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 2013  ottobre 01 Martedì calendario

FENOMENOLOGIA DI OSCAR FARINETTI

Oscar Farinetti, 59 anni, inventore e presidente di Eataly (ai 10 già attivi in Italia se ne aggiungeranno, a breve, 2 a Milano; 9 sono in Giappone e uno a Manhattan), “scritturò” Tonino Guerra per pubblicità d’elettrodomestici UniEuro: fu il suo primo marchio di distribuzione, oggi la sua holding vanta «19 aziende e 2300 dipendenti. Sposato da 34 anni con Graziella (“un fenomeno, andiamo da Dio”), tre figli tra i 30 e i 23 anni già inseriti nel management delle aziende (“sono più in gamba di me”), Farinetti, piemontese di Alba, padre partigiano e nonno mugnaio, ha un debole però. “Facciamo che non parli di politica?”, lo implora la moglie, ma lui niente: è di sinistra, considera il Pd “neofobo” e punta su Matteo Renzi. “Ci sentiamo tutti i giorni. Dobbiamo fare una rivoluzione. Dolce ma clamorosa”. (…) “Faccio già la mia politica: investo in Italia e creo posti di lavoro. Per uscire dalla crisi. Vuole la ricetta? Primo: esportare di più. Vendiamo all’estero 31 miliardi di euro di agroalimentari e 4,7 di vino: la Francia ne fa rispettivamente 60 e 11. Secondo: turismo. Da noi 47,5 milioni di turisti, in Francia quasi 80. Segue: industria manifatturiera di precisione. Lo sa che siamo leader nell’arte di imbustare il tè e i cioccolatini?”» (intervista di Alessandra Di Pietro, Myself n. 22, settembre 2013).

CRISI E POLITICA «La crisi? Benvenuta! È un’opportunità per inventare. Mentre il benessere impigrisce. Tempo dieci anni, l’Italia non solo sarà fuori dal tunnel, ma Paese leader in Europa. Gli italiani ne hanno piene le scatole di imprenditori di successo che scendono in campo. Che ognuno resti al proprio posto. E poi finiamola di ridurre la politica al Palazzo». L’ex Air Terminal Ostiense (oggi sede di Eataly Roma) «fu costruito per i Mondiali del ’90. Costo: 115 miliardi di lire. Venne utilizzato per 37 giorni. È rimasto chiuso per vent’anni. Faceva spavento. Noi ci abbiamo puntato su 80 milioni di euro, dando lavoro a 500 giovani e rilanciando un quartiere. Per me questa è politica» (intervista di Marco Cicala, il Venerdì di Repubblica n. 1332, 27 settembre 2013).

PANTHEON «Un papa che si presenta al mondo dicendo Buonasera è un genio del marketing». «Da Bloomberg a Clinton, sono venuti tutti (e Eataly New York, aperto nel 2010 – ndr): con Barack la faccenda è più complicata. C’è la questione sicurezza. Per ricevere Obama dovrei tener chiuso Eataly tre giorni. Con quello che mi costa l’affitto a Manhattan non posso permettermelo». Sergio Marchionne «non è un rude, non ce l’ha coi sindacati. Forse ha commesso qualche errore comunicativo. Ma pure io mica le ho azzeccate tutte». Bruno Vespa «fa un vino mica male. Comunque molto meglio della sua trasmissione». Matteo Renzi «farà un buon casino. È un tenero ragazzo, un po’ fantozziano, ma lontano dal denaro e dal culto dell’io. Non gli ho dato un soldo. Anche perché non me li ha chiesti». A Tonino Guerra, invece, sì: un assegno da 100 milioni, al settimo viaggio in Romagna per convincerlo (ibidem).

NUMERI Il fatturato di Eataly è pari a 300 milioni, i clienti 25 milioni l’anno. Il nome nacque da una crasi, su proposta di una segretaria: in inglese, “eat” e “it” si pronunciano allo stesso modo. Presto aprirà uno spazio torinese di 12mila mq, a più piani, il cui simbolo sarà un pisello verde (ibidem).

CURIOSITÀ Da ragazzo vinse al Totocalcio 5 milioni e 300mila lire. Importava pesci rossi dalla Cina a gruppi di 10mila: arrivavano ibernati e lui li rianimava. Ha distrutto una Kawasaky 650 e una Porsche Cayenne, ora si muove in Bmw. Ha «una casetta e una barchetta» in Francia. Fuma tra 2 e 20 sigarette al giorno, ha un cellulare di vecchia generazione e non controlla le e-mail (lo fanno per lui i suoi assistenti) né ha mai messo piede in un negozio (lo fa per lui la moglie) perché preferisce entrarvi per studiarli e carpirne idee. (ibidem)

SCRITTURA In ottobre è in uscita il suo libro per Mondadori: “Storie di coraggio” (scritto con il socio giapponese Shigheru Hayashi, 252 pp., € 16,90): ha incontrato 12 produttori di vino di tutta Italia, bevendo con loro 5 bottiglie di altre aziende e discutendo di politica e cultura. Il suo amico (e da poco socio) Alessandro Baricco gli ha detto che, benché non sia uno scrittore, può essere un «narratore» (Myself, cit.). Nel 2011 ha scritto “7 mosse x l’Italia” (Giunti – Edizioni Gruppo Abele) e nel 2008 “Coccodè. Il marketing-pensiero di Oscar Farinetti” (Giunti). È anche blogger di Huffington Post Italia.