Francesco Alberti, Corriere della Sera 27/9/2013, 27 settembre 2013
«MAI SPOT CON FAMIGLIE GAY» UN CASO LE PAROLE DI BARILLA
Nel magico mondo del Mulino Bianco, tra spighe dorate e forti sentimenti made in Barilla, non sono previsti gay, figurarsi poi genitori omo con prole al seguito. «Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto, ma perché non la penso come loro: per noi, la famiglia è quella classica dove la donna ha un ruolo fondamentale». Guido Barilla, 55 anni, una vita in azienda, di cui è presidente dal 1993 (quando morì il padre Pietro), non è mai stato uno che si nasconde dietro alle parole — fu l’unico, alle ultime elezioni comunali a Parma, a concedere una pur prudente apertura di credito all’avanzata dei grillini quando l’intero establishment cittadino giocava a nascondino —, ma stavolta, lui che di comunicazione si è nutrito sin da giovanissimo, è malamente scivolato su una delle bucce più scivolose che ci siano in giro: la questione gay.
Le parole del presidente della multinazionale, pronunciate alla trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24, hanno innescato una polemica incandescente, che ha trovato nei social network e in Twitter i soliti, colossali, amplificatori. In prima fila, le associazioni gay e parte del mondo politico, tutti schierati nella stragrande maggioranza contro Barilla (anche se non mancano i sostenitori): un’offensiva che non si limiterà alle parole, ma che, come ha subito fatto sapere l’Arcigay, locomotiva della protesta, sfocerà in una proposta di boicottaggio dei prodotti della multinazionale alimentare al grido «Siamo tutti della stessa pasta» con tanto di volantinaggi davanti ai supermercati e sfottò, come quelli che ora girano sul web, del tipo: «Vorrei un mezzo chilo di spaghetti eterosessuali» oppure «presidente Barilla, posso cucinare la sua pasta con sugo alla puttanesca o ciò offende la famiglia tradizionale?».
Stavolta non ci sono stati trappoloni da parte dei conduttori (Giuseppe Cruciani e David Parenzo) e nemmeno si può parlare di parole dal sen fuggite. Il discorso, partito dalle critiche della presidente della Camera, Laura Boldrini, sul ruolo della donna nella pubblicità, si era poi spostato sul tema della famiglia negli spot. E qui Barilla (5 figli e 2 matrimoni) è stato categorico: «Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale: se a loro (gli omosessuali, ndr) non va bene la nostra pasta e la nostra comunicazione, possono scegliere un altro marchio di pasta, non si può piacere a tutti». Concludendo: «Sono anche favorevole ai matrimoni gay, ma non all’adozione per una famiglia gay». Concetti ribaditi qualche ora dopo per smussare le tensioni: «Mi scuso — ha fatto sapere Barilla — se le mie parole hanno urtato sensibilità: ho il massimo rispetto per tutti, volevo solo sottolineare la centralità del ruolo della donna nella famiglia».
Impossibile fermare la valanga. «Cogliamo il parziale dietrofront di Barilla, ma le sue parole hanno prodotto effetti devastanti — afferma Sandro Mangano, presidente di GayLib —: in Italia stiamo lottando per rivendicare diritti già conseguiti all’estero e dobbiamo preoccuparci di campagne discriminatorie che entrano in milioni di case». E Aurelio Mancuso di Equality Italia: «È una provocazione nei confronti di un segmento importante di consumatori». Per Franco Grillini, presidente di Gaynet, «ci mancava solo l’omofobia alimentare». Il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, definisce «reazionario» lo stereotipo degli spot Barilla con «la famigliola felice». Per il ministro Cecile Kyenge, «Barilla si commenta da solo». E critiche arrivano anche dalla commissaria Ue, Neelie Kroes, che su Twitter scrive: «Alcuni dei miei amici compravano la sua pasta...». Isolate le solidarietà all’imprenditore: dal Movimento italiano genitori che «apprezza la scelta della famiglia naturale», a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia («Barilla si differenzia dal pensiero unico dominante»), passando per il pdl Carlo Giovanardi («No ai linciaggi»).
E mentre la polemica campeggia nelle testate di mezzo mondo, lo storico avversario della Barilla, il gruppo Buitoni, piazza la botta su Facebook: la foto di una dimora nobiliare immersa nelle campagne toscane e la scritta: «A Casa Buitoni c’è posto per tutti».