Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 03 Giovedì calendario

IL MARCHESE DEL GRILLO E I SOLDI DEL VALLE


Entrare nello studio del Marchese Del Grillo in largo del Teatro Valle fa un certo effetto. Sarà perché la mente non può fare a meno di tornare alla pellicola cult di Mario Monicelli. Quella con un immenso Alberto Sordi nei panni di Onofrio Del Grillo, marchese della Roma papalina che si prende gioco di tutto e tutti. Nobiltà compresa. Questa volta, però, dietro il Marchese Del Grillo si nasconde Aldo Pezzana Capranica Del Grillo, 85 anni, Presidente onorario del Consiglio di Stato, Presidente Emerito dell’Associazione dimore storiche italiane e rappresentante di una delle maggiori casate nobili di Roma. Ancora oggi la famiglia Capranica Del Grillo è proprietaria del foyer e dell’appartamento del custode del Teatro Valle. Ed è coinvolta direttamente nelle vicende dell’occupazione dello stabile.
Marchese Del Grillo, cosa la lega al Teatro Valle?
Il teatro appartenne alla famiglia Capranica fino al 1968, quando Irma, vedova di Giuliano Capranica, fece una vendita di favore all’Eti. La zia conservò il diritto di proprietà sul palco centrale. Inoltre siamo proprietari del foyer e dell’appartamento del custode.
Cosa pensa dell’occupazione del Teatro Valle?
Sono preoccupato perché durante gli spettacoli non ci sono i vigili del fuoco. Mi chiedo cosa succederebbe se scoppiasse un incendio.
Ha mai avuto contatti con gli occupanti del teatro?
Più di un anno fa due rappresentanti degli occupanti mi invitarono a entrare nella Fondazione. Ma a me interessa solo la messa in sicurezza del teatro e il pagamento dell’affitto.
Perché? Non le pagano l’affitto?
Dopo la soppressione dell’Eti subentrò il ministero dei Beni culturali che smise di pagare dicendo che era compito del Comune. Il mio legale si rivolse all’Avvocatura del Comune. Il Campidoglio rispose che il passaggio di proprietà non si era ancora perfezionato perché subordinato alla consegna del teatro privo di cose e persone.
Com’è finita la vicenda?
Abbiamo citato in giudizio Comune e Ministero e, per il foyer, il giudice ha sentenziato che è responsabile il Ministero che, però, non ci ha ancora pagato. Per l’appartamento del custode ci sarà la sentenza tra poco. In ogni caso non ci pagano l’affitto da settembre 2011 per un totale di 80 mila euro di arretrati.
A parte il pagamento degli arretrati, cosa chiede per il Valle?
Ci interessa che il teatro viva, che riprenda la stagione e che diventi operante la proprietà del Comune. Poi il Campidoglio affidi la gestione a questa nuova Fondazione se dà le garanzie sufficienti oppure a un altro conduttore. A noi interessa che il teatro sia tenuto in ordine.
Oggi il teatro è al centro di mille polemiche. È stato così anche in passato?
La sua vita è stata al centro di scontri e polemiche fin dalle origini. Giuliano Capranica, bisavolo di mia moglie Maria Adelaide, frequentava il teatro e si innamorò di Adelaide Ristori, una delle attrici che recitava al Valle. La sua famiglia, però, era contraria a questo rapporto e osteggiò l’unione. Ma l’amore trionfò e Giuliano sposò Adelaide nonostante l’opposizione della famiglia. Da quell’unione nacquero figli e, con gli anni, la situazione familiare tornò alla normalità. Poi ci fu la causa di Bartolomeo Capranica con il Valadier che aveva restaurato il teatro. Alla prima crollò il palcoscenico e, anche in quel caso, furono coinvolti gli avvocati.
È vero che ci furono anche rapporti con Casa Savoia?
Ai tempi di Giuliano Capranica, zio di mia moglie, la Casa reale aveva due palchi in affitto perché Vittorio Emanuele III era un grande appassionato di prosa. Poi con la Repubblica sociale le cose cambiarono e ricordo le lettere con cui i Fasci notificarono che i palchi passavano a loro. Poi venne addirittura murata la porta d’accesso da cui passava il re.
Quale potrebbe essere un futuro possibile per il Teatro Valle?
Innanzitutto bisogna chiarire di chi è la proprietà del teatro. Poi la direzione va affidata a qualcuno che garantisca la legalità e un adeguato livello artistico. Al Comune non mancano i mezzi per accertare tutto questo. La situazione non è mai stata affrontata e ora siamo al totale abbandono.
Carlo Antini