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 2013  ottobre 04 Venerdì calendario

LA GUERRA IN LIBIA HA FATTO IL GIOCO DEGLI SCAFISTI


L’ondata di sbarchi verso le coste italiane e le rotte vecchie o nuove dei trafficanti di esseri umani sono un effetto collaterale della primavera araba. I disgraziati finiti ieri in fondo al mare, davanti a Lampedusa, erano partiti dalla Libia. Gheddafi usava i clandestini come arma di pressione politica, ma le milizie libiche che hanno abbattuto il colonnello si sono alleate con i trafficanti per puro business. I nuovi migranti del Mediterraneo sono i siriani in fuga dalla guerra civile, sempre più numerosi sui barconi e pure l’Egitto in crisi è una base di partenza verso l’Italia.
Secondo il ministero dell’Interno, dal primo agosto 2012 al 10 agosto di quest’anno, sono sbarcati in Italia 24.277 persone. Solo nella settimana dopo Ferragosto sono giunti via mare 679 clandestini.
Il barcone della tragedia, con 500 persone a bordo, era partito dalla Libia. Il prezzo per la traversata varia da 1600 ai 2000 dollari. I piccoli porti di partenza sono distribuiti fra il confine tunisino e Misurata. Il luogo più noto è Al Zuwarah, ad ovest di Tripoli. Altri punti di imbarco verso est sono Al Qarabulli e Khums. Tutte zone controllate dalle fazioni in armi della rivolta libica del 2011. «Il colonnello usava i clandestini come arma di ricatto, ma adesso i miliziani si sono alleati con i trafficanti di esseri umani per puro interesse» spiega una fonte de il Giornale a Tripoli. Nei prossimi giorni arriverà lì una delegazione del Viminale per affrontare il problema.
I clandestini provenienti dall’Africa sub sahariana entrano in Libia dal deserto del Fezzan, una delle tre regioni libiche che una settimana fa si è proclamata «indipendente». Gli eritrei e somali che sarebbero gran parte delle vittime del naufragio entrano arrivate dall’oasi orientale di Kufra.
Il viaggio verso l’illusorio Eldorado europeo può anche durare mesi o anni. I migranti fanno tappa nei Paesi intermedi, come il Sudan, a lavorare per i soldi che servono a proseguire. Agli eritrei che scelgono la via dell’Egitto passando per la penisola del Sinai con l’obiettivo di arrivare in Israele o in Europa può capitare l’inferno. Un terzo finisce ostaggio della banda guidata da Abu Khaled, un vero e proprio predone del deserto. Spaccano le ossa ai poveretti facendo sentire le urla al telefonino ai parenti in Occidente, che devono pagare fino ad 8mila dollari di riscatto. Molti sono stati uccisi e le donne vengono spesso violentate o vendute come schiave.
I trafficanti sono beduini che godono della protezione delle cellule di al Qaida e dei gruppi dell’estremismo islamico, che dalla primavera araba in Egitto sono sempre più decisi a trasformare il Sinai in un califfato.
La zona di partenza verso la Sicilia è quella di Alessandria. Frontex, l’agenzia dell’Unione Europea per il controllo dei confini, cita nel suo ultimo rapporto uno sbarco di gennaio vicino a Siracusa. I clandestini erano partiti da Alessandria su un barcone che ha fatto scalo a Creta dove sono stati sbarcati alcuni migranti ed imbarcati dei siriani.
Il fenomeno dei disgraziati in fuga dalla Siria è l’ultimo effetto collaterale della primavera araba sfociata nel sangue. I siriani, secondo Frontex, hanno scalzato dal primo posto gli afghani nell’esodo verso l’Europa. José Angel Oropeza, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, conferma che «nel 2013 sono sbarcati in Italia 2800 siriani ». Mercoledì in 117 sono arrivati a Siracusa. Il costo minimo del viaggio è di 5mila euro. Da Libano e Giordania i siriani raggiungono l’Egitto per la traversata via mare. Non solo: Frontex rivela che «ci sono segnalazioni di barconi che arrivano direttamente dalla Siria oppure dalla vicina Turchia. Grazie a facilitatori egiziani raggiungono le coste italiane in 10 giorni». All’inizio di settembre la Guardia di Finanza di Catania ha sequestrato una nave «madre» di 30 metri, che serviva a far sbarcare soprattutto gente in fuga dall Siria. Cinque scafisti siriani sono stati arrestati in provincia di Ragusa, dopo l’annegamento, lunedì scorso, di 13 clandestini gettati in mare a frustate.