VARIE 5/10/2013, 5 ottobre 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LAMPEDUSA AL TERZO GIORNO DAL MASSACRO
REPUBBLICA.IT
La presidente della Camera Laura Boldrini in visita al centro di accoglienza: "Nulla deve essere come prima". Stop ai sommozzatori, condizioni meteo-marine non consentono di scendere in profondità. Corteo di barche di solidarietà dei pescatori. Polemica con la Guardia Costiera. I superstiti indagati per immigrazione clandestina
Lo leggo dopo
"Non indaghiamo su presunti ritardi nei soccorsi. Non abbiamo riscontri in merito". Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo, in riferimento a un esposto alla Procura militare di Napoli sui presunti ritardi nei soccorsi a Lampedusa, annunciato secondo notizie di stampa da un generale dell’aeronautica in congedo. Il magistrato si limita a dire: "Non ne so nulla e non ci compete".
Fonzo ha anche confermato che, come tutti i profughi che arrivano senza permesso, anche i 155 superstiti del naufragio al largo di Lampedusa sono stati identificati e incriminati per immigrazione clandestina. "E’ un atto dovuto, conseguenza della Bossi-Fini voluta da una certa parte politica", afferma il magistrato: "E’ un fatto obbligato, per cui questi naufraghi, come tutti i migranti che entrano con queste modalità nel territorio italiano, sono denunciati per immigrazione clandestina".
Corteo e fiori in mare, pescatori polemici
E’ fermo anche oggi - rimandato a domani - il recupero dei cadaveri rimasti incastrati nel relitto del barcone. Spiega il capo dei sommozzatori dei Vigili del fuoco: "Le condizioni meteo-marine non ci consentono di poter scendere in profondità".
A Lampedusa tira un vento molto forte e il mare è molto mosso. Dal porto è comunque partito un corteo di barche di pescatori che sono andati a lanciare corone di fiori al largo della costa per rendere omaggio ai migrant. "I pescatori salvano vite - ha detto Totò Martello, presidente del Consorzio dei pescatori - rispediamo al mittente le accuse di non aver soccorso gente che stava morendo in mare".
"Dicono che i pescatori non soccorrono - protesta Martello - ma lanciando una corona di fiori in mare oggi abbiamo voluto dire una volta di più che noi abbiamo una sola legge, quella del mare, per cui chi è in pericolo deve essere soccorso. Non ne esistono altre e se noi oggi piangiamo i morti è per il fallimento completo della politica italiana. Non vogliamo il Nobel ma un nuovo corso". "Ci sarebbe stati dei pescherecci che hanno ignorato i naufraghi? Non lo so, ma di certo non erano lampedusani", ha concluso Martello.
"La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video - incalza Vito Fiorino - proprietario di uno dei motopesca - Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla Guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo".
Fiorino insiste: "Erano le 6.30 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30 (...) Noi ne avevamo presi a bordo 47, alla volta, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di più e più rapidamente. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perche abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora".
La Guardia Costiera risponde immediatamente con un comunicato: "’Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7 - scrive - siamo immediatamente intervenuti con le nostre unità navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20: grazie anche alla cooperazione di soggetti privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite".
Intanto sono state sigillate le 111 bare contenenti i corpi dei profughi morti nel naufragio. Le bare verranno trasferite con il traghetto per Porto Empedocle nei prossimi giorni. Trenta saranno seppellite al cimitero di Agrigento e i sindaci delle altre città agrigentine si sono detti disponibili ad accogliere le restanti bare.
La visita della Boldrini
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, è arrivata stamani al Centro d’accoglienza per incontrare i 155 profughi superstiti del naufragio avvenuto due giorni fa davanti alle coste dell’isola. Ai giornalisti è stato vietato l’accesso. "Non spetta a me prendere una decisione del genere", ha commentato il presidente della Camera. Il centro, che può ospitare al massimo 300 persone, ne accoglie al momento 1.056 in condizioni di inumano sovraffollamento. Boldrini è accompagnata dal suo staff e dalla scorta; ad attenderla all’interno della struttura - presidiata da militari in mimetica e forze dell’ordine in tenuta anti sommossa - ci sono il prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino, il sindaco Giusi Nicolini e, tra gli altri, gli operatori dell’Uhncr.
"Siamo a Lampedusa (...) per portare ai sopravvissuti, alla Sindaca Giusy Nicolini e alla cittadinanza la solidarietà e il cordoglio della Camera. Ma anche per dire che le cose possono cambiare, che bisogna impegnarsi a risolvere le cause che stanno alla base della fuga: le misure di contrasto non riusciranno mai da sole a bloccare la fuga di chi si lascia alle spalle guerre e regimi". La Boldrini l’ha scritto sulla sua pagina Facebook.
La presidente della Camera, dopo la visita, ha poi dichiarato: "Con le uniche misure repressive non si risolve il problema (...) Noi dobbiamo capire la causa della grande fuga. E’ illusorio pensare che chi non ha nulla da perdere, perché scappa da violazioni dei diritti umani, possa scoraggiarsi di fronte a misure di contrasto più dure. E’ una pia illusione, non sarà così".
"E’ dovere delle istituzioni - ha continuato la Boldrini - essere nei posti e nei luoghi in cui accadono queste cose. Non possono stare solo nel palazzo, ma essere al servizio. Voglio una politica dell’impegno e dell’ascolto che si assuma la resposabilità che questo non accada piu".
Scarcerati presunti scafisti
Sono stati intanto scarcerati cinque dei sette fermati con l’accusa di essere gli scafisti dello sbarco sulla spiaggia di Smpieri a Scicli (Ragusa) dove lunedì scorso erano morti annegati 13 eritrei. Sono tutti siriani. Restano in carcere, invece, i due egiziani. Il Gip del Tribunale di Ragusa, Giampiccolo,
non ha convalidato il fermo di Said Mouhamed Zahir Hboua, 26 anni, Mohamed Tarek El Kessim, 26 anni, Mostafa Salah Sik, 23 anni, Abdel Weheb Mez, 21 anni, e Mouhamed Houssen Shaboum, 28 anni, ritenuti estranei alla vicenda.
I due egiziani, Adel Arafat Mouhamed, 33 anni, e Fakhri Mouhamed, 28 anni, avrebbero invece ammesso le loro responsabilità, spiegando di aver accettato la proposta dei trafficanti di pilotare la barca per poter viaggiare gratuitamente.
DA DOVE FUGGONO (REPUBBLICA.IT)
ROMA - Fuggono dalle guerre, dalle dittature e dalla povertà. Donne, uomini e bambini affrontano lunghi viaggi in mare alla ricerca di un futuro. Nel 2013 a Lampedusa e Pantelleria ne sono arrivati 11.686. Altri sono sbarcati in altre regioni come la Calabria e la Puglia. Scappano nella maggior parte dei casi da dittature o da conflitti. Nei primi mesi del 2013 i migranti sbarcati in Italia sono arrivati in gran parte da Siria, Eritrea, Somalia ed Egitto. Ecco i dati sul numero di persone e sulla situazione politica dei paesi dai quali provengono.
Siria
7500 siriani sbarcati in Italia
Da gennaio 2013, 7.500 siriani hanno lasciato un paese dilaniato dalla guerra fra le forze di opposizione e i sostenitori del regime del presidente al-Assad
Eritrea
7651
Il 30 settembre erano 7500 gli eritrei sbarcati in Italia. A questi si aggiungono i 151 tratti in salvo ieri. Il paese è governato da un regime dove sono stati registrati numerosi episodi di violazione dei diritti umani. La libertà di espressione e di associazione è fortemente limitata. Il servizio militare è obbligatorio e spesso esteso a tempo indeterminato
Somalia
3000
Tremila somali sono sbarcati in Italia da gennaio. In Somalia è in atto un conflitto tra forze filo governative e il gruppo armato islamista al-Shabab. Il paese soffre anche per una carestia, considerata una delle peggiori degli ultimi 25 anni
Egitto
2500
Le tensioni fra i sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi e i suoi oppositori. Gli scontri hanno spinto 2500 egiziani a lasciare il paese e ad affrontare il lungo viaggio in mare per arrivare in Italia.
Nigeria
1700
Circa 1.700 nigeriani sono sbarcati in Italia. La Nigeria si divide tra un nord a maggioranza musulmana e un sud a maggioranza cristiana. Fra i problemi quello della discriminazione religiosa. Negli ultimi tre anni numerose le vittime fra i civili degli estremisti islamici di Boko Haram
Pakistan
1300
In tutto 1300 pachistani sono approdati sulle coste italiane da gennaio alla fine di settembre. Il Pakistan è un paese con forti restrizioni in ambito politico e civile. Limitata anche la libertà di stampa
Gambia
1200
Numerose anche le persone arrivate dalla Gambia: 1200. Una fuga dovuta alla situazione politica nel paese e alle violazioni dei diritti umani nei confronti delle opposizioni e dei giornalisti. Circa il 56% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà
Mali
800
In Mali è in corso una guerra a seguito del colpo di stato del marzo 2012 e dell’offensiva del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad e degli islamisti. Da gennaio a settembre 2013 circa 800 persone hanno scelto l’Italia come meta
Afghanistan
800
Ottocento afghani sono sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno. Il paese vive in un clima di tensione da anni anche per i numerosi gli attacchi ai civili da parte dei talebani. Nei primi otto mesi del 2013 le vittime civili in sono aumentate del 16% a 2.533 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso
Senegal
800
Ottocento senegalesi sono arrivati in Italia da gennaio a settembre. In Senegal quest’anno, soprattutto nel periodo pre elettorale a gennaio e febbraio, si sono registrate diverse violazioni dei diritti umani. Un eccessivo uso della forza ha portato alla morte di alcuni manifestanti
Sudan
200
Il paese è travolto da ondate di protesta contro il presidente Omar Hassan al-Bashir Numerosi i casi di violazioni della libertà di espressione. Bashir è ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra in Darfur
(Dati aggiornati al 30 settembre 2013)
CORRIERE.IT
E’ polemica sui soccorsi ai circa 500 migranti naufragati a poche centinaia di metri dall’isola di Lampedusa, naufragio in cui hanno perso la vita probabilmente circa 300 persone dato che ai 111 cadaveri recuperati vanno aggiunti circa 200 dispersi. E il il premier francese, Jean-Marc Ayrault. chiede una riunione urgente dei paesi europei sull’immigrazione dopo la tragedia .
L’ACCUSA - «La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video. Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo». Lo afferma Vito Fiorino, proprietario di una delle imbarcazioni che per primo è andato a soccorrere i naufraghi di Lampedusa. «Erano le 6.30, 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30», afferma ancora Fiorino, che racconta: «Noi ne avevamo presi a bordo 47, alla volta, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di più e più rapidamente. . Quando siamo tornati al porto carichi di naufraghi abbiamo visto la vedetta della finanza che usciva come se stessero andando a passeggiare. In casi del genere non si va con questi natanti enormi si va con barche piccole e veloci per pensare di salvare le persone. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perche abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora», conclude Fiorino.
LA RISPOSTA - Quarantotto ore dopo la strage di Lampedusa, la Guardia costiera si affida ai numeri per respingere le accuse di chi ha parlato di ritardi o parziali «omissioni» dei soccorsi: «Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7, siamo immediatamente intervenuti con le nostre unità navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20: grazie anche alla cooperazione di soggetti privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite. Dal primo gennaio a oggi sono stati oltre 28mila i migranti tratti in salvo, 8mila dei quali solo a settembre: tra questi ultimi 1.400 bambini».
PROCURA - La procura di Agrigento in ogni caso non ha aperto alcuna inchiesta sui soccorsi prestati in mare ai migranti che erano sul barcone naufragato due giorni fa al largo di Lampedusa. Lo si apprende da fonti giudiziarie sottolineando che alcun fascicolo è stato istruito né su civili né su militari e forze dell’ordine.
Lampedusa, naufraga un barcone: decine di migranti morti in mare
DENUNCIA - Una denuncia, secondo quanto scrive il quotidiano La Sicilia, sarà presentata, invece, alla procura militare di Napoli da un generale dell’aeronautica militare in congedo, Vittorio Scarpa, che ha annunciato l’iniziativa per fare chiarezza su chi e perché non avrebbe avvertito la guardia di finanza del naufragio. Secondo la ricostruzione del giornale, infatti, due motovedette delle Fiamme gialle sarebbero rimaste attraccate al molo nelle ore immediatamente successive al naufragio.
Invece i profughi superstiti del naufragio di Lampedusa, sono indagati quasi tutti per immigrazione clandestina. Fatta eccezione per i minori, tutti gli altri immigrati, piu’ di cento, sono infatti stati iscritti, come prevede la legge Bossi-Fini, nel registro degli indagati per immigrazione clandestina. A darne conferma e’ sempre il procuratore capo di Agrigento Renato Di Natale. «E’ un atto dovuto -spiega- non potevamo fare altrimenti».
RECUPERO CADAVERI - Intanto sono state sospese anche oggi, così come era già accaduto venerdì, per le avverse condizioni meteo, le operazioni di recupero dei cadaveri intrappolati nell’imbarcazione che giace a circa 50 metri sul fondo del mare nei pressi dell’Isola dei Conigli, a Lampedusa. I sommozzatori dei vigili del fuoco, usciti per un sopralluogo, hanno dovuto fare rientro in porto. La zona viene sorvolata da elicotteri mentre in mare operano le motovedette. Finora, come detto, sono stati recuperati 111 corpi, ma nel relitto ci sarebbero decine di cadaveri. «Le condizioni non sono tali da consentire l’immersione dei sommozzatori», spiega Emilio Occhiuzzi, direttore regionale dei vigili del fuoco di Sicilia. Ed intanto, altri sei sommozzatori dei vigili del fuoco sono giunti nell’isola per partecipare alle operazioni di ricerca dei dispersi del naufragio.
BOLDRINI - Sul versante politico intanto non si placa la discussione che vede al centro la legge Bossi-Fini sull’immigrazione: «Con le misure repressive non risolveremo il problema: è impensabile che chi non ha nulla da perdere e fugge da guerre, miseria e morte si fermi davanti a un’ipotesi di reato» ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini.
A BRESCIA NON RISPETTANO IL MINUTO DI SILENZIO
Allo stadio Rigamonti, il minuto di silenzio che ha preceduto il fischio d’inizio di Brescia-Palermo per commemorare le vittime di Lampedusa, non è stato rispettato. Durante i 60 secondi, infatti, i tifosi della Curva nord hanno intonato il coro «Forza Brescia ale’» ignorando il gesto simbolico in omaggio alle circa 300 vittime inghiottite dal mare giovedì 3 ottobre, dopo che si è ribaltato il barcone salpato dal nord Africa.
CRONOLOGIA DELLE LEGGI SULL’IMMIGRAZIONE
LEGGE MARTELLI (da Wikipedia)
Con l’espressione legge Martelli è conosciuta la Legge 28 febbraio 1990 n. 39 che convertiva in legge il decreto legge 30 dicembre 1989 n. 416.
Prende il nome dal Ministro guardasigilli di allora, il socialista Claudio Martelli, e venne emanata con lo scopo di regolare organicamente l’immigrazione, ridefinire lo status di rifugiato, introdurre la programmazione dei flussi dall’estero, precisare le modalità di ingresso e respingimento alla frontiera e il soggiorno in Italia[1].
Conteneva 13 disposizioni che trattavano in modo generale la materia, successivamente abrogate dalla successiva Legge Turco-Napolitano del 1998.
«Con questa legge viene ridefinito lo status di rifugiato, è introdotta la programmazione dei flussi dall’ estero, sono precisate le modalità di ingresso e respingimento alla frontiera e il soggiorno in Italia. Rifugiati: viene abolita la riserva geografica che impediva il riconoscimento dello status di rifugiato ai cittadini provenienti da paesi diversi da quelli dell’ est europeo. Ingresso e respingimento alla frontiera: è escluso l’ ingresso nel nostro paese a chi sia già stato espulso o segnalato come persona pericolosa per la sicurezza dello Stato. Viene anche respinto alla frontiera chi sia manifestamente sprovvisto di mezzi, cioè non dimostri la disponibilità in Italia di beni o di una occupazione retribuita o non abbia l’ impegno di un ente, di una associazione o di una famiglia per alloggiarlo e sostenerlo. Soggiorno in Italia: chi entra regolarmente in Italia può chiedere un permesso di soggiorno per ragioni di lavoro, studio, cura e ricongiungimento familiare. Il permesso ha una durata massima biennale, ma è rinnovabile. Espulsioni: deve essere espulso chi sia condannato per gravi reati e chi abbia violato le norme sull’ ingresso e il soggiorno. Tutela giurisdizionale: contro l’ espulsione è ammesso ricorso al Tar. Sanatoria: la regolarizzazione della posizione del cittadino extracomunitario è obbligatoria entro 180 giorni per chi sia presente in Italia al 31 dicembre 1989. Non può essere regolarizzato chi non abbia i requisiti per l’ ingresso in Italia.» (Antonello Caporale su Repubblica del 1/3/1990)
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LEGGE TURCO-NAPOLITANO
La legge 6 marzo 1998 n. 40, nota come Legge Turco-Napolitano, si propone di regolare organicamente l’intera materia dell’immigrazione dall’estero.
Rispetto alla vecchia disciplina, conosciuta come legge Martelli (L. 39/1990), e alle varie disposizioni integrative e modificative del pur incompleto e frammentario quadro normativo, la nuova legge tenta di proporsi come legislazione di superamento della fase emergenziale.
Caratteristiche
L’impostazione della legge rivela l’intento di regolamentare l’immigrazione, favorendo da un lato l’immigrazione regolare e scoraggiando l’immigrazione clandestina. L’immigrato regolare può così affrontare il percorso di acquisizione della cittadinanza configurato dalla legge. Tale percorso è caratterizzato da una serie di tappe verso l’acquisto dei diritti propri del cittadino pleno iure, inclusivo del diritto al ricongiungimento familiare, del diritto al trattamento sanitario e alla salute, e del diritto all’istruzione. Per contro, il clandestino diventa destinatario di un provvedimento di espulsione dallo Stato.
Per la prima volta nella storia della Repubblica, istituisce la figura del Centro di permanenza temporanea (all’articolo 12 della legge), per tutti gli stranieri “sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera non immediatamente eseguibile”
Il Governo, in ottemperanza a quanto contenuto nella delega prevista all’art. 47 comma 1 della L. 40/1998, ha emanato il D. Lgs. 286/1998, contenente il Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.
Tale testo è stato in seguito modificato, nel 2002, dalla legge Legge Bossi-Fini
«Giro di vite nella lotta ai clandestini Piu’ diritti agli immigrati regolari Varata la legge. La Lega insorge: saremo invasi. An: e’ una truffa ROMA - Alla fine di una maratona legislativa durata piu’ di un anno, il Senato approva la nuova legge sull’immigrazione dando il via libera alla prima normativa "organica" sulla presenza degli extracomunitari in Italia. Il testo prevede espulsioni piu’ facili e "certe" per i clandestini e maggiori diritti per i regolari. Nascono i "centri di permanenza" per trattenere gli stranieri che rischiano di sottrarsi all’obbligo di allontanarsi dal nostro territorio. Tutti gli immigrati gia’ presenti in Italia ma esclusi dalle sanatorie previste dai precedenti decreti, eviteranno l’espulsione immediata se dimostreranno di avere svolto un’attivita’ lavorativa o di studio. Ma per loro non scatta automaticamente la regolarizzazione: un ordine del giorno votato dal Senato invita il governo a fissare precisi criteri per questa categoria di stranieri. Gli immigrati in regola da oltre cinque anni otterranno la carta di soggiorno e con quel documento "base" potranno accedere a tutti gli altri diritti, dall’assistenza sanitaria alla possibilita’ di accedere ai bandi per le case popolari. Ogni anno il governo stabilira’ quote di ingresso. Nasce la figura dello "sponsor", associazione o singolo cittadino che potra’ offrire garanzie per l’ingresso di extracomunitari in cerca di lavoro. Ieri sera tutte le forze della maggioranza si sono espresse in favore del provvedimento che era stato licenziato dalla Camera nel novembre scorso mentre le opposizioni si sono schierate per il "no". Ma con significativi "distinguo". La Lega, che parla di "marocchinizzazione dell’Italia" e gia’ invoca il referendum abrogativo, ha abbandonato l’aula per protesta. An parla di legge - truffa, il Ccd si e’ astenuto» (box di prima pagina del CdS del 20/2/1998).
Pezzo dentro (pagina 3) vedi scheda: 2251228