Alessandro Barbera, la Stampa 3/10/2013, 3 ottobre 2013
MR TAGLIA-SPESA ARRIVA DAL FMI
Letta non fatica ad ammetterlo: «Abbiamo perso tempo». Il caso Berlusconi è costato caro, e vai a sapere se sia davvero chiuso. Il voto sulla decadenza è imminente, e potrebbe portare con sé altre grane. Ma la scadenza del 15 ottobre incombe. «Di cose da fare ora ce ne sono tante, la prima è la legge di Stabilità». Niente deroghe o rinvii. I nuovi Trattati dicono che entro quella data il testo deve essere sul tavolo della Commissione europea per essere esaminato. «Ci arriveremo col fiatone, e il Parlamento dovrà fare la sua parte». La storia delle Finanziarie all’italiana non promette bene, ma tant’è. Il governo ha due settimane per mettere a punto la politica economica del prossimo triennio. Letta mette le mani avanti coi partiti nel caso in cui la fretta dovesse partorire una manovra troppo indigesta. A Palazzo Chigi ieri sera le luci sono rimaste accese fino a tardi. Il consigliere economico, salito nella stanza di Letta per congratularsi, ne è uscito con la richiesta del premier di preparare il lavoro sui singoli dossier per stamattina.
In aula Letta ha confermato che le sue priorità non sono cambiate. Taglio delle tasse sul lavoro, nuova Service tax, riduzione della spesa. Lo Stato italiano intermedia più del 50% del prodotto interno lordo, e Letta deve dimostrare a Bruxelles (e a Berlino, Parigi, Londra, Washington) che il suo governo è in grado di ristrutturarla. «Non esistono tagli di spesa facile, la revisione va fatta con accortezza». Sulla carta i tagli lineari funzionano, ma tali rimangono. L’esperienza dice che al massimo servono a mettere un tappo che prima o poi salta. La soluzione è a monte, nei tagli selettivi, in operazioni sulle determinanti della spesa. Dopo la replica alla Camera Letta ha confermato che della questione se ne occuperà Carlo Cottarelli, direttore del dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario. «Sarà lui il commissario alla spending review».
Dicono i bene informati che il suo contratto di assunzione sia pronto da settimane, ma che l’incertezza sul destino del governo avesse consigliato finora di soprassedere. Ora il suo arrivo è questione di poche settimane. Con l’occhio vigile dell’Europa e il ministro Saccomanni - ex direttore Bankitalia e molto vicino a Draghi - Cottarelli sarà il terzo elemento della troika all’italiana chiamata a mettere le mani dove finora tutti hanno fallito.
Studente a Siena e alla London School of Economics, Cottarelli ha lavorato alla Banca d’Italia per sei anni fino al 1987. Dopo una parentesi all’ufficio studi dell’Eni, è volato a Washington dove vive da 25 anni. Al Fmi Cottarelli ha lavorato ovunque: dall’ufficio per l’Europa al dipartimento Mercati finanziari. A lui va l’ingombrante eredità di Enrico Bondi, uscito dopo pochi mesi insieme a Monti e per il quale la revisione della spesa pubblica è rimasta un’incompiuta. Ora Saccomanni vuole fare di quel posto un ufficio più strutturato e con uno staff a disposizione capace di elaborare i dati.