Marco Lillo, Il Fatto Quotidiano 27/9/2013, 27 settembre 2013
DRAGO, LE DOMANDE SVOGLIATE A B
Si chiama Pasquale Drago e rappresenta l’accusa contro Berlusconi in quel di Bari. Ma a leggere il verbale dell’interrogatorio del 17 maggio del procuratore aggiunto (“vicino a Magistratura Democratica”, quindi una toga rossa per i giornali di centrodestra) viene in mente Grisù, il draghetto dei cartoni che voleva tanto iscriversi ai vigili del fuoco. Il pm prende le distanze dall’accusa nata a Napoli e che lui è costretto a contestare obtorto collo a Berlusconi, essendogli imposto dal Gip. A un certo punto si vanta “avete certamente notato cheiounerroreelementarediquestotiponon l’ho commesso nel capo di imputazione”, E l’avvocato Piero Longo magnanimo: “L’abbiamo visto”. Drago sconfina nel gossip quando Berlusconi sostiene che era stato Lavitola a raccomandare la moglie di Tarantini “a cui era legato da un rapporto affettivo”. Il pm lo interrompe lanciandosi in una disquisizione sul tentativo: “O aveva tentato di farlo! Lui sostiene di averlo solo tentato di fare senza successo”. Quando Berlusconi dice che non ricorda le telefonate perché “l’altro ieri ne ho ricevute 72”, Drago esclama: “Con gli incarichi che ha lei, 72 sono poche!”. Drago rivendica con Berlusconi la sua scelta di non indagare sulle raccomandazioni a favore di Tarantini: “il problema di fondo non è nei rapporti con la Finmeccanica o nel successivo progetto del gasdotto fra l’Italia e l’Albania se ci sia stato qualcosa di illecito, perché nulla si è mai concretizzato, tanto è vero che da Bari non vi sono più arrivate nessun tipo di contestazioni”. Berlusconi sostiene di non avere mai consegnato documentazione alla Protezione Civile né di avere mai fissato appuntamenti con il presidente di Finmeccanica Guarguaglini. Le sue stesse parole intercettate purtroppo lo smentiscono. Allora il Cavaliere mette le mani avanti: “Se sono stato io a dirlo è per fargli vedere che ero interessato un po’ di più di quanto invece non avevo fatto”. Drago conviene: “È stata la bugia di un uomo politico”. E Berlusconi: “Ammetto ammetto. Sono bugie di vita però sono innocue”. Finalmente Drago contesta le telefonate nelle quali Berlusconi dice di aver fissato un appuntamento con Guarguaglini e poi di aver visto il manager. Berlusconi preferisce passare per bugiardo seriale: “Oggi ho fatto la stessa cosa con Ciarrapico”. Ghedini giustamente chiede ma “Guarguaglini è stato sentito?”, e Drago: “Da me no perché il discorso Finmeccanica non mi interessa, non si è mai concretizzato per cui noi quella pista di indagine nel 2009 l’abbiamo abbandonata”. Applausi dalla difesa.
Drago rivendica di avere presentato una richiesta di revoca dell’ordinanza cautelare ma il gip “purtroppo” l’ha rigettata e il processo “ha preso una strada obbligata”. Quando Berlusconi parla delle ragazze, e dice che non sembravano prostitute, Drago concorda: “La escort fa sia sesso mercenario sia anche soltanto la ragazza immagine, se no non si chiamano escort”. Quindi Drago conclude: “Presidente io la ringrazio di essere voluto comparire”. Di nulla, Drago, di nulla.