Gentleman 10/2013, 27 settembre 2013
AVER SANTI IN PARADISO
La crisi in Europa è sempre più grave e diffusa. Forse non resta che ricorrere al soprannaturale invocando il proprio santo patrono. Per la gran massa di diseredati, disoccupati, esodati e così via, il protettore è Pietro di Alcantara, nato nel 1499 e festeggiato il 19 ottobre. «Aveva una regola semplicissima: estrema povertà e semplicità, e per 40 anni non ha mai dormito più di un’ora e mezzo per notte». Ovviamente, i politici sono privilegiati e sanno benissimo a che santo votarsi. Per il presidente del Consiglio dei ministri viene in aiuto san Sabino di Piacenza, morto nel 420 e festeggiato il 17 gennaio: «Fermò un’inondazione del Po gettando sulle acque del fiume un foglio sul quale aveva intimato per iscritto l’ordine di arrestarsi». Il vicepremier si affida invece a san Timoteo (si festeggia il 24 gennaio), vescovo del I secolo preposto alla sostituzione di san Marco, specie nelle traversate per mare, quando quest’ultimo era assente. Va però premesso che, come spiegano i testi sacri, il valore dell’accoppiamento santo-categoria professionale di potere non sta nella precisione, ma nella funzione di incoraggiamento a una più profonda e pia devozione. Singolare la posizione dell’apostolo Filippo (da festeggiare l’11 maggio), patrono del ministro dell’Economia e finanze. A lui Gesù chiese quanto pane occorreva per sfamare 5mila persone e la risposta fu che 200 pezzi d’argento non avrebbero permesso di acquistarne a sufficienza. In effetti. Gesù superò il problema operando il famoso miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma il calcolo di Filippo era esatto. Il patrono del ministro della Giustizia è Ivo di Kermartin, santo bretone morto nel 1303. Su di lui, festeggiato il 19 maggio, fu composto un sonetto: «Sant’Ivo era bretone, avvocato e non ladro, cosa stupefacente per la gente». San Porcario, abate francese morto nel 732 (festa il 12 agosto), protegge il ministro della Difesa. «Il santo, che viveva nell’isola di Lérins, previde un’invasione di pirati arabi, fece riparare in un luogo sicuro quasi tutti i suoi monaci e affrontò la morte con i pochi rimasti». A proteggere il ministro della Salute è Vincenzo di Saragozza, morto nel 304. «Fu sottoposto alle più crudeli torture: gli infilarono aghi di ferro nelle carni, fu arroventato sui carboni ardenti e gettato su cocci taglienti, ma sopravvisse». Al ministro dello Sviluppo economico, che deve affrontare complessi lavori di riconversione, viene in soccorso il santo bretone abate Hervé. Ecco perché: «Un giorno, mentre lavorava, venne un lupo che gli divorò l’asino. Hervé ordinò subito al lupo di prendere il posto dell’asino e riuscì a terminare il lavoro». Al dicastero che si occupa di Ricerca e sviluppo ci si affida a sant’Isidoro, martire di Alessandria, festeggiato il 4 aprile: «Legato alla coda di un cavallo, fu tratto per luoghi aspri e montuosi. Ma le spine si tramutarono in alberi di gomma e mastice che ancora stillano a testimonianza del suo martirio». Patrono del ministro dei Trasporti è sant’Ia, monaco irlandese del VI secolo: «Fece la traversata dall’Irlanda alla Cornovaglia su una semplice foglia che gli servì da barca».