Marco Bresolin, La Stampa 4/10/2013, 4 ottobre 2013
I SONDAGGISTI: “IL PARTITO DI ALFANO VALE IL 10%”
Per ora il passo definitivo non è stato ancora compiuto. Nonostante gli annunci di Formigoni e Giovanardi, i gruppi di transfughi del Pdl ancora non si vedono. Ma sono all’orizzonte e potrebbero essere il preambolo di un nuovo soggetto politico. Che si chiami «Italia Popolare» o più semplicemente «I Popolari» poco importa, quel che è certo è che si costituirà attorno alla figura di Alfano, senza Berlusconi. Un partito che secondo i sondaggisti potrebbe raccogliere circa il 10% dei voti. Più o meno la metà di quanto ha conquistato il Pdl alle ultime politiche.
«Resta da vedere - spiega Antonio Noto di Ipr Marketing - se questo nuovo partito si trasformerà in una delle due gambe del nuovo centrodestra oppure se si aggregherà con Scelta Civica e Udc per formare un grande centro, attirando così anche qualche deluso del Pd». Nel primo caso potrebbe quindi restare federato con Forza Italia, sotto il tetto comune del Pdl (e di Berlusconi): «Per ora il partito di Alfano - continua Noto - vale attorno al 10%, Forza Italia circa il 17%. Ma anche in questo 17% non tutti sono convinti di seguire il Cavaliere, quindi il suo peso potrebbe ridursi». Secondo Noto una nuova aggregazione di centro, invece, vale il 20%. Uno scenario di questo tipo disegnerebbe quindi un quadro politico assai complesso, quadripolare. Quattro forze equivalenti come peso, ma distanti tra loro, che non aiuterebbero di certo la governabilità: Pd, Centro, Forza Italia più Lega e Movimento Cinque Stelle. Il caos.
Ma ormai anche gli italiani sono convinti che lo strappo sia difficile da sanare: «Più della metà degli elettori del Pdl prende in considerazione l’eventualità di una nuova formazione politica guidata da Lupi e Alfano» ammette Renato Mannheimer di Ispo. Del resto la linea sfascista guidata dai falchi del partito si è rivelata un fallimento totale: «Nell’ultima settimana - stima Mannheimer - il Pdl ha perso almeno quattro punti percentuali».
Se c’è una cosa che Berlusconi ha ottenuto, infatti, è stata quella di aver totalmente disorientato il suo elettorato. «L’opinione pubblica non ha ancora capito molto bene quello che è successo - rileva Maurizio Pessato, presidente di Swg - per questo è difficile avere un riscontro sull’effetto reale degli ultimi eventi. Di certo tra gli elettori del Pdl è nettamente prevalente la linea di Alfano: circa due terzi di chi ha votato quel partito ha appoggiato l’operazione stabilità». Tutti pronti a seguirlo, dunque? «Ancora presto per dirlo - avverte Pessato - perché nessuno rinnega il “brand” Berlusconi, che resta il loro riferimento nonostante la grande confusione che si è venuta a creare».
Tutte le strade, quindi, in teoria restano aperte. «Perché Berlusconi - spiega Nicola Piepoli dell’omonimo istituto di sondaggi - rimane un gran trascinatore. E potrebbe usare questa sua qualità per far rientrare i dissidenti e poi, eventualmente, distruggerli». Potrebbe, ma questa strada è tutta in salita anche per il Cavaliere. «Negli ultimi giorni - conclude Piepoli - Alfano si è rivelato una sorpresa per tutti. Si è rivelato l’allievo ideale di Berlusconi in quanto a creatività, con la differenza che ha oltre 30 anni in meno. E al suo fianco c’è Maurizio Lupi, un altro politico che gode di un ampio consenso, specialmente tra l’elettorato cattolico che è pronto a seguirlo». Chissà se in un nuovo centrodestra o in una riedizione della grande Balena Bianca.
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