Enza Cusmai, il Giornale 3/10/2013, 3 ottobre 2013
TRE MILIONI PER LA SPIAGGIA ROSA BUDELLI DIVENTA NEOZELANDESE
Rassegniamoci. In Italia, di pubblico, non si vende niente, tantomeno si svende Budelli con la sua unica spiaggia rosa. La realtà è che è solo passata di mano, da un privato all’altro, che ha sganciato tre milioni di euro per puro diletto. Sull’isola non si può fare nulla, non si può toccare nulla, neppure una conchiglia (che i turisti spesso rubano come souvenir).
Ma chi vuol mettersi in vetrina grida allo scandalo, incita lo Stato a ricomprarsi l’isola, ad espropriare. E puntualmente si indigna quando qualcuno suggerisce di «mollare» qualche perla preziosa ai privati per farla sfuggire all’ incuria della gestione statalista. Spesso insomma, ci si nasconde dietro la tutela della «cosa pubblica» senzamai aggiungere che Pompei va a pezzi, molti monumenti pure e se non ci fosse qualche magnate che mette mano al portafogli, mezza Italia antica sarebbe andata già in malora. Ma il gusto della strumentalizzazione è più forte della realtà. E dunque partiamo dall’ultimo tormentone su Budelli venduta al neozelandese Michael Harte a poco meno di 3 milioni. Le critiche sono durissime. «E’ l’ennesima vergognosa gestione del patrimonio ambientale» tuona il transfuga deputato sardo dal Pdl Mauro Pili. «La Regione o lo Stato - attacca Pili - dovevano togliere dal mercato l’isola di Budelli espropriandolo».
Ma davvero è andata così? Ricapitoliamo. L’isola è stata venduta dopo il fallimento della società immobiliare svizzera che ne deteneva la proprietà. Quindi Budelli era già in mano ai privati e nessuno si è mai allarmato di questo. Anche perché la legge impone tali limiti al suo utilizzo che solo chi ha dei soldi da buttare dalla finestra si sbilancia in un acquisto così improduttivo. E infatti sembra che il neo proprietario sembra sia un mecenate dell’ambiente. E a Budelli vorrebbe già presentare un piano di tutela agli enti competenti. Infatti, qui di speculazione non se ne parla proprio. Non è possibile costruire nulla, in quanto gravata da vincoli paesaggistici e ambientali: non ci si può neanche mettere piede se non si è scortati dal personale del Parco della Maddalena. E proprio il presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Bonanno, manda a dire che i limiti sull’Isola di Budelli aumenteranno ancora di più, non si potrà neppure restaurare il rudere che ancora è in piedi.
Allora perché questo Budelli non se l’è comprato l’Ente Parco? «Da quest’anno- spiega Bonanno- è scattato il divieto delle amministrazioni di acquisire immobili a titolo oneroso».
Insomma, l’attenzione del pubblico c’era, ma le regole valgono per tutti. E quando si parla di esproprio bisogna stare attenti a quello che si dice. «Le ipotesi di esproprio sono inesistenti sul piano del diritto» spiega il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Pietro Pittalis. «Per Budelli, inoltre, la Regione ha una tutela totale, che la rende assolutamente intangibile per il proprietario ».
La querelle di sicuro non si fermerà qui ma è solo l’ultima delle serie che riguarda le bellezze artistiche nostrane. Ha fatto eco l’affitto per una serata di Ponte Vecchio alla-Ferrari che ha versato ben 120 mila euro, un toccasana per le casse comunali di Firenze. Pure l’affitto per una cena dell’anfiteatro di Pompei ha suscitato scandalo. Eppure con quindicimila euro di compenso, quanti stipendi ai custodi sono garantiti? Ma è tutta italiana la polemica tra favorevoli e contrari ad un uso diverso del patrimonio culturale. Nel mondo anglosassone i galà sono iniezioni benefiche per l’arte, in Italia si fatica ad accettarlo. Qualche anno fu fatto stimare il valore di pezzi del territorio, ma non si vendette nulla. Ora ill Demanio prova la strada dell’affitto utile e produttivo. È aperto un bando di gara per i caselli daziari dell’Arco della Pace a Milano e per il podere Colombaia a Firenze. I privati potranno affittarli per 50 anni e utilizzarli riqualificandoli. Preparatevi alle polemiche.