Gigi Vesigna, Oggi 25/9/2013, 25 settembre 2013
DIVENTERÒ PAPÀ È IL MOMENTO PIÙ BELLO DELLA MIA VITA
[Carlo Conti]
Milano, settembre
I tre «maledetti toscani» – la definizione è di Curzio Malaparte – stanno affrontando la paternità dell’amico Carlo Conti con la gioia e l’apprensione di amici facenti anche funzioni di zii: Giorgio Panariello, Paolo Beldì e Leonardo Pieraccioni hanno avuto per primi, insieme alle zie (livornesi) di Carlo, la notizia della prossima paternità. Per un po’ sono stati in silenzio, ma poi Pieraccioni non ha resistito alla tentazione e ha twittato ai genitori in attesa: cari Carlo e Francesca ora sì che cominciano per voi i Migliori Anni. Carlo non twitta, non ha un profilo Facebook, e l’augurio l’ha prima reso felice e poi spiazzato. «Odio la tecnologia quando si intromette nella vita degli altri, non sopporto di essere fotografato a mia insaputa dai telefoni del vicino di tavola al ristorante, molto meglio gli agguati dei paparazzi, e trovo poco serio che si scrivano cose a tradimento, senza nemmeno chiedere all’interessato una conferma. Tu mi hai mandato un messaggio e io ho accettato di parlarti. Quindi ti posso confermare con gioia e con orgoglio che Francesca aspetta un bambino, io diventerò papà e sto attraversando il momento più bello della mia vita, ma anche il più inaspettato: del resto sai come ho sempre organizzato la mia vita per non cadere nelle trappole del gossip».
Sì, era una specie di regolamento: non andare in vacanza in Sardegna o alle Seychelles, evitare il più possibile le copertine dei settimanali, non alimentare polemiche, non rispondere alle provocazioni.
«Sì, ma quest’anno le copertine si sono moltiplicate. Francesca è frastornata perché non è abituata a questo tipo di esposizione mediatica, ci hanno persino beccati mentre eravamo in vacanza, al mare, qui in Italia. Tutto ha un prezzo, anche la felicità; e oggi la vita mi sta dando tutto quello che avevo desiderato. Mi sono reso conto che sto accumulando momenti che diventeranno fantastici ricordi. Se vuoi avere ricordi, devi vivere. E oggi mi sento davvero vivo».
Carlo Conti, fiorentino doc, vive sulle colline che stanno ai margini della città: la sua vita è sempre stata lavoro, ora è anche famiglia. Una famiglia che Carlo ha avuto solo in parte perché il padre se ne andato quando era un bambino ed è stata sua madre a crescerlo. «Insegnandomi il rispetto per il prossimo, la dignità che non si deve mai lasciar andare, nemmeno nei momenti più difficili. È stata una grande mamma!».
Quindi dignità e rispetto sono le regole che insegnerai a tuo figlio.
«E di certo Francesca sarà sempre più presente di me...».
Stai già pensando che dopo i primi tempi in famiglia tornerai a fare lo stakanovista in tv?
«No, sai quanto amo il lavoro, quanto ci credo, come coccolo le mie trasmissioni, a volte addirittura in modo un po’ maniacale. Mi piace pedalare, fare fatica e il lavoro mi occupa talmente che facendo tanta televisione finisco per vederne poca».
Però ne inventi tanta: per esempio, quella che si definisce tv nostalgia l’hai inventata tu con I migliori anni e le Cinquanta Canzonissime.
«Ti correggo, la mia è tv della memoria. La memoria è un sentimento simbolo e ha l’effetto contrario della nostalgia. Io sono orgoglioso di avere fatto conoscere ai giovani momenti di spettacolo e di musica che non avevano vissuto, e a noi più grandi di ricordare ore vissute e mai dimenticate».
Hai cominciato da ragazzo a fare spettacoli in Toscana con Panariello e Pieraccioni, poi la tv dei ragazzi, quindi la conduzione di Discoring sulla Rai con Flavia Fortunato. E finalmente i grandi show al Bandiera Gialla di Rimini dove ci siamo conosciuti. Produceva Bibi Ballandi e con te c’era anche Panariello, bagnino in trasferta da Viareggio. Ed eri già così abbronzato: sole naturale o lampados?
«Sole, solo sole. Sono nato meticcio, basta un po’ di sole e mi trasformo. E no, ti prevengo, non mangio nemmeno carote».
Nella tua vita hai sempre evitato flirt pubblicitari oppure non sei stato un grande seduttore?
«Ho pochi capelli, il naso grosso, ho fatto per sette anni il ragioniere in banca: per ricordare le donne della mia vita bastano le dita di una mano».
Ricordiamole insieme: una è stata Luana Colussi, che era reduce da un lungo amore con Fiorello e che è stata la tua partner nella trasmissione televisiva Va ora in onda nel 1997. Poi Roberta Morise, una delle tue partner in L’Eredità, che è stata con te tre anni. E soprattutto, tua moglie, costumista in Rai.
«Di Roberta preferirei non parlare perché è ancora storia recente, anche se ho letto delle dichiarazioni gentili sul nostro rapporto. In quanto a mia moglie, io e Francesca ci siamo lasciati e presi. Poi ancora lasciati, e per fortuna quando ci siamo rincontrati ho capito che lei era la donna della mia vita. Comunque, tanto per chiarire, non è che nella mia vita di ragazzo sono stato completamente imbranato. Le mie fidanzatine le ho avute, Ilaria, Monica... e affettuosamente le altre».
In sostanza il vero colpo di fulmine l’hai beccato prima conoscendo Francesca e poi l’hai ribeccato come un boomerang, rivedendola e chiedendole di sposarti.
«Sì, il giorno del matrimonio è stato atipico, io sono arrivato su una 500 d’epoca e dopo il “sì”, con quella siamo ripartiti».
Tornando al tuo lavoro, durante Avanti un altro, Paolo Bonolis non perde occasione per prendere in giro L’eredità. È polemica?
«Macché, faccio altrettanto con la trasmissione di Paolo. Siamo amici e ci rispettiamo. Del resto quando ho ripreso L’eredità ho salutato Pino Insegno che aveva occupato quello spazio per tutta l’estate e Paolo che stava per cominciare».
L’eredità è una macchina da guerra, eppure l’aveva in pugno Amadeus che l’ha lasciata malamente.
«Ognuno nella vita fa le scelte che ritiene opportune. Per quel che mi riguarda mi sono scontrato con colossi come Gerry Scotti senza mai perdere. Ma mai sentendomi in guerra con loro»
Miss Italia, tu l’hai seguita cominciando dalle selezioni, arrivando a presentarla per diversi anni. Che ne pensi del suo accantonamento da parte della Rai?
«Questione di profitti che mano a mano sono venuti meno. Spero che la questione, dopo la pausa di quest’anno, si ricomponga e la Rai torni a occuparsene».
Soddisfatto del risultato di Tale e quale?
«Molto, e devo ringraziare tutti, da Loretta Goggi a Christian de Sica a Claudio Lippi e ai fantastici concorrenti-camaleonti».
Registri la puntata e poi la rivedi con tua moglie?
«Mi sembra il minimo. E faccio tesoro delle sue osservazioni, che sono di una moglie e di una mamma in attesa».
Noi che... è diventato un tormentone che riguardava usi e costumi dell’Italia di ieri. Trasferendoci all’Italia del futuro, come sarà il noi che... tuo e di Francesca?
«Un noi che... amiamo la famiglia perché l’abbiamo voluta intensamente, che educheremo nostro figlio al rispetto di se stesso e degli altri. E infine un noi che..., se volete fotografarci, cercateci al supermercato dove andiamo a fare la spesa».
Gigi Vesigna