Fulmini 3/10/2013, 3 ottobre 2013
TRUCCO
«Ho imparato l’italiano con un trucco. Ogni mattina mettevo sull’attacco del manubrio un biglietto con 10 parole. Non lo parlo perfettamente, ma non è male» (Chris Froome).
LINGUE «Io sono stato insultato in tutte le lingue, ogni terzino che mi marcava imparava tutte le parolacce. Ma allora non c’erano tante telecamere e qualche gomitata gliela tiravo» (Gigi Riva)» (Gigi Riva).
SUBBUTEO «Mi piaceva starlo a guardare quando provava le sue tattiche con il Subbuteo: non aveva neppure dieci anni» (Sandrine, sorella dell’allenatore della Roma Rudi Garcia).
SACRIFICIO «Il nostro club è gestito come un’azienda familiare. La società mi accontenta: mi ha messo a disposizione una palestra e uno psicologo dello sport. Così sta emergendo lo spirito di sacrificio di ogni calciatore» (Marco Baroni, allenatore del Lanciano, capolista di Serie B).
LAVORO «Per me lavoro ha una valenza positiva. Dietro quella parola ci sono valori importanti: la fatica, il sacrificio, l’applicazione. Non è un termine negativo... Certo, il piacere è diverso da quello che ti può dare la lettura di un libro. Ma sempre di piacere si tratta» (Luca Vettori, trascinatore della Nazionale italiana di volley agli Europei).
RISPETTO «Marquez ha avuto una carriera diversa da Valentino. L’ho rispettato in passato e per quello che sta facendo ora. Ma dovrebbe essere più corretto. Ha avuto tanti quasi contatti quest’anno, è stato vicino a coinvolgere altri piloti: si deve calmare. Va forte, di sicuro vincerà dei Mondiali, ma deve avere più rispetto» (Casey Stoner).
FISICO/1 «È dura annunciare il ritiro, ma il fisico non mi permette più di competere ad alto livello. Forse un giorno potrei diventare capitano di Davis» (il tennista argentino David Nalbandian).
FISICO/2 «Il tennis è uno sport mentale, ma oggi senza un gran fisico non vai da nessuna parte. Devi giocare cinque set, devi giocare tutti i giorni, devi recuperare subito e la settimana dopo devi riadattarti a campo, palline e magari al fuso» (Novak Djokovic).
TORTA «Io la chiamo ”l’età della torta”: se apri il forno quando è troppo presto, la torta non cresce più. Lo stesso può accadere a un giocatore: si rischia di rovinarlo per sempre» (Cesare Prandelli).