Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 03 Giovedì calendario

«SÌ A LETTA, MA ORA PACIFICAZIONE»


[Il discorso di Berlusconi al Senato]

«Credo che sia a tutti chiaro che dopo il risultato delle passate elezioni ritenemmo che l’unica soluzione ragionevole e possibile nell’interesse del Paese fosse quella di un governo che mettesse insieme le forze del centrosinistra e del centrodestra. Aspettammo con pazienza due mesi di chiamiamole riflessioni del centrosinistra e poi arrivammo insieme alla formazione di questa compagine governativa, della quale abbiamo accettato tutte quelle che erano le volontà espresse dal presidente incaricato, e in effetti su 23 componenti del governo, nonostante con il voto fossimo arrivati a pochissima distanza dalla coalizione di sinistra, accettammo di avere soltanto cinque ministri.
Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità di fare e l’abbiamo fatto anche perché avevamo la speranza che potesse cambiare il clima di questo nostro Paese. Pensavamo che questo clima che qualcuno aveva addirittura chiamato come “ guerra civile fredda”potesse andare verso una sorta di pacificazione di cui credo che un Paese civile abbia davvero bisogno. Questa speranza non l’abbiamo deposta e la conserviamo ancora.
Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni del presidente del Consiglio, abbiamo ascoltato i suoi impegni circa il contenimento della pressione fiscale, circa la riduzione delle imposte sul lavoro, circa l’adozione finalmente dell’impegno che l’Unione europea,la Corte dei diritti dell’Uomo dell’Unione europea, ha voluto farci pervenire per la terza volta mi sembra per quanto riguarda la responsabilità civile dei giudici. E quindi mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo che possa produrre quelle riforme strutturali e istituzionali di cui il Paese ha bisogno per modernizzarsi, abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia a questo governo».