine. Ma c’e’ un’altra novita’ importante: a differenza del passato, saranno eseguibili anche espulsioni a distanza di giorni, perche’ assicurate dalla permanenza nei nuovi centri che saranno vigilati dalla polizia". E tutti gli irregolari, stranieri presenti in Italia prima dell’entrata in vigore della legge? "C’e’ un ordine del giorno che impegna il governo a presentare una relazione. Faremo un’attenta analisi delle situazioni meritevoli di attenzione e presenteremo proposte concrete per risolverle. Ma, in generale, chi sara’ sottoposto a provvedimento di espulsione, avendo fatto ingresso in Italia prima dell’entrata in vigore della legge, potra’, se il questore ravvisi pericolo di fuga, essere trattenuto nei centri previsti dalla nuova normativa". E’ giusto affermare che oggi, prima dell’entrata in vigore della nuova legge, le nostre frontiere sono "bucate", come sostengono alcuni ambienti politici europei? "E’ giusto dire un’altra cosa. E cioe’ che tutte le frontiere esterne dei paesi europei, come anche quelle interne non piu’ vigilate, in quanto all’interno dell’area Schengen, sono esposte a infiltrazioni e a ingressi illegali. Cio’ avviene alle frontiere della Germania con l’Est, alle frontiere della Francia con il Sud. E anche noi abbiamo problemi molto impegnativi e complessi di vigilanza dei nostri confini. Insomma, e’ una questione che interessa tutti i paesi dell’Unione. Non a caso quelle critiche, da un po’ di tempo, arrivano sempre meno".
Zuccolini Roberto
SCHEDA SUGLI STRANIERI IN ITALIA
ROMA - L’approvazione definitiva della legge di riforma sull’immigrazione trova - secondo gli ultimi dati della Caritas - un bilancio in crescita per gli stranieri regolari in Italia. Il ’97 si e’ infatti chiuso con 1.200.000 presenze, inclusi tutti i regolarizzati (il milione era stato superato gia’ a fine ’96). Ma l’insediamento e’ piu’ stabile. L’81 % dei permessi infatti e’ per motivi di lavoro e ricongiungimento familiare. Sempre alto, invece, l’allarme per clandestini e criminalita’. Cresce pero’ anche la xenofobia: 405 casi (301 nel ’95) - di cui 109 solo a Roma - e 452 vittime. CRIMINALITA’ - Sono i dati piu’ preoccupanti: 47.792 denunciati. Per il 41 % si tratta di reati legati alla prostituzione, il 22 agli stupefacenti e il 15 a delitti contro il patrimonio. Il 13 % dei condannati e’ straniero: il 28 % delle persone entrate in carcere sono straniere. LAVORO - 126 mila avviamenti contro gli 84.968 del ’92 (44 % nell’industria), il 70 % al Nord. 147.479 permessi con la sanatoria ’96 (56 % al Nord di cui il 34 % in Lombardia). I disoccupati sono 50 mila in piu’ per un totale di 146.912 (30.000 i regolarizzati come disoccupati). Le "rimesse" inviate all’estero sono di circa 500 miliardi. E, dato significativo, 25 mila miliardi il gettito contributivo. LA PROVENIENZA - Il 40 per cento viene dall’Europa, ma due su tre sono dell’Est. Gli africani sono il 30 % , due terzi dei quali dal Nord - Africa. Gli asiatici il 18 % e gli americani il 14 % . Tra le comunita’, il Marocco e’ la prima con 119.481 persone, seguita per la prima volta dall’Albania con 63.976 permessi. Ci sono poi Filippine (57.071) e Usa (54.659). Bassa la quota di tunisini (44.821). RIPARTIZIONE TERRITORIALE - Il Nord Italia assorbe la meta’ dei regolari, con un impatto del 2 per cento, che sale al 3,5 % in Trentino. Il centro poco meno di un terzo che incide per il 3 % (4,2 % nel Lazio). Le province con piu’ di 10 mila stranieri sono 26. In testa Roma con 199.433 e Milano con 124.177 seguite da Torino (45.599) e Napoli (40.436). INSEDIAMENTO STABILE - Lavoro e famiglia sono i primi due motivi di soggiorno in Italia. Il 96 % di africani e il 90 % di asiatici sono in Italia per questi motivi. Dal ’95 i ricongiungimenti con i familiarisuperano quota 13.000 (meta’ africani e un quarto asiatici) concentrati al Nord (due terzi dei casi). Nel ’96 sono stati 12.000 solo con la sanatoria. CARATTERISTICHE - Il 55,3 degli immigrati sono uomini. Capofila per presenza femminile sono le Filippine con 38.418 donne, seguite dalle statunitensi (35.417), Marocco (23.919). Quasi 103 mila i minori (contro i 90.532 dello scorso anno). Dodicimila i matrimoni misti: negli anni Ottanta erano meno di 8.000. E nel 61 % dei casi l’italiano e’ lo sposo.
[Esplora il significato del termine: ROMA - L’approvazione definitiva della legge di riforma sull’immigrazione trova - secondo gli ultimi dati della Caritas - un bilancio in crescita per gli stranieri regolari in Italia. Il ’97 si e’ infatti chiuso con 1.200.000 presenze, inclusi tutti i regolarizzati (il milione era stato superato gia’ a fine ’96). Ma l’insediamento e’ piu’ stabile. L’81 % dei permessi infatti e’ per motivi di lavoro e ricongiungimento familiare. Sempre alto, invece, l’allarme per clandestini e criminalita’. Cresce pero’ anche la xenofobia: 405 casi (301 nel ’95) - di cui 109 solo a Roma - e 452 vittime. CRIMINALITA’ - Sono i dati piu’ preoccupanti: 47.792 denunciati. Per il 41 % si tratta di reati legati alla prostituzione, il 22 agli stupefacenti e il 15 a delitti contro il patrimonio. Il 13 % dei condannati e’ straniero: il 28 % delle persone entrate in carcere sono straniere. LAVORO - 126 mila avviamenti contro gli 84.968 del ’92 (44 % nell’industria), il 70 % al Nord. 147.479 permessi con la sanatoria ’96 (56 % al Nord di cui il 34 % in Lombardia). I disoccupati sono 50 mila in piu’ per un totale di 146.912 (30.000 i regolarizzati come disoccupati). Le "rimesse" inviate all’estero sono di circa 500 miliardi. E, dato significativo, 25 mila miliardi il gettito contributivo. LA PROVENIENZA - Il 40 per cento viene dall’Europa, ma due su tre sono dell’Est. Gli africani sono il 30 % , due terzi dei quali dal Nord - Africa. Gli asiatici il 18 % e gli americani il 14 % . Tra le comunita’, il Marocco e’ la prima con 119.481 persone, seguita per la prima volta dall’Albania con 63.976 permessi. Ci sono poi Filippine (57.071) e Usa (54.659). Bassa la quota di tunisini (44.821). RIPARTIZIONE TERRITORIALE - Il Nord Italia assorbe la meta’ dei regolari, con un impatto del 2 per cento, che sale al 3,5 % in Trentino. Il centro poco meno di un terzo che incide per il 3 % (4,2 % nel Lazio). Le province con piu’ di 10 mila stranieri sono 26. In testa Roma con 199.433 e Milano con 124.177 seguite da Torino (45.599) e Napoli (40.436). INSEDIAMENTO STABILE - Lavoro e famiglia sono i primi due motivi di soggiorno in Italia. Il 96 % di africani e il 90 % di asiatici sono in Italia per questi motivi. Dal ’95 i ricongiungimenti con i familiarisuperano quota 13.000 (meta’ africani e un quarto asiatici) concentrati al Nord (due terzi dei casi). Nel ’96 sono stati 12.000 solo con la sanatoria. CARATTERISTICHE - Il 55,3 degli immigrati sono uomini. Capofila per presenza femminile sono le Filippine con 38.418 donne, seguite dalle statunitensi (35.417), Marocco (23.919). Quasi 103 mila i minori (contro i 90.532 dello scorso anno). Dodicimila i matrimoni misti: negli anni Ottanta erano meno di 8.000. E nel 61 % dei casi l’italiano e’ lo sposo.
INTERVISTA A LIVIA TURCO
ALESSIO ALTICHIERI
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - Mentre il Senato varava la nuova legge sull’immigrazione, il ministro per la Solidarieta’ sociale, Livia Turco, era per coincidenza a Londra, per tenere una conferenza alla London School of Economics proprio sulla nuova normativa, che dovra’ combinare "rigore e integrazione sociale". Il ministro esprime "grande soddisfazione", perche’ la proposta e’ diventata legge in un anno appena, un tempo relativamente breve per il Parlamento italiano. Ma e’ soddisfatta soprattutto perche’, oggi, si puo’ dichiarare finita l’epoca segnata da ondate di immmigrazione clandestina e da sanatorie, in cui lo Stato era in perenne emergenza. Non e’ vero, dice Livia Turco, che "l’Italia arriva ultima" in Europa a regolamentare quello che, tutti l’hanno capito, e’ ormai "un fenomeno strutturale". Semplicemente, l’Italia era diventata solo di recente Paese d’immigrazione. Ma ora ha finalmente una legge civile, che si basa su tre principi fondamentali: primo, la lotta all’immigrazione clandestina, "con pene piu’ severe a chi organizza e sfrutta il traffico" e con "espulsioni piu’ efficaci"; secondo, il criterio delle "quote d’ingresso" d’immigrati regolari, che sono lo strumento per prevenire l’afflusso di clandestini; terzo, il riconoscimento agli immigrati in regola, "che lavorano e pagano le tasse", pari dignita’ di diritti e doveri con i cittadini italiani. Naturalmente il ministro sa che in Italia non basta fare le leggi, ma bisogna poi applicarle. E questo sara’ "il banco di prova" per il governo, le Regioni, i Comuni, le associazioni del volontariato. Ma gli strumenti, dice, ci sono: a cominciare da quello del "trattenimento", che permette di bloccare i clandestini non solo al momento dell’ingresso, lungo le coste, ma anche quando si sono dispersi sul territorio nazionale, in attesa dell’espulsione. Pero’ al rigore s’affianchera’ lo sforzo d’integrazione, con il fondo per i Comuni e le Regioni affinche’ favoriscano l’inserimento degli immigrati. Certo resta molto da fare. E’ grave che un fenomeno globale come l’immigrazione non abbia ancora una risposta continentale: "Auspichiamo un’iniziativa europea", ha detto il ministro. Ma, per quanto riguarda l’Italia, s’e’ fatto un passo in avanti. Gli immigrati vengono trattati per cio’ che sono, e non saranno piu’ confusi con i profughi (vedi gli albanesi), per i quali c’e’ un’altra legge in discussione, o con coloro che chiedono asilo politico. Cosi’ si chiude l’epoca del clandestino chiamato spregiativamente "vu’ cumpra". Tocchera’ poi agli italiani abbandonare questo "stereotipo dell’immigrato", dice Livia Turco.
Altichieri Alessio
DUE PEZZI USCITI SU CORRIERE-LAVORO
PRIMO PEZZO
Gli extracomunitari? Non rubano il posto anzi, ci serviranno La provocazione e’ forte: "Avremo presto bisogno degli extracomunitari. Da qui a 25 anni mancheranno 3 - 4 milioni di lavoratori e questa lacuna dovra’ essere colmata proprio con gli immigrati". La teoria e’ di Massimo Livi Bacci, studioso di demografia docente all’Universita’ di Firenze. La previsione parte dal presupposto che nei prossimi anni in Italia si accentuera’ l’attuale debolezza demografica: ci stiamo trasformando in una nazione vecchia e lo diventeremo sempre di piu’. Industria pesante, edilizia, servizi sociali e agricoltura: e’ qui che la percentuale piu’ alta di extracomunitari trova lavoro e in base alle proiezioni di Livi Bacci, il numero di immigrati inseriti in questi settori e’ destinato ad aumentare fino a raggiungere quote sbalorditive. Ma davvero la soluzione e’ cosi’ semplice? Se e’ cosi’, nel prossimo futuro dovremo invogliare gli immigrati a scegliere l’Italia invece di un altro Paese, decantare le bellezze naturali e allestire servizi aerei e navali che invece di respingere vadano a prelevare a domicilio gli extracomunitari. In realta’ c’e’ anche chi formula tesi quasi diametralmente opposte: Giuseppe Gesano e Frank Heins, in uno studio pubblicato dall’Istituto ricerche sulla popolazione, immaginano lo scenario fino al 2006. Sara’ questo l’anno in cui arrivera’ a centomila unita’ la forbice tra giovani che entrano nel mercato del lavoro e anziani che ne escono. La soluzione? Secondo i due studiosi ci sara’ un crollo quasi verticale della disoccupazione, si registrera’ un sensibile aumento della produzione, un maggior impiego delle donne nel campo del lavoro e anche (ma in misura molto ridotta rispetto alle previsioni di Livi Bacci) un aumento dell’occupazione di immigrati. Cio’ che non viene messo in dubbio da nessuno e’ che nei prossimi anni determinati impieghi saranno quasi monopolizzati dagli immigrati. Il perche’ e’ semplice: gli italiani non sono piu’ disposti a svolgere alcuni lavori considerati poco gratificanti. Secondo un’inchiesta Isfol (pubblicata nell’ultimo rapporto) si e’ notevolmente elevato il tasso medio di istruzione dei giovani italiani e cio’ porta anche a un incremento della quota di lavoratori non piu’ disposti a guadagnare sotto una determinata soglia. Insomma, il ragionamento e’ questo: ho studiato, mi sono specializzato e non accetto uno stipendio (e un ruolo occupazionale) che stia sotto il milione e settecento mila lire al mese. Il quadro diventa completo se a una simile situazione si aggiunge il fatto che nel campo dell’industria pesante o dei lavori domestici gli extracomunitari sono diventati spesso piu’ competenti e affidabili degli stessi italiani. -
SECONDO PEZZO
Corriere Lavoro.EMERGENZA STRANIERI & SOLUZIONI / 3 I SETTORI "EXTRA" Colf e operai di fonderia vengon da molto lontano "Che cosa vengono a fare qui gli extracomunitari se non c’e’ lavoro neanche per gli italiani?". "Vogliono rubare il posto a noi che qui ci siamo nati". Questo e altro fa parte dello "stupidario" che accompagna spesso l’argomento - immigrati. La realta’ e’ che esiste gia’ adesso un mondo del lavoro multirazziale e spazi di convivenza e di reciproca utilita’. Nel ’96 il 44 % degli extracomunitari occupati lavorava nell’industria pesante e questa percentuale e’ destinata a crescere perche’ gli italiani si allontanano sempre di piu’ da alcuni mestieri e perche’ il calo demografico produrra’ una riduzione di manodopera. "In effetti - spiega Antonio Zocca della Fiom di Brescia - queste sono le ragioni piu’ forti della presenza gia’ cosi’ massiccia degli immigrati nell’industria pesante. Ma c’e’ anche chi porta con se’, dal Paese d’origine, una professionalita’ specifica che facilita l’inserimento in fabbrica da operaio". Intanto nelle carpenterie e nelle fonderie aumenta il numero degli immigrati e migliora anche la loro integrazione con gli operai italiani malgrado non manchino ancora le difficolta’. "L’obiettivo piu’ importante - sostiene Zocca - e’ quello di far capire ai lavoratori immigrati che anche a loro spettano determinati diritti e che e’ giusto non accettare qualunque tipo di rapporto pur di lavorare. E’ chiaro che dal punto di vista sindacale la conquista piu’ grossa sarebbe quella di poter affrontare, per esempio, una contrattazione sull’orario di lavoro che veda protagonisti operai italiani e non". Se nel settore industriale, la percentuale di occupati e’ abbastanza alta, qualche difficolta’ in piu’ gli immigrati la trovano nell’agricoltura. Qui e’ piu’ diffuso il lavoro nero e la clandestinita’, anche se la quota degli occupati, nel ’96, e’ del 22 % . Nel campo del terziario, quello dei servizi sociali e di assistenza, gli extracomunitari hanno trovato maggiore facilita’ di impiego e anche un crescente apprezzamento. Se e’ vero che almeno 150 mila stranieri che nel ’96 lavoravano in Italia si sono inseriti nel terziario, e’ altrettanto vero che gran parte gode di fiducia e di credibilita’ professionale. Baby sitter, assistenti degli anziani, colf oggi sono asiatici, africani o magari anche eschimesi, ma sempre meno italiani. Anche la Confartigianato, durante la fase di "emergenza - Curdi" ha dato la propria disponibilita’ per l’assunzione degli extracomunitari. "La proposta - afferma il presidente Ivano Spalanzani - e’ quella di inserire gli immigrati nella piccola e media imprenditoria artigianale che ha bisogno di nuove forze". Perche’ non girare la stessa proposta ai meridionali disoccupati? "E’ piu’ giusto - continua Spalanzani - risolvere il problema disoccupati al Sud senza costringere nessuno a emigrare. Nel caso dei Curdi, invece, ci troviamo davanti a gente che e’ gia’ stata sradicata dal proprio ambiente e che e’ giusto integrare nel nostro mercato del lavoro".