Fausto Biloslavo, il Giornale 5/10/2013, 5 ottobre 2013
FRONTEX, LA POLIZIA DI CONFINE PAGATA PER FARE IL COLABRODO
(con box) -
L’Unione europea spende miliardi di euro nel Nord Africa e altri Paesi da dove partono i clandestini, ma molti di questi soldi vanno a finire in fumo. In Egitto almeno un miliardo di euro non è servito a raggiungere gli obiettivi prefissi, come la lotta alla corruzione, secondo la Corte europea che controlla le spese di Bruxelles. Non solo: Frontex, l’agenzia per il controllo delle frontiere che dovrebbe prevenire gli sbarchi, ha un budget di 82 milioni di euro, ma ben 20 servono per gli stipendi. «Frontex è un’euro truffa. Dovrebbe difendere i confini dell’ Europa, ma quello del mare Mediterraneo viene considerato come l’ultima ruota del carro» denuncia senza mezzi termini a il Giornale , Susy De Martini, parlamentare di centro destra a Strasburgo.
I soldi stanziati per lo sviluppo, la transizione alla democrazia e gli aiuti umanitari nei Paesi sull’altra sponda del Mediterraneo, da dove partono i clandestini, sono tanti ma non servono a sconfiggere il fenomeno. Dal 2007 la Ue ha sborsato 5 miliardi di euro per l’Egitto. Peccato che un miliardo sia stato praticamente buttato al vento. «La lotta alla corruzione, obiettivo dello stanziamento, pari all’aumento di un punto dell’Iva, è stata un fallimento » rivela l’europarlamentare. Lo sostiene nero su bianco la Corte europea del Lussemburgo, che controlla l’utilizzo dei fondi, nel suo rapporto pubblicato lo scorso giugno.
Un altro scandalo riguarda il Congo dove Bruxelles ha investito 1,9 miliardi di euro. Oltre la metà dei progetti finanziati non hanno raggiunto i risultati previsti. Si calcola che pure in questo caso sia stato mal speso un miliardo di euro.
Nei Paesi direttamente collegati all’immigrazione illegale come la Libia abbiamo stanziato 100 milioni di euro e per la Tunisia sono stati investiti 540 milioni di euro. In Nigeria, nonostante sia il primo paese africano produttore di petrolio, la Ue ha stanziato 667 milioni di euro. «Oltre ai Paesi che possono contare sull’oro nero vorrei proprio capire come vengono spesi i soldi per la Siria e la Palestina. E se oltre ai profughi siriani vanno a finire ai ribelli filo Al Qaida?» si chiede De Martini, che fa parte della Commissione Esteri e Bilancio del Parlamento europeo.
Per la Siria stiamo parlando di 265 milioni di euro. Altri 300 vanno ai palestinesi, ma la commissione bilancio ne ha «congelati » una parte per il timore che finiscano nelle tasche dei terroristi. Entro la seconda settimana di ottobre il Parlamento europeo dovrà votare il budget per il 2014.
Non solo: l’Europa spende ancora 30 milioni di euro per Cuba e alla Somalia, da dove sono arrivati gran parte dei profughi annegati a Lampedusa, sono andati 70 milioni. Non molti per risollevare un paese in preda all’anarchia da vent’anni. «Con gli euro buttati al vento potevamo comprare della navi per i migranti evitando i viaggi sui barconi. Non possono morire ad un miglio di Lampedusa... non devono neppure arrivarci» dichiara De Martini. Secondo l’europarlamentare «a bordo delle navi dovrebbero esserci funzionari europei e delle Nazioni Unite per stabilire chi ha diritto all’asilo, chi è un criminale e va rispedito indietro e chi vuole andare in altri paesi, come la Germania. Così li consegniamo a Berlino. Anche questo significa Europa unita».
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha dichiarato: «Frontex è un sistema di protezione europea inefficace. Gli aerei ed i militari dell’agenzia devono vigilare sul Mediterraneo ». Dal quartier generale di Varsavia la portavoce di Frontex, Izabella Cooper, sottolinea che in Italia sono in corso due operazioni per un totale di 6 milioni e mezzo di euro. Ma non basta. La stessa Cooper ammette che il nostro Paese «è quello che si trova sotto la maggiore pressione migratoria. Dall’inizio dell’anno più di 31mila immigrati sono arrivati nella Ue attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, che include la Sicilia, le Isole Pelagie, le coste della Puglia e della Calabria e, in misura minore, Malta».
In un’interrogazione a Strasburgo presentata ieri da De Martini si chiede perchè «Frontex non sia stata in grado di prevenire tragedie» come quella di Lampedusa. Dalla Commissione europea si vuole sapere «come si intende ridurre il flusso di migranti illegali verso i confini della Ue». E si chiede di spiegare perchè «i fondi sprecati per finanziare il terrorismo o paesi falliti non sono stati utilizzati per prevenire gli ingressi illegali in Europa».
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I NUMERI
5 miliardi
Sono finiti all’Egitto dal 2007 a oggi. Un miliardo avrebbe dovuto servire a contrastare la corruzione: missione fallita.
540 milioni
Sono finiti nelle casse della Tunisia in seguito alla Primavera araba. Cento milioni invece alla Libia.
265 milioni
A tanto ammonta la cifra finita nelle tasche del governo siriano. Col rischio che il denaro venga usato dai terroristi.