Laura Laurenzi, la Repubblica 1/10/2013, 1 ottobre 2013
LA SECONDA VITA DELLA GONNA
NEGOZI vuoti ma mercatini dell’usato gremiti, a Porta Portese, a via Sannio, nei quartieri. Che cosa fa tutta quella gente? Fa upcycling e non lo sa. La parola, pochissimo nota in Italia, indica il riuso creativo: vuol dire riciclare qualcosa trasformandolo con estro, facendo una sorta di upgrading a un oggetto che in altri tempi sarebbe finito nel dimenticatoio. Upcycling è dare nuova vita e nuova identità a qualcosa di vecchio, di superato, di inservibile, di rotto, ed è certamente il campo della moda, assieme a quello dell’arredamento e dell’oggettistica, a dare i migliori risultati. L’upcycling è l’opposto dell’omologazione perché sforna solo oggetti unici. E a ben vedere non c’è neanche bisogno di uscire di casa e andare dal robivecchi per trovare la materia prima; basta spalancare gli armadi di casa e servirsi da soli delle tante cose che non usiamo più, come suggerisce nel manuale “La gonna che visse due volte” Alberto Saccavini, consulente di moda sostenibile e di commercio equo e solidale. Decine di idee, ma ben di più se ne trovano in rete, per riportare in auge il nostro guardaroba. E restando in tema, interessante anche dare un’occhiata a “Questo libro è un abat-jour, Catalogo ragionato degli oggetti mutanti”. Bella la sensazione di non sprecare.