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 2013  ottobre 04 Venerdì calendario

L’ADDIO «RICCO» DI BERNABÈ A TELECOM


Franco Bernabè lascia la presidenza del gruppo Telecom Italia. Le sue dimissioni sono state accettate dal cda convocato a Milano. Che dopo avere ringraziato il manager, e avergli staccato un assegno da 6,6 milioni di euro per la buonuscita, ha nominato alla presidenza del cda stesso e dato la rappresentanza legale della societò al vice presidente Aldo Minucci, in via di supplenza. I consiglieri hanno poi passato tutte le deleghe operative di Bernabè all’attuale ad Marco Patuano. Nello stesso cda è entrato anche Angelo Provasoli cooptato al posto dell’uscente Elio Catania.
Il cda durato quasi cinque ore e che, secondo Minucci, si sarebbe svolto in un clima sereno ha avviato anche il processo per l’individuazione del nuovo presidente. Si chiude così l’era Bernabè che perde un incarico di prestigio ma porta a casa una buonuscita pesante. Il manager riceverà il trattamento a cui avrebbe avuto titolo fino a naturale scadenza del mandato (compenso fisso, variabile, benefit e altri compensi a equilibrio degli oneri fiscali applicabili ai benefit tassati), per un onere complessivo a carico della società pari a circa 3,7 milioni di euro. In più il cda ha deliberato la stipula di un accordo di non concorrenza di durata pari a 12 mesi, con un onere per l’azienda di circa 2,9 milioni di euro.
Non di solo pane però si vive. Così Bernabè, per spiegare la sua uscita, ha preso carta e penna e inviato una lettera ai dipendenti del gruppo che lascia. Bernabè ha chiarito che «una spaccatura in seno al cda sulla strada da intraprendere avrebbe determinato una paralisi dell’azienda e l’impossibilità di giungere a una soluzione condivisa. È per questo motivo che ho deciso di fare un passo indietro».
La sua strategia insomma non sarebbe passata indenne e avrebbe creato fratture insanabili. Bernabè ha comunque ugualmente rappresentato al cda «la necessità di dotare la società dei necessari mezzi finanziari a sostenere una strategia di rilancio». L’ex presidente ha concluso: «Vorrei ringraziare tutti voi per il sostegno e l’affetto che mi è stato dimostrato in questi anni e ribadire a tutti che occorre continuare a difendere questo grande patrimonio per il Paese che è Telecom Italia. Un’azienda che ha segnato il progresso del nostro Paese e continuerà a contribuire alla costruzione del suo futuro». A lui sono arrivati i ringraziamenti del viceministro Antonio Catricalà e di Raffaele Bonanni (Cisl) «per quello che ha fatto alla guida di Telecom in questi anni in un periodo certamente non facile per la nostra azienda di telecomunicazioni».
Il cda di Telecom ha anche approvato una versione aggiornata del Codice Etico e di Condotta di Gruppo. Il nuovo Codice è strutturato in quattro sezioni.
Filippo Caleri