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 2013  ottobre 03 Giovedì calendario

“QUEL FIGLIO NON È TUO MA DI FRANK SINATRA” LA VENDETTA DI MIA CONTRO WOODY ALLEN

NEW YORK
La vendetta di Mia Farrow contro l’ex compagno Woody Allen continua implacabile. Gli “nega” l’unico figlio biologico. E potrebbe trascinarlo in tribunale con nuove accuse di pedofilia. La nuova puntata della rissa post-rottura arriva da un reportage di Vanity Fair.
Che riprende un gossip circolato a lungo a Hollywood: Ronan Farrow, oggi 25enne e considerato l’unico figlio nato dalla relazione tra Mia e Woody, in realtà sarebbe stato concepito con Frank Sinatra. Il cantante italo-americano era stato sposato per soli due anni (dal 1966 al 1968) con la star di Rosemary’s Babye Il Grande Gatsby, ma la loro amicizia durò molto più a lungo. Qualcosa di più di un’amicizia. I due ebbero una relazione extra — o post-coniugale anche in periodi in cui la Farrow stava insieme ad altri (il musicista André Previn dal 1970 al 1979, Allen dall’80 al 1992).
I begli occhi azzurri di Ronan, osserva il tabloid New York Post, sono proprio identici a quelli del grande Frank, detto The Voice. Ora il gossip riceve per la prima volta una conferma che più autorevole non si può. È la stessa Mia, intervistata da Vanity Fair, a confessare: «Sì, è possibile». Non proprio una certezza, ma insomma c’è di che far planare il dubbio sulla paternità di Woody. L’unico dettaglio che gioca a sfavore di Frank è l’età, all’epoca del presunto concepimento: 78 anni. Mai dire mai, però.
Di certo la Farrow è sempre rimasta legata al mito di Sinatra, ha mantenuto ottimi rapporti con la figlia del cantante, Nancy. Mia andò al funerale di Frank accompagnata proprio dal figlio Ronan. Il quale è stato cresciuto, nell’età adulta, in un clima di rancore inestinguibile verso il padre (o patrigno?) Woody. Oggi Ronan ha 25 anni, è un avvocato di successo, ha sostenuto la madre nella campagna umanitaria contro il genocidio del Darfur. Legatissimo alla mamma, non sarà certo lui a prendere le distanze dall’ennesima offensiva contro Allen. Che non si limita al virtuale disconoscimento di paternità.
La bordata più micidiale nell’inchiesta di Vanity Fair è un’altra. Una figlia adottiva della Farrow, la 28enne Dylan, per la prima volta rompe il silenzio e conferma le accuse di pedofilia già circolate contro Woody. Lei aveva 7 anni, rivela Dylan, quando il patrigno la molestò nella casa materna del Connecticut. «Ricordo ancora quali vestiti indossavo quel giorno, quando lui mi toccò nell’attico di casa. Mi metteva in imbarazzo, ma credevo fosse normale per un padre toccare la figlia in quel modo». L’accusa è pesantissima, Mia l’aveva già lanciata, ora per la prima volta viene fatta propria da Dylan.
Nel 1993 l’allora avvocato di Stato del Connecticut, Frank Maco, dichiarò che c’era «causa probabile» per un’incriminazione d’ufficio ma preferì non procedere per non traumatizzare la bambina. A incastrare Allen, la Farrow ci aveva provato anche nel caso della sua figlia adottiva Soon-Yi, che a 20 anni decise di sposare Allen (da allora Soon-Yi ha troncato ogni rapporto con la madre). Per una singolare coincidenza, all’origine della carriera cinematografica di Mia Farrow ci fu quel Polanski (Rosemary’s Baby) che non può mettere piede negli Stati Uniti dopo essere stato condannato per pedofilia in una causa d’ufficio. Il castigo inesorabile della Farrow imbocca una nuova strada. Quando Sinatra era vivo, lei aveva esplorato soluzioni più sbrigative, chiedendo all’ex-compagno se poteva incaricare i suoi amici mafiosi di «spappolare le ossa» di Allen.