Corriere della Sera 30/9/2013, 30 settembre 2013
INTERVENTI
& REPLICHE
LA VICENDA DI TELCO & TELECOM –
A proposito del dibattito sulla cessione da parte di alcuni operatori finanziari delle loro quote azionarie in Telco alla public company spagnola Telefonica, intervengo con tre precisazioni in merito: 1) La cessione delle azioni da Intesa e Generali a Telefonica cambia l’assetto azionario di Telco e non certo quello di Telecom, le cui azioni sono per la maggioranza assoluta e per oltre il 65% detenute e possedute da fondi americani, Blackrock in testa. Se, quindi, si volesse attribuire la nazionalità di un’industria alla titolarità delle azioni momentaneamente possedute, non c’è dubbio che Telecom andrebbe considerata una società americana e non certo spagnola, ricordando che gli spagnoli, anche nell’ipotesi di acquisto del 100% di Telco, avrebbero solo il 22% di Telecom. Naturalmente questo ragionamento nel libero mercato mondiale è sbagliato. L’attribuzione di una nazionalità ad una public company non può prescindere dalla nazionalità del suo management, dei suoi dipendenti, dalla localizzazione degli opifici, dalla titolarità delle licenze e dei brevetti, dal know how.
2) Non si può non rimanere sbigottiti di fronte alle dichiarazioni preoccupate e allarmiste di quei commentatori che, giustamente, sostengono la necessità che le banche tornino al loro ruolo di raccolta del risparmio e di allocazione degli impieghi presso l’apparato produttivo del Paese. Una volta tanto che Intesa e Generali fuoriescono da una platea azionaria e riprendono il loro ruolo istituzionale, ciò viene contestato? 3) Chi invoca l’uso della golden share dovrebbe ricordare che i poteri speciali del ministro dell’Economia non potrebbero mai essere fatti valere nei confronti di capitali provenienti dall’Unione Europea, per non violare apertamente lo spirito e la lettera dei trattati istituzionali dell’Unione Europea. Una golden share avverso capitali europei potrebbe essere utilizzata solo decidendo di uscire dall’Unione Europea e indirizzando il nostro Paese verso un baratro autarchico e medievale.
Cesare San Mauro Professore di Diritto commerciale de La Sapienza già Presidente Autorità Vigilanza Servizi Pubblici Locali di Roma Italiani e politica Che gli italiani si allontanino sempre di più dalla politica è risaputo, l’insensata crisi di governo che sta per aprirsi sarà il classico «colpo di grazia» per la rottura definitiva. rbferrari9@gmail.com Roberto Ferrari,