Francesco Velluzzi, La Gazzetta dello Sport 28/9/2013, 28 settembre 2013
COME TIFA LA POLITICA
Gianclaudio Bressa, deputato del Pd si è sempre portato la Gazzetta alla Camera. Ma Enrico Letta, prima di diventare presidente del Consiglio, gliela fregava spesso. Ignazio La Russa sta più attento. La Gazzetta è il primo giornale che legge. «Forse l’unico», scherza il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, romanista malato, come il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto: «Io e Fabrizio sembriamo Totò e Peppino. Lui ne capisce , ma a volte critica Totti». «Ma è il mio idolo, anche se Cerezo e Falcao sono stati miti. Oggi mi piace Garcia». Siamo in Transatlantico, tra una votazione e l’altra. A parlare di calcio, ma poco di Berlusconi, con i deputati. Che tifano, eccome se tifano. Aneddoti e curiosità si sprecano. Roberto Speranza, capogruppo Pd, ci mostra l’abbonamento della Roma: «Tribuna Tevere. Sono stato due volte a Madrid e a mio figlio ho preso la maglia di Totti». Anche Giorgia Meloni, ex ministro dei Giovani, andava a vedere la Roma: «Ora meno».
Ma il Parlamento delle larghe intese riflette l’attuale andamento della Serie A a maggioranza juventina. «Anche se mi fa soffrire troppo» dice l’ex leader Pd Pierluigi Bersani. «Sono cresciuto con i poster in camera di Scirea e Platini, poi il cuore ha detto Del Piero» dice l’emergente Matteo Richetti. «Ora che vivo a Sassuolo, però, butto un occhio anche su di loro». E’ malato di Juve, il pugliese, ex ministro, Raffaele Fitto: «Quest’anno porto per la prima volta i figli allo Juve Stadium». Pure l’eterno polemico Pippo Civati che punta a stravolgere il Pd è bianconero: «Ma anti-moggiano». E’ tifosissimo il pidiellino Bernabò Bocca, sposato con Benedetta Geronzi , responsabile marketing della Figc: «Non ho ancora capito per chi tifa lei, eppure è super tecnica, io dubbi non ne ho mai avuti». Neppure il deputato forlivese di Scelta Civica Bruno Molea, che presiede l’Associazione Italiana Cultura Sport. Chi tiene tutti a bada è il presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia. Biscegliese, marito del ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo (bianconera pure lei), è presidente dello Juve Club Montecitorio; il più grosso: 265 iscritti tra deputati, senatori ed ex, iscrizioni aperte fino al 30 novembre. Boccia sta con Andrea Agnelli: «Condivido la sua filosofia, lo stadio è il punto di riferimento, ha un bilancio consolidato. Io ho amato Platini. E’ stato il primo campione a essere seguito 7 giorni su 7 e ha mollato nel momento giusto. Noi siamo fieri del club e ogni anno facciamo una celebrazione». I club li hanno anche Inter, Milan (il presidente era proprio il premier Enrico Letta, tra i fan anche Cuperlo, e Lupi), Roma, Napoli, Fiorentina. Che in Parlamento ha Dario Nardella che si batte per la legge sugli stadi ed è pure nel Cda viola.
Ma non tutti stanno con lo scatenato sindaco Matteo Renzi. Luca Lotti, ottimo acquisto della Nazionale Parlamentari, è renziano, ma milanista: «Non puoi stare vicino a Matteo in un Fiorentina-Milan. Non la prende bene». La sodale Simona Bonafè non fa torti all’aspirante segretario pd: «Ho il portachiavi della Viola».
Altri club Mario Tullo è un ex ultrà del Genoa e vuole riportare il discorso tifosi alla Camera. Il sindaco di Bogliasco, quartier generale Samp, Luca Pastorino, è genoano. La pattuglia interista è capeggiata da La Russa, Dambruoso, Mosca e Vezzali. Non mancano i cagliaritani: Marco Meloni del Pd e Manuela Corda, unica dei 5 stelle che parla di calcio: «Il Cagliari è una fede». Ernesto Carbone è tifoso di un calciatore: «Morrone, cosentino come me. L’ho seguito a Parma, ora vado a Latina». Ma il più curioso di tutti è il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, napoletano: «Avevo un altarino pieno di sciarpe e gadget. Da ministro evito. Quando insegnavo a Parigi spesi tre quarti dello stipendio per affittare una camera del Meridien per vedere il Napoli. Che ora ha una dimensione europea. Merito di De Laurentiis». Con Berlusconi parlate di calcio? «Sì, e ne capisce, ma pensa tanto all’attacco».