VARIE 30/9/2013, 30 settembre 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LA LOTTA DI SUCCESSIONE NEL CENTRO-DESTRA
REPUBBLICA.IT
ROMA - Tutto chiarito, polemiche rientrate. Silvio Berlusconi silenzia il dissenso nel Pdl durante il suo discorso ai gruppi parlamentari. E chiude il sipario sul governo Letta: "La nostra esperienza è finita". Il Cavaliere si assume la piena responsabilità delle dimissioni dei ministri. "Ho deciso da solo". E calma le acque interne. "Forza Italia non è una forza estremista e nessuno mi ha costretto". Ai dissidenti un’unica frecciata. "I panni sporchi si lavano in casa" - punge il Cavaliere - che poi però annuncia: "Le polemiche sono rientrate dopo il chiarimento di oggi. C’è unità d’intenti, loro temono che le dimissioni facciano perdere consenso: hanno ragione, ma ora è superato. Dobbiamo restare uniti, non dobbiamo dare all’esterno l’impressione che sta dando il Pd". Unica voce fuori dal coro sarà - alla fine quella di Fabrizio Cicchitto: "Ho chiesto un dibattito, ma mi è stato detto di no". Mentre il solo passo indietro che fa il leader del Pdl è quello di congelare le dimissioni dei parlamentari.
Problemi interni risolti. Il discorso odierno del Cavaliere mette dunque un freno alle tensioni interne. Nel giorno in cui si è registrato anche lo scontro tra i cosiddetti dissidenti, che in mattinata hanno rassegnato le dimissioni irrevocabili, e il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. "Non ci facciamo intimidire. Con noi non funzionerà il metodo Boffo" - queste le parole dei ministri dopo un duro editoriale del quotidiano. Poi si susseguono un vertice tra Alfano e Berlusconi, la riunione degli ex ministri e infine quella dei parlamentari di Camera e Senato. In cui il leader prova a spiegare le ragioni della sua decisione: "Gli italiani non capivano come facevamo a stare al governo con la sinistra se i nostri deputati si erano dimessi" - dice Berlusconi. Che poi si scaglia contro la magistratura: "L’uso politico della giustizia è un cancro della democrazia" - sono le parole che avrebbe pronunciato l’ex premier. Prendendo di mira, in particolare, Magistratura democratica: "Un’associazione prevalentemente segreta che ha fatto piazza pulita dei partiti democratici". E confermando la manifestazione del 4 ottobre a piazza Farnese, nel giorno in cui si riunisce la giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, per votare la sua decadenza.
Provvedimenti economici in 7 giorni, poi voto. Infine l’ex premier esclude ogni ipotesi di ’governicchi’ e conferma soltanto la disponibilità a votare alcuni provvedimenti in materia di economia. In particolare "l’approvazione in 1 settimana" del decreto Iva, dell’abolizione della seconda rata Imu, con emendamento, e della legge di stabilità "senza aumento delle tasse. Poi - avrebbe aggiunto - si chiude e si va a votare".
Cicchitto fuori dal coro. Discorso che si chiude senza repliche. Fa eccezione, come detto, Fabrizio Cicchitto. "Mi sarei augurato che fosse seguito un dibattito" - dice il deputato che poi rincara: "La situazione non è affatto chiarita. Per fare quello che il presidente Berlusconi ha proposto, sarebbe stato opportuno chiedere il ritiro delle dimissioni dei ministri", - sottolinea Cicchitto - "altrimenti dobbiamo votare la fiducia al governo". Ma quanto al primo punto, Berlusconi ha richiesto anche le dimissioni dei sottosegretari.
Letta mercoledì mattina in Senato. Si delinea intanto il cammino parlamentare della crisi. Il premier sarà al Senato mercoledì mattina alle 9.30 e alla Camera dalle ore 16 per le comunicazioni sulla stituazione politica. L’orientamento del governo sembra essere quello di chiedere un voto di fiducia. "Ci sono delle formalità da rispettare. La questione di fiducia si pone su risoluzioni che devono presentare i gruppi - spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini -. Ma la volontà del Governo è di andare al chiarimento e porre quindi la questione di fiducia". A Montecitorio il presidente del Consiglio parlerà per 40 minuti, mentre due saranno le ore dedicate al dibattito. Tutto il confronto parlamentare dovrebbe concludersi entro le 22.
L’allarme di Epifani. A imprimere un ritmo più drammatico alla crisi, ci sono le notizie in arrivo dai mercati. Con lo spread che torna a salire e vari titoli in picchiata a piazza Affari. Si è detta preoccupata la cancelliera Angela Merkel, ma anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. "Il centrodestra sta facendo saltare in aria il Paese ed era evidente che lo spread sarebbe ripartito", ha detto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, intervistato a Radio24. "E’ troppo presto per fare pronostici, si vedrà mercoledì - ha aggiunto - ma ’no al governicchio’ vuol dire ’no’ a un governo che trova i voti dei transfughi per fare una vita stentata".
RINCARANO BENZINA E IVA
MILANO - Ultime 24 ore prima del nuovo rincaro dei carburanti. Per effetto del mancato slittamento dell’aumento dal 21 al 22% dell’aliquota ordinaria dell’Iva, infatti, il prezzo raccomandato della benzina salirà di circa 1,5 centesimi di euro/litro, quello del diesel di 1,4 ed il gpl di 0,7 centesimi. Anche se l’impatto sui prezzi praticati non dovrebbe essere immediato ma spalmarsi lungo la settimana in funzione della fisiologica rotazione delle scorte.
In realtà - sottolinea Quotidiano Energia - si tratta quasi di un "vantaggio" per i consumatori visto che la bozza del decreto legge che avrebbe dovuto esaminare il cdm venerdì prima del precipitare della crisi di governo prevedeva, a copertura del rinvio, un rincaro delle accise sui carburanti di 2 centesimi al litro per tutto il 2013 e poi di 2,5 fino al 15 febbraio 2015.
Intanto i prezzi praticati sul territorio sono ancora in calo generalizzato, per via delle numerose riduzioni di quelli raccomandati la scorsa settimana. Le medie nazionali della benzina e del diesel sono rispettivamente a 1,796 e 1,724 euro/litro (gpl a 0,813). Le "punte" in alcune aree sono per la "verde" fino a 1,844 euro/litro, il diesel a 1,751 e il gpl a 0,850.
L’INCUBO DEGLI ADEMPIMENTI
Oggi è il 30 settembre, ultimo giorno del mese e del terzo trimestre dell’anno. Ed è, soprattutto per i cittadini, un giorno da incubo per le imposte e i termini per comunicazione pagamenti di tasse e contributi. Si calcola infatti che siano almeno 49 i vari adempimenti burocratici odierni, sebbene in alcuni comuni il numero possa essere addirittura superiore.
Tra le scadenze più popolari c’è la dichiarazione Irap annuale da presentarsi separatamente dall’Unico in via telematica; quindi la presentazione di Unico 2013 in via telematica da parte di persone fisiche, società di persone, enti e società di capitali; scade poi il termine della dichiarazione dell’Iva e quello della dichiarazione Imu per sanare la mancata presentazione della dichiarazione per gli immobili per i quali c’era l’obbligo di rivelarsi nel 2012; oggi è anche il giorno della scadenza in diversi comuni (tra i quali per esempio Milano) per il pagamento in una unica rata della Tares sui rifiuti urbani.
Sempre in data odierna devono essere versati i contributi volontari Inps relativi al secondo trimestre 2013; restando in tema di Inps, è entro oggi che devono essere denunciati i pagamenti effettuati nel mese precedente a dipendenti e collaboratori; per chi poi volesse regolarizzare omessi, ritardati o carenti versamenti di imposte relativi all’anno 2012 è proprio il 30 settembre l’ultimo giorno utile. Insomma, un vero e proprio trionfo della burocrazia.
CHE DICE IL PD
ROMA - Se la situazione precipitasse, e si dovesse tornare al voto "tra fine febbraio e primi di marzo", il Pd sarebbe costretto a velocizzare le primarie per la scelta del premier fissandole a dicembre. E dunque tagliando la consultazione sul segretario e puntando anzitutto a individuare una sua candidatura. Massimo D’Alema torna a dire la sua sulle prossime tappe dei democratici: "Temo che a dicembre si dovrebbero fare le primarie per il premier" ha detto a chi gli chiedeva del congresso, aggiungendo che "d’altra parte c’è stato un fulmine a ciel sereno".
"Certamente, nel Pd ci sono diverse personalità che potrebbero essere premier - ha aggiunto l’ex presidente del consiglio - e non mi limiterei solo a Enrico Letta e Matteo Renzi". Ha citato, ad esempio "nuove leve che ci sono tra gli amministratori locali". A chi gli domandava se lui sarebbe candidabile, D’Alema ha spiegato: "Io ho già dato. Non sono nemmeno stato candidato al Parlamento e per reati anche meno gravi di Berlusconi: essere stato un leader della sinistra, per il resto incensurato".
D’altronde per puntare a un governo Letta bis occorrerebbero "fatti politici rilevanti sotto il profilo della qualità politica e dei numeri" perché "con un pugno di dissidenti non si governa il Paese". D’Alema ha spiegato che "se una parte rilevante del Pdl dovesse staccarsi e fare una scelta europea questo dovrebbe essere considerato perché potrebbe rappresentare uno scenario politico nuovo". Altrimenti, sembra suggerire, meglio il voto.
"Se matura uno scenario politico nuovo - ha aggiunto - che possa far pensare anche a un rilancio politico di un governo che ha anche bisogno di una messa a punto programmatica, allora benissimo, allora un Letta bis avrebbe una missione chiara, ma se c’è un appoggio tecnico, allora va fatta la legge stabilità perché non vogliamo farcela scrivere dell’Europa, la nuova legge elettorale e dopo di che si va al voto. Non sono un fan del voto anticipato ma a volte è una via d’uscita democratica a una situazione che rischia di diventare molto ingarbugliata".
L’ex ministro degli Esteri ha parlato anche di Beppe Grillo: da parte dell’ex comico genovese ci sono state parole "di inaudita violenza: se la gente vota ancora Pd e Pdl se ne va dall’Italia? Beh, è una buona opportunità. Potrebbe abbandonare il Paese a nuoto, sarebbe una bella scena: staremmo tutti lì a salutarlo" ha chiuso D’Alema.
Renzi: "No al teatrino delle dichiarazioni". "In tanti mi chiedono: ’che pensi della crisi di governo?’. Spiacente, non partecipo al festival-teatrino delle dichiarazioni. Aspettiamo di sentire cosa dirà il premier Letta e di vedere cosa deciderà il Parlamento". Così Matteo Renzi interviene su Facebook in merito alla crisi
Non crede alla fiducia risicata neanche il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, considerato vicino al sindaco di Firenze: "Sarebbe una bruttissima soluzione - ha detto - in ogni caso bisogna garantire al Paese l’approvazione della legge di stabilità e il mantenimento del rapporto deficit pil sotto il 3%. Eravamo pronti a farlo se non succedeva questa sceneggiata delle dimissioni dei parlamentari". Per Delrio, "se non ci sono le condizioni per un’ampia maggioranza meglio fare subito legge di stabilità e legge elettorale e tornare a votare".
In tanti mi chiedono: "Che pensi della crisi di governo?". Spiacente, non partecipo al festival-teatrino delle dichiarazioni. Aspettiamo di sentire cosa dirà il Premier Letta e di vedere cosa deciderà il Parlamento. Nel frattempo l’unico modo per restituire un po’ di dignità alla politica è fare bene il proprio mestiere. Oggi sono intervenuto in Consiglio Comunale sui risultati amministrativi del mondiale di ciclismo (rastrelliere, strade asfaltate, piste ciclabili, spazi culturali riaperti) e stamattina ho inaugurato l’asilo nido al Palazzo di Giustizia (liste d’attesa diminuite del 90% in quattro anni). La politica deve parlare meno e fare di più
EDITORIALE DI SALLUSTI
Alfano, Quagliariello, Lorenzin, Lupi e Di Girolamo, con qualche distinguo di forma e di sostanza, si adeguano ma non condividono, al punto di ventilare un loro futuro fuori da Forza Italia, non si capisce se sulle orme di quel genio di Gianfranco Fini. Accusano Berlusconi di essersi lasciato condizionare dai falchi e di aver impresso al partito una deriva eversiva. Nelle prossime ore si capirà qual è il confine tra la reazione a caldo e un’analisi sul futuro, ma qualche osservazione la si può già fare, perché comunque, nei loro ragionamenti, non tutto torna secondo logica.
Per esempio: Alfano non può non sapere che Berlusconi non è uomo condizionabile, come dimostra la sua vita di politico e imprenditore che nei momenti decisivi, dopo aver ascoltato tutti fino alla nausea, ha sempre deciso di testa propria, a volte smentendo i pareri di consiglieri storici, figli e potenti di turno. Attribuire ai falchi un tale, inedito potere è ridicolo, un modo forse di esorcizzare il fallimento di una alleanza, quella con il Pd, in cui avevano creduto e nella quale volevano continuare a credere dalla comoda poltrona di ministri.
La seconda osservazione riguarda la parola «eversione». Non vedo che cosa ci sia di eversivo nel non volere rendersi complici di uno scellerato aumento di tasse. Lo chiedo in primis al professor Quagliariello, anima liberale pura della compagine, che in quanto tale avrebbe dovuto essere il primo a ritirare la sua firma dalla stangata fiscale che si stava profilando. Ma si sa come sono fatti i professori: galantuomini che sanno tutto ma che sanno fare poco, se non appunto i professori. I precedenti non mancano. La Fornero, principe del diritto del lavoro, con la sua riforma ha messo per strada decine di migliaia di lavoratori esodati. La Severino, principe del diritto, ha dato il nome alla legge, quella sulla decadenza, più incostituzionale della storia repubblicana.
Io credo invece che «eversiva» sia stata la decisione di Letta e del Pd di alzare le tasse e non onorare i patti di maggioranza. Eversivo è il comportamento, preconcetto e fazioso, dei membri della giunta del Senato che hanno annunciato la decadenza di Berlusconi ancor prima di iniziare i lavori. Eversivo è il complice silenzio di Napolitano di fronte alla costante violazione delle garanzie democratiche.
In quanto alla mancata collegialità della decisione, penso che durante le centinaia di vertici convocati da Berlusconi negli ultimi mesi non si sia parlato di Milan o del tempo. Credo che ognuno abbia potuto liberamente dire la sua. È che alla fine una decisione va presa, e tocca al leader farlo. Esattamente come è successo quando si è trattato di scegliere i cinque ministri (loro) da mettere al governo. Del resto, la decisione di Berlusconi è perfettamente in linea con quella di dimettersi, liberamente presa in precedenza, da tutti i parlamentari. Cosa immaginavano? Di uscire dal Parlamento e restare al governo a metter su tasse? Mistero.
ILGIORNALE.IT
Angelino Alfano guida la pletora dei ministri del Pdl contro il Giornale. Un attacco immotivato contro il direttore Alessandro Sallusti. Ci sono le firme di tutti e cinque. All’indomani delle repliche piccate alla crisi di governo voluta da Silvio Berlusconi, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliarello hanno seguito il vicepremier a fare la fronda al Giornale.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano
"È bene dire subito al direttore del Giornale, per il riguardo che abbiamo per la testata che dirige e una volta letto il suo articolo di fondo di oggi, che noi non abbiamo paura. Se pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il nostro Movimento politico, si sbaglia di grosso - hanno dichiarato in una nota congiunta - se il metodo Boffo ha forse funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi".
Nell’editoriale Eversivo è alzare le tasse, liberale è non farlo, Sallusti ha fatto presente ad Alfano, che ieri sera si era detto "diversamente berlusconiano" rispetto a chi in Forza Italia ha "posizioni estremistiche", che attribuire ai falchi poteri sul Cavaliere, che "ha sempre deciso di testa propria", è "un modo di esorcizzare il fallimento" dell’alleanza con il Pd. A Quagliariello, invece, il direttore del Giornale ha ricodato che non c’è nulla di eversivo "nel non volere rendersi complici di uno scellerato aumento di tasse". "Io credo che ’eversiva’ sia stata la decisione di Letta e del Pd di alzare le tasse e non onorare i patti di maggioranza", ha continuato Sallusti ribattendo a chi lamentava la mancanza di collegialità nelle decisioni che spetta sempre al leader farlo dopo averne parlato a lungo coi vertici del partito. "Del resto - ha concluso il direttore - la decisione di Berlusconi è perfettamente in linea con quella di dimettersi, liberamente presa in precedenza, da tutti i parlamentari. Cosa immaginavano? Di uscire dal Parlamento e restare al governo a mettere su tasse?". L’editoriale non è piaciuto ad Alfano e ai ministri chiamati in causa. Tuttavia, anziché replicare sui contenuti, hanno scritto una nota preventiva per attaccare il Giornale. "È bene dire subito al direttore, per il riguardo che abbiamo per la testata che dirige e una volta letto il suo articolo di fondo di oggi, che noi non abbiamo paura - si legge nella nota - se pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il no stro movimento politico si sbaglia di grosso". Quindi, i ministri dimissionari del Pdl hanno concluso con un attacco personale: "Se il metodo Boffo forse ha funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi che eravamo accanto a Berlusconi quando il direttore del Giornale lavorava nella redazione che divulgò informazioni di garanzia al nostro presidente, durante il G7 di Napoli nel 1994". "Se intende impaurirci con il paragone a Gianfranco Fini, sappia che non avrà case a Montecarlo su cui costruire campagne", hanno aggiunto ad una voce i cinque ministri pidiellini piccati probabilmente dal passaggio dell’editoriale in cui Sallusti si è chiesto se i cinque ministri ventilano un futuro fuori da Forza Italia "sulle orme di quel genio di Gianfranco Fini".
A stretto giro è arrivata la replica del direttore del Giornale che si è detto "allibito" per la reazione di Alfano e dei ministri dimissionari. "Neppure io ho paura", ha comunque fatto sapere Sallusti ricordando ai cinque esponenti del Pdl di aver "già pagato con la detenzione squallide minacce alla libertà di espressione".
«La nostra esperienza di governo è finita» È ultimativo Silvio Berlusconi al termine della riunione coi suoi a Palazzo Grazioli, dove ha anche chiarito di aver «deciso lui» di chiedere ai ministri del Pdl di rassegnare le dimissioni dal governo.
«TORNARE AL VOTO» - Fine dei cinque mesi dell’esecutivo Letta, dunque? Sì, anche se Berlusconi garantisce che: « il decreto Iva sarà approvato. Abbiamo le coperture per 10 miliardi: no all’aumento di benzina e simili. È una follia l’aumento dell’Iva». E comunque «la linea politica economica di Letta minimalista e rinunciataria». Il Cavaliere dice «no a governicchi con maggioranze raffazzonate, transfughi e con gente scappata di casa». E chiede pure le dimissioni dei sottosegretari. Insomma, approvati i provvedimenti, «bisognerà tornare a votare»
«NON SIAMO ESTREMISTI» Berlusconi torna sui motivi della scelta: «Ho deciso nella notte. Perché gli italiani non capivano come facevamo a stare al governo con la sinistra se i nostri deputati si erano dimessi». E continua: «Dobbiamo spiegare ai nostri cittadini le nostre ragioni Forza Italia non è una forza estremista e nessuno mi ha costretto a far dimettere i ministri». E, riguardo al clima agitato all’interno del partito, commenta: « Dobbiamo restare uniti, non dobbiamo dare all’esterno l’impressione che sta dando il Pd, i panni sporchi si lavano in casa. Quello che hanno fatto i ministri lo hanno fatto in buona fede ma abbiamo chiarito tutto.»
MAGISTRATURA DEMOCRATICA? UN’ASSOCIAZIONE SEGRETA - Poi, ancora una volta, l’attacco ai giudici:«La missione di Magistratura Democratica è quella di garantire la democrazia. E per loro c’è democrazia solo se la sinistra è al potere. Hanno fatto piazza pulita dei partiti democratici». Rincarando poi la dose: «Magistratura Democratica è un’associazione prevalentemente segreta. Sono noti solo i dirigenti e i candidati».
CICCHITTO, VOCE CONTRO - E, a fine riunione, mentre la quasi totalità dei parlamentari del Pdl annuncia che voterà no alla mozione di fiducia del Premier l’unica voce contro sembra quella di Cicchitto: «O congeliamo le dimissioni dei ministri e, così facendo, vengono meno le ragioni per un voto di fiducia oppure il Pdl deve votare la fiducia». Così Fabrizio Cicchitto al termine della riunione del Pdl, sottolineando che questo è l’unico modo per fare ciò che Berlusconi ha detto e cioè votare delle misure in pochi giorni. E poi ha aggiunto: «Mi sarei augurato che all’intervento di Berlusconi fosse seguito un dibattito, anche convocando un’altra riunione domani. Ma mi è stato detto di no».
ANSA.IT
"Una crisi che appare irresponsabile provocare non solo per le sue ripercussioni economiche, ma per le ricadute sulla credibilità dell’intera classe politica italiana". E’ quanto scrive l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede in un articolo dal titolo: "L’Italia costretta a uno nuova crisi politica". "Il timore - scrive il giornale vaticano - è che il tessuto condiviso di regole sul quale si basa ogni convivenza civile, lacerato nel corso di questi anni da un confronto politico esasperato, rischi di uscire definitivamente compromesso da una chiamata permanente allo scontro". "E solo sullo sfondo, purtroppo - aggiunge -, rimangono i problemi irrisolti della disoccupazione e delle scarse risorse a disposizione, per esempio, degli enti locali, alcuni dei quali hanno denunciato proprio in questi giorni di essere sull’orlo del collasso finanziario".
Silvio Berlusconi alla Camera per la riunione dei gruppi congiunti del Pdl. A palazzo Grazioli c’e’ stato un vertice tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito. A via del Plebiscito la delegazione ministeriale del partito guidata da Angelino Alfano. Il vice premier insieme agli altri ministri del Pdl, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, ha rassegnato questa mattina le dimissioni dal governo in modo irrevocabile. La decisione di far dimettere i ministri è stata mia. Lo ha detto, a quanto si apprende, Silvio Berlusconi, nel corso della riunione dei gruppi del Pdl. "Dobbiamo restare uniti, non dobbiamo dare all’esterno l’impressione che sta dando il Pd, i panni sporchi si lavano in casa. Quello che hanno fatto i ministri lo hanno fatto in buona fede ma abbiamo chiarito tutto", ha detto, a quanto raccontano, Silvio Berlusconi nel corso della riunione del Pdl. "Per il bene del Paese assicuriamo che in una settimana votiamo la cancellazione della seconda rata Imu, la legge di stabilità, purche’ non aumenti la pressione fiscale, la cancellazione dell’Iva e poi torniamo al voto e vinciamo", ha affermato Berlusconi ai gruppi Pdl. Il 4 ottobre si terrà la manifestazione del Pdl in piazza Farnese, hanno deciso i gruppi nel corso della riunione a cui ha preso parte Silvio Berlusconi.
La nostra esperienza di governo è finita. Lo ha detto, a quanto si apprende, Silvio Berlusconi ai parlamentati del Pdl.
Cicchitto, o ritiro dimissioni ministri o fiducia - "O congeliamo le dimissioni dei ministri e, così facendo, vengono meno le ragioni per un voto di fiducia oppure il Pdl deve votare la fiducia". Così Fabrizio Cicchitto al termine della riunione del Pdl, sottolineando che questo è l’unico modo per fare ciò che Berlusconi ha detto e cioè votare delle misure in pochi giorni".
Il premier Enrico Letta interverrà al Senato mercoledì alle 9.30 per vedere se il suo Governo ha ancora la fiducia del Parlamento. Il suo discorso e la seduta nel complesso verranno trasmessi in diretta tv, così come richiesto in Conferenza dei capigruppo dal ministro Franceschini, ("i cittadini devono sapere che succede"). Il premier Letta interverra’ poi nel pomeriggio, a partire dalle 16, alla Camera.
Fitch, da tensione politica rischi rating Italia- ’’La potenziale caduta del governo italiano ’’mette a rischio gli obiettivi di bilancio e ’’crea incertezza in un periodo cruciale’’. Lo scrive l’agenzia di rating FItch. ’’Un’incertezza prolungata’’ o ’’una minor fiducia sul calo del debito/Pil dal 2014’’ sono ’’inneschi potenzialmente negativi per il rating’’. ’’Se le turbolenze politiche impediscono di presentare la legge di bilancio 2014 alla Ue il 15 ottobre o l’Italia non riesce a centrare gli obiettivi del patto di stabilità, sarebbe più difficile da ottenere in caso venga chiesto’’ il sostegno della Ue e della Bce. Lo scrive l’agenzia di rating Fitch.
Si registra la prima conseguenza della crisi di governo: il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto legge Imu slitta a giovedì. E’ quanto si apprende da fonti parlamentari.
Sallusti, ministri Pdl come quel genio di Fini - "Eversivo e’ alzare le tasse, liberale è non farlo". E’ titolato così l’editoriale de "Il Giornale" di oggi che ha suscitato la reazione irata di tutti i ministri del Pdl, Angelino Alfano in testa. Il direttore scrive che i ministri "con qualche distinguo di forma e di sostanza, si adeguano, ma non condividono al punto di ventilare un loro futuro fuori da Forza Italia, non si capisce se sulle orme di quel genio di Gianfranco Fini", fatto questo che ha spinto i ministri a evocare il "metodo Boffo". Altra stoccata è ai professori, "in primis Quagliariello". "Si sa come sono fatti i professori: galantuomini che sanno tutto, ma che sanno fare poco, se non appunto i professori. I precedenti non mancano". E il direttore cita in proposito la Fornero. Sallusti definisce "eversiva" la decisione di alzare le tasse e il comportamento "preconcetto e fazioso dei membri della Giunta". "Eversivo è il complice silenzio di Napolitano". E sulla collegialità della decisione sulle dimissioni "durante le centinaia di vertici convocati da Berlusconi" non si è certo parlato "di Milan o del tempo". Cosa immaginavano i ministri "di uscire dal Parlamento e restare al governo a metter su tasse? Mistero".
"E’ bene dire subito al direttore de Il Giornale" che "noi non abbiamo paura". "Se il metodo Boffo ha forse funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi". E’ quanto affermano in una nota congiunta tutti i ministri del Pdl in risposta all’Editoriale de Il Giornale di oggi.Questa la dichiarazione integrale sottoscritta da Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliarello, in merito a quanto pubblicato oggi, su Il Giornale, a firma del direttore Sallusti: "E’ bene dire subito al direttore de Il Giornale, per il riguardo che abbiamo per la testata che dirige e una volta letto il suo articolo di fondo di oggi, che noi non abbiamo paura. Se pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il nostro Movimento politico, si sbaglia di grosso"."Se intende impaurirci con il paragone a Gianfranco Fini, sappia che non avrà case a Montecarlo su cui costruire campagne. Se il metodo Boffo ha forse funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi che eravamo accanto a Berlusconi quando il direttore de Il Giornale lavorava nella redazione che divulgo’ l’informazione di garanzia al nostro presidente, durante il G7 di Napoli, nel 1994", conclude.
’’Sono allibito, neppure io ho paura. Ho già pagato con la detenzione squallide minacce alla libertà di espressione. Punto’’. Così, parlando con l’ANSA, il direttore de ’Il Giornale’ Alessandro Sallusti ha replicato ai ministri del Pdl che lo hanno accusato di usare ’’il metodo Boffo’’. Il direttore del quotidiano non ha voluto aggiungere altro.
Sindacati, serve vero governo paese,assemblee-presidi - Cgil, Cisl e Uil "esprimono la loro preoccupazione per la crisi istituzionale causata dall’irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre interessi personali alle condizioni del paese". Serve, chiedono, "un vero governo del paese". E preannunciano assemblee nei luoghi di lavoro, presidi, volantinaggio dai supermercati alle chiese.
Squinzi, rischiamo commissariamento Europa - ’’Mi auguro che tutta questa instabilità non porti a una precettazione da parte dell’Europa e a una gestione commissariale’’. Lo afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a proposito dell’attuale crisi politica.
Epifani, no a governo stentato con trasfughi - ’’E’ troppo presto per fare pronostici sul futuro del governo Letta. Ma dico no a governi con trasfughi che viva una vita stentata’’. Lo ha detto Guglielmo Epifani a Radio 24. Il leader del Pd accusa il Pdl di avere provocato, con le le sue scelte sul governo, il nuovo aumento dello spread registrato questa mattina. "Il centrodestra sta facendo saltare in aria il Paese ed era evidente che lo spread sarebbe ripartito. Il Pdl sta facendo saltare il Paese. Vediamo come finisce. Non spero in elezioni anticipate, ma non le temo’.
Fassina, conti sotto controllo, rispetteremo 3% - I conti pubblici italiani sono ’’sotto controllo’’ e il Paese sarà in grado di mantenere il deficit sotto il 3% del pil. Lo ha assicurato il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, in un’intervista a Bloomberg Television, aggiungendo che sarà rispettata la scadenza del 15 ottobre per la presentazione della legge di stabilità
Franceschini, intenzione chiedere fiducia - "Ci sono delle formalità da rispettare. La questione di fiducia si pone su risoluzioni che devono presentare i gruppi. Ma la volontà del Governo è di andare al chiarimento e porre quindi la questione di fiducia". Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Franceschini al termine della conferenza dei Capigruppo del Senato.
Renzi, ascolteremo Letta, poi valuteremo - "Ascolteremo ciò che il presidente del Consiglio dirà mercoledì al Senato; dopo che avremo ascoltato, valuteremo". Così il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha risposto ai cronisti che, a margine del Consiglio comunale, gli chiedevano del governo, del congresso del Pd e di altri temi nazionali sui quali il sindaco di Firenze era rimasto in silenzio per due giorni dopo il precipitare delal situazione politica.
Grasso, eventi sfuggono di mano ad artefici - "Gli eventi sembrano sfuggire di mano anche ai loro artefici creando una situazione di incertezza che già stamattina abbiamo visto produrre danni su mercati ed economia tanto da spingere il presidente di Confindustria e i sindacati a lanciare un allarme". Il presidente del Senato Grasso commenta cosi’ la crisi del Governo. In occasione della cerimonia in ricordo di Emilio Colombo Pietro Grasso dice che "non possono essere gli italiani le vittime di un panorama politico in continuo divenire in cui l’unica cosa stabile è l’instabilità".
P. Chigi: Merkel a Letta, auspico stabilità in Italia - Nel pomeriggio c’e’ stata una "affettuosa" telefonata della cancelliera tedesca Angela Merkel al premier Enrico Letta. Lo riferiscono fonti di palazzo Chigi che sottolineano come la cancelliera abbia anche ribadito a Letta "l’auspicio per la stabilità politica dell’Italia e per la continuità nell’azione di governo".
Casini, elezioni ora salto nel buio - "Le elezioni ora sarebbero un salto nel buio che vedrebbe la vittoria di qualcuno sulle macerie dell’Italia". Così il leader centrista Pierferdinando Casini commenta, dopo un lungo faccia a faccia con Monti, l’intenzione di Berlusconi di andare al voto al più presto.