Marco Sodano, La Stampa 4/10/2013, 4 ottobre 2013
“SÌ ALL’AUMENTO ALITALIA SE SI TAGLIA IL PERSONALE”
Un miliardo di debito, trecento milioni da trovare nel giro di pochi giorni per scongiurare il fallimento, i soci francesi di Air France Klm disposti a partecipare all’aumento di capitale solo a patto che sul tavolo ci siano una ristrutturazione del debito e un progetto di riduzione del personale. Tra le condizioni di Parigi, insomma, ci sono anche i tagli ventilati nei giorni scorsi. In caso contrario, i francesi non sono disposti a partecipare al ri-salvataggio della compagnia italiana. La richiesta, anticipata ieri dal Financial Times, sarà con ogni probabilità oggi sul tavolo del consiglio di amministrazione di Alitalia. Come se non bastasse il problema spinoso di convincere le banche a venire a patti più miti sul rimborso del debito. Sul punto è arrivata un’apertura di peso da parte di Intesa Sanpaolo, che con il suo 8,9% è anche uno degli azionisti più importanti, ma il traguardo resta ancora lontano.
La situazione si complica mano a mano che, col passare dei giorni, si fa sempre più vicino il momento in cui le casse saranno irrimediabilmente vuote. Per scongiurare l’ipotesi di un fallimento è sceso in campo anche il Governo: lunedì Palazzo Chigi riunirà il tavolo con la compagnia e i creditori, con l’obiettivo di mettere in piedi un’operazione di sistema in cui ognuno garantisca di fare la propria parte. Sul tema, ieri, ha detto la sua anche il numero uno delle Ferrovie Mauro Moretti: «potenzialmente possiamo fare tutto, ma non conosco le condizioni di Alitalia e quindi non posso esprimere nessun parere», per poi concludere chiarendo che «in ogni caso non c’è nessun dovere di intervenire».
Ma è chiaro che essendo la cassa il problema prioritario, in primo piano restano le intenzioni delle banche: Che potrebbero concedere nuove linee di credito oppure agevolare una ristrutturazione del debito esistente. Peraltro, le stesse banche sono già al lavoro sul consorzio di garanzia che dovrà tamponare eventuali defezioni dei soci rispetto all’aumento di capitale da 100 milioni deciso dal Cda una settimana fa. L’ordine del giorno del consiglio di oggi parte giusto dall’aggiornamento sul piano finanziario in vista dell’assemblea del 14 ottobre che dovrà varare l’aumento di capitale. Il Cda sarà cruciale anche per capire la posizione dei partner francesi, primi azionisti della compagnia, che all’ultima riunione (lo scorso 26 settembre) hanno votato contro l’aumento di capitale.A quanto scrive il Financial Times - il giornale cita una fonte vicina ad Air France-Klm - il gruppo franco-olandese sarebbe intenzionato a sostenere e partecipare ad un sostanzioso aumento di capitale se accompagnato da una riduzione nella forza lavoro (14 mila persone) e nella flotta (140 aerei) della compagnia. La stessa Air France, oggi, riunisce a Parigi un consiglio sullo stato dei suoi conti.
Resta ottimista, sulla partita, l’ex ministro Corrado Passera che nel 2008, in veste di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, guidò la cordata di imprenditori italiani che consentì il salvataggio della compagnia: a sentire lui Alitalia «ha tutti i numeri per completare il piano di impresa, vediamo se i soci saranno in grado di portare fino in fondo il progetto». E anche per questo dossier c’è chi ha invocato un intervento dello Stato, magari attraverso la Cassa depositi e prestiti (chiamata in causa in tutti questi frangenti). Questa strada ha già ricevuto un primo «stop» dalla Cassa stessa: il presidente, Franco Bassanini, e l’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini, sono stati chiari: «Non se ne parla».