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 2013  ottobre 05 Sabato calendario

FRONTEX, UN’ARMA SPUNTATA CONTRO GLI IMMIGRATI CLANDESTINI

Creata nel 2005 per coordinare il pattugliamento delle frontiere aeree, marittime e terrestri degli Stati della Ue, allo scopo di controllare l’immigrazione clandestina, l’Agenzia Frontex è stata ieri sonoramente bocciata da Alfano. «Non è efficace», ha detto. «Le frontiere - ha aggiunto - dovrebbero essere vigilate dall’Europa per via navale ed aerea. Tutto ciò esiste in teoria ma in pratica non è per nulla efficace».

LA REPLICA
Alfano non è neanche il primo ministro ad aver avanzato dubbi sul funzionamento di Frontex. Prima di lui un altro ministro dell’Interno, Roberto Maroni, alle prese con l’esodo biblico dei profughi dalla Libia, definì l’Agenzia «un eurocarrozzone». Ma ieri da Bruxelles si è registrata una risposta piccata alle affermazioni di Alfano, risposta che è venuta dal portavoce del commissario Cecilia Malmstrom, l’italiano Michele Cercone: «Noi da Bruxelles - ha spiegato Cercone - non possiamo imporre le operazioni Frontex. Abbiamo bisogno del feedback degli Stati membri. Ci devono dire cosa vogliono e noi siamo qui per assisterli. Ogni volta che abbiamo ricevuto una richiesta siamo intervenuti». Come dire, il problema non risiede a Bruxelles ma a Roma.

L’EQUIVOCO
Forse le reciproche incomprensioni sono frutto di qualche fraintendimento. Frontex dispone di 26 elicotteri, 22 aerei e 113 navi ma non sono i suoi. Sono dei 27 Paesi d’Europa che glieli presta, di volta in volta, a seconda della missione. La catena di comando però è sempre su base nazionale. In Italia comanda l’Italia, in Spagna la Spagna e così via. Frontex si limita al coordinamento del supporto operativo. Oggi Frontex coordina due operazioni nel Canale di Sicilia, la “Joint operation hermes” che schiera quattro aerei, due navi e due elicotteri (4.050.000 euro di budget) e la “Joint operation Aeneas” (2.500.000 euro) con due piccoli aerei, un Cessna sloveno e un Dornier finlandese, più un elicottero tedesco, rischierati sulla base di Brindisi. Un po’ troppo poco per controllare efficacemente il fenomeno dell’immigrazione sulle nostre coste.

CHI PAGA
Frontex ha un budget annuale di 82 milioni di euro. I fondi a sua disposizione vengono fissati dal Consiglio dell’Unione europea, ovvero dai Paesi membri. Ma i Paesi membri fanno orecchie da mercante quando devono allargare i cordoni della borsa. E non vogliono neppure sentir parlare di concedere a Frontex la piena gestione dei controlli delle frontiere. E’ un’arma spuntata, Frontex. Ma la colpa non è sua.
Carlo Mercuri