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 2013  settembre 22 Domenica calendario

ARTEMISIA, ODILE E LE ALTRE

Da Lavinia Fontana a Carla Accardi, da Rosalba Carriera a Odile Decq, da Artemisia Gentileschi ad Antonietta Raphaël Mafai: sono una sessantina le grandi artiste che hanno lavorato a Roma dal Cinquecento ad oggi e che Consuelo Lollobrigida racconta nel suo libro «Donne che dipingono» (Etgraphiae). La prima storicamente documentabile fu Diana Ghisi, intagliatrice, che nel 1576 si trasferì da Mantova nella città dei Papi. Una decina di anni dopo arrivò Lavinia Fontana, che nel 1599 firmò e datò la Visione di san Giacinto per la basilica di Santa Sabina e più tardi la Pala con il Martirio di santo Stefano per la basilica di San Paolo fuori le mura e la Testa di giovane conservata nella Galleria Borghese. Nel 1612 la città fu scossa dallo scandalo del processo contro il pittore Agostino Tassi, accusato di aver violentato la giovane allieva Artemisia Gentileschi, che verrà ricordata come l’unica donna artista della Roma barocca. In realtà il Seicento vide sfilare altre colleghe insigni, che hanno lasciato le loro opere un pò ovunque. Nel settecento passano Rosalba Carriera, Angelica Kauffman, Elisabeth Vigée-Lebrun. Ma è nel Novecento che le donne contribuiscono in prima persona alla fondazione di correnti e movimenti artistici. Benedetta Cappa, che nel 1923 aveva sposato Filippo Tommaso Marinetti, partecipa al primo congresso nazionale futurista. La Raphaël è tra le fondatrici della Scuola di piazza del Popolo. Accardi realizza il movimento di Forma 1. Gina Pane è considerata tra gli artisti più significativi della Body Art. E chi ricorda che fu Attilia Travaglio Vaglieri, a diffondere il gusto littorio firmando tra gli anni Venti e Trenta una cinquantina di progetti tra palazzi d’abitazione, piani urbanistici, impianti sportivi e ricreativi? Vinse anche il concorso internazionale per il museo greco-romano ad Alessandra d’Egitto, ma siccome era donna non le fu assegnato il premio. Per non offendere le leggi musulmane.
Lauretta Colonnelli