Chiara Maffioletti, Corriere della Sera 4/10/2013, 4 ottobre 2013
«SIAMO TUTTI FIGLI DI SINATRA» RONAN FARROW, TWEET E IRONIA
«Sentite, siamo tutti “forse” figli di Frank Sinatra». Non male uscire da una vicenda delicata e potenzialmente piuttosto imbarazzante con una battuta. Ci è riuscito Ronan Farrow, 25 anni, figlio di Mia Farrow e «forse» di Frank Sinatra, anche se fino all’altro ieri lo era di Woody Allen.
La sua risposta in meno di 140 caratteri alla dichiarazione della mamma a Vanity Fair — che pronunciando solamente la parola «è possibile» ha rispolverato un gossip vecchio di anni, secondo cui quello che finora era l’unico figlio biologico di Woody Allen potrebbe essere in realtà figlio di Frank Sinatra — è arrivata attraverso il suo profilo Twitter.
Se anche l’ironia e il senso dell’umorismo sono una faccenda genetica, questa replica potrebbe essere un punto in più a favore di Allen. Un lampo d’umorismo accolto da un plebiscito sul web: in poche ore, quasi ottomila retweet e seimila persone hanno aggiunto la frase alle loro preferite.
Oltre ai numeri, la conferma che questo ragazzo biondo con le parole ci sa fare. Perché non è solo uscito con grazia da una situazione scomoda, non solo ha confermato di essere dotato di quell’intelligenza che in passato aveva fatto parlare di lui come di un genio, ma è anche riuscito abilmente a non rispondere al mistero: di chi è figlio?
Barbara Sinatra, vedova di Frank, ha liquidato la faccenda dicendo che si tratta di «un mucchio di sciocchezze». Commento fotocopia anche dal portavoce di Allen: «L’articolo è così stravagante e assurdo che non ha intenzione di rilasciare commenti». Eppure il dibattito è partito, con ampio corredo di confronti fotografici: Ronan e Woody, Ronan e Frank.
Fermandosi all’estetica, la somiglianza del 25enne con il cantante dagli occhi blu è imbarazzante. Stessa mascella squadrata, stesso sguardo, stesso sorriso, stesso fisico aitante. Trovare dei tratti comuni con il regista, invece, è un po’ più complicato.
Bisognerebbe scavare fino ai geni del ragazzo prodigio, dicono. Lui, che oggi è un avvocato di successo, un giornalista freelance e un attivista per i diritti umani, si è dedicato allo studio con grandi successi. A sedici anni è stato il più giovane iscritto alla facoltà di legge di Yale e, dopo la laurea, è diventato consigliere di Hillary Clinton, ritrovandosi al numero uno della classifica di Forbes tra gli under 30 più influenti su politica e legge. Un «diplomatico privo di diplomazia», così si descrive su Twitter, da quasi 123mila follower.
Senza dubbio, un giovane uomo che — apparentemente — è riuscito a reggere molto bene il peso di una situazione famigliare non esattamente serena: nato nel 1987 (quando Sinatra aveva 72 anni, dettaglio), ha vissuto con entrambi i genitori fino a quando aveva 5 anni. Poi, nel 1992, è iniziata quella che si è rivelata essere una delle più violente battaglie tra due ex famosi, con strascico di pesante scandalo per via della relazione di Allen con Soon-Yi Previn, che la Farrow aveva adottato nel suo precedente matrimonio. Quando la relazione iniziò tra i due, lui aveva 56 anni, lei 19. Da allora, Ronan è sempre stato dalla parte della mamma (che nel frattempo è diventata famosa per la sua tempra passionale, facile ad infiammarsi, specie su Twitter) mentre i rapporti tra padre (o presunto tale) e figlio non si sono mai ricomposti, tanto che anche il suo nome e cognome sono frutto della voglia di staccare ogni ponte da quella figura che lo aveva voluto chiamare Satchel. Non solo ha preferito non essere un Allen, ma ha anche deciso che il suo nome sarebbe stato Ronan. Che non abbia mai perdonato il regista, lo si capisce delle frecciate che gli riserva. Come l’anno scorso quando, il giorno della festa del papà, ha scritto (sempre su Twitter): «Buona festa del papà - o, come la chiamiamo nella mia famiglia, buona festa del cognato», essendo la moglie di Allen, tecnicamente sua sorella. Se fosse stato spiritoso, il padre, chiunque sia, avrebbe sorriso.