Stefano M. Torelli, Sette 27/9/2013, 27 settembre 2013
FUGA DALLE AULE
Non solo colpi di Stato militari e un clima da guerra civile – in un Paese in cui ancora oggi vige il coprifuoco in alcune aree – ma anche problemi sociali destinati ad avere effetti devastanti per gli anni a venire. In Egitto, alle turbolenze politiche si aggiunge una condizione socio-economica critica, che si riassume con un dato, fornito ora dai centri di statistica: 16 milioni di analfabeti. Mentre molti danno per assodato che la scuola costituisca le fondamenta di una società, in Egitto ciò non sembra valere, anzi. Le ultime stime fanno preoccupare per il futuro del Paese e individuano un tasso talmente alto di analfabetismo, da richiedere un intervento drastico nel sistema dell’istruzione. Ai problemi contingenti legati al conflitto che l’Egitto sta vivendo, si aggiungono principalmente due cause principali a concorrere a questa situazione: la povertà e le differenze di genere. Un mix che, talvolta, si rivela davvero disastroso. Dei 16 milioni di analfabeti, infatti, più di 10 milioni sono donne. Ciò è dovuto, a sua volta, a vari fattori: alcune ragazze si sposano in età giovanissima e abbandonano gli studi, altre sono costrette a lavorare dentro casa e non possono studiare… A ciò si aggiunga la povertà. Non è un caso che il tasso di analfabetismo sia altissimo (quasi il 40% del totale della popolazione) nelle regioni dell’Alto Egitto, in cui i livelli di povertà raggiungono tassi altissimi. La percentuale di chi non sa leggere e scrivere tra le famiglie povere è il doppio di quella delle famiglie non povere. Spesso, infatti, l’istruzione costa e non tutti possono permetterselo: in media i ragazzi egiziani, una volta fnite le lezioni – la cui qualità è mediamente bassa – hanno infatti bisogno di seguire dei corsi intensivi privati. Senza contare un fenomeno in crescita: l’abbandono della scuola. Solo negli ultimi 10 anni, più di due milioni e mezzo di bambini hanno lasciato la scuola. Anche qui servirebbe un intervento statale più incisivo, se si pensa che, per i genitori che non mandano i propri ragazzi nelle aule durante il periodo della scuola dell’obbligo, spesso è prevista una multa che corrisponde a circa 1,2 euro. Un po’ poco come incentivo.