Marco Moussanet, Il Sole 24 Ore 29/9/2013, 29 settembre 2013
PARIGI E IL TABÙ DEL LAVORO DOMENICALE
Scontro aperto in Francia sulle aperture di negozi e supermercati la sera e la domenica. Dopo la decisione del Tribunale di Parigi di imporre a Sephora di chiudere alle nove di sera la sua profumeria sugli Champs Elysées, è arrivata quella del Tribunale di Bobigny, che ha ordinato alle due catene di prodotti di bricolage Castorama e Leroy Merlin di chiudere la domenica i 15 punti vendita che rimanevano abitualmente aperti nella regione parigina. In caso di inosservanza della decisione le multe sono di 120mila euro per ogni sito.
Le due sentenze hanno rilanciato il dibattito, e la polemica, su un tema che riemerge periodicamente. La legge del 2009 prevede infatti che le aperture siano possibili solo in caso di ragioni eccezionali, se sono di utilità pubblica e se sono indispensabili a garantire la continuità dell’attività economica dell’impresa.
Esistono delle deroghe, certo. Alcune categorie di negozi alimentari possono aprire la domenica mattina, fino alle 13. E si può aprire nelle zone definite turistiche da un decreto prefettizio (a Parigi, per esempio, ve ne sono sette, tra cui il Marais e una parte degli Champs). Ma magari la domenica, e non la sera.
In realtà molte insegne aprono lo stesso, scommettendo sulla carenza dei controlli e grazie ad accordi aziendali sulla base del volontariato. È il caso proprio di Sephora, che fin dall’inaugurazione del punto vendita sugli Champs, nel 1996, ha sempre aperto la sera: fino a mezzanotte in settimana e fino all’una il venerdì e il sabato. Una fascia oraria durante la quale realizza peraltro il 20% delle vendite.
Negli ultimi tempi i sindacati, che temono di perdere il loro potere, sono passati all’offensiva, prendendo di mira i marchi più emblematici. E sono già riusciti a far condannare Apple, Uniqlo e Monoprix per violazione del divieto di apertura serale. E Bricorama per l’apertura domenicale.
Quest’ultimo, che ha perso il 25% del fatturato e cacciato 200 persone, si è sua volta rivolto alla magistratura per contestare l’apertura di Castorama e Leroy Merlin, denunciando la distorsione della concorrenza. Un effetto perverso che può riprodursi sugli Champs. Dove il negozio Mariannaud, della catena di profumerie del gruppo cinese Watson, continua ad aprire la sera (come 26 insegne su 32).
Ma anche molti lavoratori - che arrotondano lo stipendio con un il lavoro serale o domenicale - hanno deciso di reagire alle iniziative sindacali.
Duemilacinquecento dipendenti di Castorama e Leroy Merlin (che comunque oggi apriranno) si sono riuniti nel collettivo "Bricoleurs du dimanche" per rivendicare il diritto a lavorare quando vogliono. Un centinaio di dipendenti di Sephora ha deciso di portare in Tribunale i sindacati, difesi dal Governo socialista, chiedendo la libertà di decidere il proprio orario di lavoro.
E si è riaperta la discussione sullo shopping parigino. A molti sembra assurdo che nella capitale francese i negozi siano quasi ovunque chiusi la sera e la domenica. Soprattutto ai turisti che si presentano la domenica davanti alle entrate, sbarrate, dei "grands magasins" di Boulevard Haussmann, Galéries Lafayette e Printemps. Che da tempo chiedono, inutilmente, di essere inseriti in zona turistica.