Roberto De Ponti, Corriere della Sera 4/10/2013, 4 ottobre 2013
LA FIFA PRONTA A SPOSTARE IL MONDIALE
L’inaspettata (per la Fifa) notizia che in Qatar, emirato arabo sul venticinquesimo parallelo, fa un pochino caldo rischia di far saltare tutte le marcature sul Mondiale che si disputerà nel 2022 ma che, dal punto di vista mediatico, ha già scavalcato quelli in Brasile (2014) e in Russia (2018). Dunque, in Qatar fa caldo, e la Fifa oggi a Zurigo potrebbe decidere di modificare il calendario della Coppa del Mondo, dalla tradizionale estate (temperatura in Qatar: dai 45 ai 50 gradi centigradi) al praticamente inedito inverno boreale (con i più accettabili 22-24 gradi di media stagionale). Alla faccia del dossier presentato con regolare candidatura dall’Emirato, che prevedeva (anzi, prevede) le partite in estate. Non se n’era accorto Michel Platini, troppo impegnato in cene con l’emiro Al Thani pochi giorni prima dell’assegnazione del Mondiale. Se n’era probabilmente accorto il numero 1 della Fifa Sepp Blatter, ma la volontà politica di far disputare la Coppa in terra araba è stata più forte della logica (anche perché nel 2015 si rivota per il presidente, e i voti dei nuovi mercati potrebbero valere parecchio). Nel frattempo, un’inchiesta del Guardian ha svelato che per il caldo (e non solo), durante la costruzione degli stadi mondiali sono morti 44 operai nepalesi, costretti a lavorare in condizioni inumane, mentre l’ambasciata indiana a Doha ha rivelato che le vittime indiane nel solo 2013 sono 159 (e 213 sono gli operai scomparsi nel 2012). Ed è per questo che ieri, all’apertura del comitato esecutivo della Fifa, numerosi esponenti di sindacati e organizzazioni non governative hanno protestato davanti alla sede del calcio mondiale. «Cartellino rosso per la Fifa», lo slogan urlato dai manifestanti contro i parrucconi della Fifa. I quali, ieri, hanno candidamente ammesso che forse sarebbe meglio giocarci d’inverno, in Qatar. Facendo così arrabbiare i grandi club (Rummenigge aveva al massimo concesso una finestra ad aprile) e il Cio (il Mondiale rischierebbe di fare scopa con i Giochi invernali del 2022). In Qatar, dove al caldo sono un po’ più abituati (operai a parte, evidentemente), aspettano istruzioni: il comitato organizzatore ha affermato di essere «in un periodo di ricerca per sviluppare tecnologie di raffreddamento di larga scala ed ecosostenibili da applicare nei nostri stadi, campi di allenamento, spazi pubblici e aree per turisti». In pratica, si dice pronto a trasformare il Qatar nel primo Paese condizionato della storia. Ma se la Fifa decidesse di spostare i Mondiali d’inverno, si adeguerebbe. Oggi potrebbero arrivare le prime risposte: in fondo, per trovare una soluzione basta seguire l’odore dei soldi.