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 2013  ottobre 05 Sabato calendario

L’imprenditore neozelandese Michael R. Harte ha acquistato all’asta per due milioni e 945 mila euro l’isola di Budelli, in Sardegna

L’imprenditore neozelandese Michael R. Harte ha acquistato all’asta per due milioni e 945 mila euro l’isola di Budelli, in Sardegna. [1] tutti i giornali 2/10 Budelli, 160 ettari, 12 chilometri di coste, fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. Non è possibile costruire nulla, visti i pesanti vincoli paesaggistici e ambientali che gravano sull’area. Non ci si può attraccare né mettere piede se non si è accompagnati dal personale del Parco. [2] La spiaggia rosa, resa celebre nel 1964 da Deserto rosso di Antonioni (alcuni granelli si trovano ancora in vendita su internet). [3] Harte si presenta come banchiere che opera in Oceania e Svizzera e ha interessi in diversi Paesi d’Europa. È amministratore delegato di Commonwealth Bank of Australia. Si dichiara ambientalista convinto, ma sul suo impegno a riguardo i suoi avvocati sono vaghi: «Ha effettuato operazioni di conservazione del paesaggio in varie parti del mondo». [2] Mistero anche sul come Harte abbia deciso di acquistare Budelli. «È stato più volte in Sardegna e su uno yacht ha costeggiato l’arcipelago» dicono i suoi legali. Ma alla Maddalena non si trova uno che l’abbia visto. [4] All’asta davanti al giudice del tribunale di Tempio Pausania è arrivata una sola offerta, quella di Harte. L’acquisto è stato fatto a nome di una società con sede in Svizzera. Ma ci sarebbe ancora una possibilità perché Budelli torni a essere patrimonio pubblico: entro novanta giorni il Ministero dell’Ambiente e l’ente Parco potrebbero far valere un diritto di prelazione pareggiando la stessa cifra. Ma al ministero, come a tutte le pubbliche amministrazioni, la legge di Stabilità 2013 vieta espressamente di acquistare immobili a titolo oneroso. [3] Harte fa sapere che non toccherà una pietra a Budelli, lascerà tutto com’è. Anche perché non può fare altrimenti. [5] A Caprera, Santo Stefano, Spargiu, Razzoli, Santa Maria e Budelli la tutela è integrale e il cemento proibito. Nell’arcipelago si può costruire solo, e con fortissime limitazioni, a La Maddalena. A Santa Maria ci sono da decenni una trentina di case, fra le altre quella di Roberto Benigni. [4] Da questo investimento il magnate neozelandese non ci potrà neppure guadagnare, perché l’unico autorizzato a far pagare un ticket d’accesso ai turisti è l’ente Parco dell’arcipelago. [5] La spiaggia di Cala di Roto deve la sua celebre sabbia rosa alla presenza di un 95% di carbonato di calcio, proveniente dai microrganismi che si staccano dalla Posidonia e si depositano sulla battigia. Uno spettacolo che da sempre attrae centinaia di natanti che scelgono quella spiaggia come approdo e che cercano di portarsi a casa, come souvenir, secchi e bottiglie colme di sabbia. Per l’ecosistema è un impatto che mette a repentaglio l’integrità dell’isola. [6] Budelli era di una società milanese, Gallura Immobiliare, e di Vittorio Peer, avvocato svizzero. Alberto Pinna: «Prima ancora era l’isola degli eremiti: Giorgio Blondet con il suo sax, Giorgio e Maria con i loro spaghetti allo scoglio, e Mauro “Robinson” Morandi, un modenese che ora ha 74 anni, ultimo custode: è lui, con una società immobiliare di Olbia, ad aver chiesto il fallimento di Gallura Immobiliare e ad aver ottenuto che fosse messa all’asta». [4]  Ma perché, se ho dei milioni di euro, dovrei comprarmi un’isola e non un palazzo? «Su un’isola hai un potere di cui non godrai mai in nessun palazzo in città: sull’isola controlli tutto il mondo circostante e, soprattutto, sei solo. Questo sentimento incredibile d’essere il re della tua vita te lo può dare solo la tua isola» (Farhad Vladi, il più grande broker di isole sul pianeta). [7] Negli anni ’70, Carlo Cassola comprò Cerboli, un isolotto nel canale di Piombino, in Toscana. Nel 1989 il ballerino russo Rudolf Nureyev acquistò i tre isolotti di Li Galli, di fronte a Positano, per 3,5 miliardi di lire. Il filosofo maltese Edward De Bono fece dell’isola di Tessera, nella laguna veneziana, il centro mondiale del lateral thinking, il pensiero laterale. Nel 1999 la Compagnia finanziaria di investimento presieduta da Gilberto Benetton si aggiudicò l’isola di San Clemente, a Venezia, per 20 miliardi di lire. [7] Appena prenderà possesso di Budelli, il nuovo padrone dovrà vedersela con il custode che vive da ventidue anni nell’unica casa (diroccata) costruita alle spalle della spiaggia rosa, Mauro Morandi. I vecchi proprietari non gli hanno pagato lo stipendio per parecchio tempo e lui non sembra disposto ad andar via senza un risarcimento. Il rudere, ammesso che Morandi faccia le valigie, non potrà essere trasformato in una villa: il vincolo di edificabilità è assoluto e per la ristrutturazione (senza aumento di volumetrie) è indispensabile il parere del Parco. [5] Morandi, modenese di 72 anni, vive in «una vecchia costruzione militare della seconda guerra mondiale, una veranda sotto la quale mettere in mostra piccole sculture in legno di ginepro da piazzare ai visitatori per finanziare alcuni medici in Africa, una cisterna per raccogliere l’acqua piovana, un paio di pannelli fotovoltaici, una tv e un piccolo congelatore dove fare scorta di pesce» (Federico Taddia). [6] Nonostante Budelli sia passata di mano da privato a privato, in molti hanno gridato allo scandalo, parlando di svendita dei gioielli dello Stato. «È solo l’ultimo caso che riguarda le bellezze artistiche italiane. Ha fatto eco l’affitto per una serata di Ponte Vecchio alla Ferrari che ha versato ben 120 mila euro, un toccasana per le casse comunali di Firenze. Pure l’affitto per una cena dell’anfiteatro di Pompei ha suscitato scandalo. Eppure con quindicimila euro di compenso, quanti stipendi ai custodi sono garantiti?». [8] È tutta italiana la polemica tra favorevoli e contrari ad un uso diverso del patrimonio culturale. Enza Cusmai: «Nel mondo anglosassone i galà sono iniezioni benefiche per l’arte, in Italia si fatica ad accettarlo. Qualche anno fu fatto stimare il valore di pezzi del territorio, ma non si vendette nulla. Ora il Demanio prova la strada dell’affitto utile e produttivo. È aperto un bando di gara per i caselli daziari dell’Arco della Pace a Milano e per il podere Colombaia a Firenze. I privati potranno affittarli per cinquant’anni e utilizzarli riqualificandoli. Preparatevi alle polemiche». [8] Note: [1] tutti i giornali 2/10; [2] l’Unione Sarda 3/10; [3] Paolo Gallori, repubblica.it 2/10; [4] Alberto Pinna, Corriere della Sera 3/10; [5] Nicola Pinna, la Stampa 3/10; [6] Federico Taddia, La Stampa 12/7/2011; [7] Stefano Vastano, l’Espresso 20/7/2012; [8] Enza Cusmai, il Giornale 3/10.