varie, 1 ottobre 2013
Tifo per Sette - Nel 2009 il 56% degli italiani si dichiarava tifoso di qualche squadra di calcio
Tifo per Sette - Nel 2009 il 56% degli italiani si dichiarava tifoso di qualche squadra di calcio. L’anno successivo era il 52%. Nel 2011 la percentuale era scesa a 45, nel 2012 a 43. Quest’anno 36%. All’interno di questa cifra, il 47% si dichiara «ultratifosa» (l’anno scorso era il 43%). Parallelamente, si è ridimensionato il tifo «tiepido», ormai poco più del 20%. (Ilvo Diamanti, la Repubblica 22/9) Tra i tifosi, solo il 23% va allo stadio qualche volta, il 4% ci va sempre. Il 56% tifa contro qualcun altro. (Ilvo Diamanti, la Repubblica 22/9) Circa il 40% dei tifosi non rimanda gli impegni per vedere le partite della sua squadra. Si limita a controllare il risultato in un secondo momento, accontentandosi degli highlights o di qualche registrazione. Spesso isolandosi dal resto del mondo, evitando di essere raggiunto da notizie e aggiornamenti che potrebbero rovinare la suspense della differita. (Bordignoni e Ceccarini, Repubblica.it 22/9) La Juventus in Italia ha 11,2 milioni di tifosi: il 29% del totale. Seguono Milan (16,3%), Inter (16%) e Napoli (11,6%). (mediaset.it) Le squadre di calcio più tifate in Europa: Barcellona (70 milioni di fan); Real Madrid (62 milioni); Bayern Monaco (53 milioni). La prima italiana in Europa è la Juventus, al settimo posto (38 milioni). (mediaset.it) “Tifare” viene dal greco “typhos”, la febbre che fa delirare. (etimo.it) “Ultras” deriva dal francese “ultra-royaliste”. Ai tempi della Seconda Restaurazione (1815-1830) indicava gli appartenenti al partito di monarchici conservatori che propugnavano il ripristino integrale della monarchia assoluta. (Focus.it 11/9/2009) Per seguire la squadra del cuore un tifoso inglese spende in 50 anni circa 145.000 euro. Di questi, 30.000 se ne vanno in abbonamenti al campionato, 20.000 nei biglietti di coppa. Gli spostamenti nelle varie trasferte costano 60.000 euro, il resto viene investito in gadget, cibo e bevande. I tifosi più accaniti raggiungono la cifra di 2.800 euro a stagione. (Corriere.it 13/9/2006) Secondo un sondaggio del Social Issues Research Center, i tifosi più appassionati d’Europa sono gli spagnoli: 7 su 10 preferiscono la partita al sesso e compiono rituali scaramantici prima di ogni match; 6 su 10 organizzano la loro vita in funzione del calcio. (Vanity Fair 18/6/2008) In Spagna, le donne trascurate dai mariti tifosi si chiamano “viudas de fútbol”, “vedove del calcio”. (Vanity Fair 18/6/2008) Lettera a Donna Letizia (Grazia 19 novembre 1961): «Odio le partite di calcio. Sfortunatamente sono fidanzata con un tifoso. Che cosa devo fare secondo lei? Lasciarlo andare tutte le domeniche e aspettarlo all’uscita? Oppure devo assistere con lui all’intero gioco, sopportando a denti stretti?». Risposta: «Sarebbe meglio assistere alla partita a denti scoperti (da un indulgente sorriso), contenta che lo svago preferito del suo futuro marito sia tanto rassicurante e innocente». Coppi assediato dalle tifose: l’autista personale del ciclista, Guido Oriani, ricorda che una volta, prima di una tappa dolomitica decisiva al Giro d’Italia, i dirigenti della squadra gli fecero fare la guardia davanti alla stanza d’albergo dove dormiva Coppi, temendo che Fulvia Franco, vincitrice di Miss Italia, andasse a disturbarlo. (Alessandro Fulloni, Corriere.it 27/2/2013) «Brutti come siamo, noi giocatori possiamo andare solo con le tifose» (Gianmarco Pozzecco, cestista e ora allenatore). «Uno dei miei rapitori, tifoso della Roma, era rimasto colpito dal fatto che Totti fosse sceso in campo con una maglia con scritto “Liberate Giuliana”» (Giuliana Sgrena). (la Repubblica 7/3/2005) Mario Monti, tifoso del Milan, racconta che il padre era juventino: «Ma eravamo a Milano e così scelsi una squadra della mia città». (Alessandro Trocino, Corriere della Sera 12/11/2003) La prima rissa da stadio documentata: nel 59 d.C. nell’anfiteatro di Pompei, durante uno spettacolo di gladiatori, tifosi locali se la presero con gli avversari di Nocera: prima si insultarono, poi si presero a sassate, infine s’accoltellarono. Nerone sospese per 10 anni qualsiasi manifestazione nell’anfiteatro della città. «Oggi il circo, contiene tutta Roma e dal fragore che mi percuote le orecchie, deduco che stanno vincendo i Verdi. Se perdessero, vedresti questa città mesta e sbigottita come quando i Consoli subirono la polvere di Canne» (Giovenale). Al tempo dell’imperatore Tiberio si scontrarono con violenza i tifosi di due attori teatrali: ci furono morti e feriti. Il Senato esiliò gli spettatori turbolenti. (Airone 2007) A Costantinopoli, sconvolta da uno scontro tra tifosi di aurighi avversari, l’imperatore Giustiniano fece chiudere i facinorosi nell’ippodromo. Poi mandò l’esercito a reprimerli: seimila morti. (Airone 2007) Caligola fece disperdere a bastonate i rumorosi fanatici giunti con ore di anticipo al Circo Massimo per assistere a uno spettacolo di gladiatori. (Airone 2007) Nel 390 Teodosio fece uccidere 15.000 persone per domare una rivolta di tifosi di Tessalonica. Nel 1314 re Edoardo I d’Inghilterra bandì il football per la violenza che istigava tra il pubblico. Gli ultrà “Barra del Indio” tifosi del Cúcuta Deportivo (Colombia) un paio di anni fa portarono in curva la bara di un loro amico assassinato il giorno prima. (Adriano Seu, Gazzetta.it 28/3/2011) Una volta si videro i tifosi dello Swaziland inseguiti dai calciatori, che armati di bastone volevano ripagarli delle contestazioni per un pareggio con il Capoverde. (Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport 17/10/2003) Gli ultrà dell’Inter City Firm (Icf), tifosi del West Ham di Londra, noti per la loro violenza. Presero nome dai treni che utilizzavano per andare a seguire le trasferte (Intercity). Non erano riconoscibili, dal momento che evitavano di indossare abbigliamento che facesse riferimento alla squadra. Soliti lasciare sul luogo degli scontri biglietti con la frase: «Congratulations, you have just met the Icf». Jack Nicholson, Denzel Washington, Andy Garcia, Leo Di Caprio e Dustin Hoffman tifosissimi della squadra di basket Los Angeles Lakers. Pier Ferdinando Casini, Romano Prodi, Granfranco Fini, Diego Abatantuono e Sergio Cofferati tifosissimi della squadra di basket Virtus Bologna. «Le innaturali concentrazioni metropolitane non colmano alcun vuoto, anzi lo accentuano. L’uomo che vive in gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine. Non gli mancano - fatte le debite eccezioni - i mezzi per sopravvivere e neppure i sempre più tiepidi affetti familiari. Gli manca invece la sintonia, il senso di esser legato agli altri uomini da un motivo qualsivoglia, magari modesto ma tale da riempire quasi automaticamente il suo vuoto. Di qui il grande e piccolo tifo» (Eugenio Montale).