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 2013  settembre 27 Venerdì calendario

IN CASA È DI RIGORE IL NERO

Ottantenne pregiudicato affitta appartamenti totalmente in nero. L’annuncio suonerebbe così se il pensionato immobiliarista, super evasore, avesse deciso di scriverne uno. Il re del mattone esiste davvero, dagli anni Settanta gestisce un patrimonio edilizio: 41 alloggi tra Ardea e Roma affittati a 600 euro senza contratto. Anzi, il contratto c’è ma l’anziano signore omette sistematicamente di registrarlo. È uno che si è fatto da solo. Capace di guadagnare oltre 20 mila euro al mese. Ma per il fisco non è mai esistito, e non ha mai pagato nulla. Eppure vanta un curriculum costellato di furti, borseggi, truffe. Tutto reinvestito, nel periodo d’oro del boom economico. I detective della tributaria gli hanno contestato nei giorni scorsi un’evasione di 4 milioni di euro, e riferita solo agli ultimi 10 anni. È una delle storie incredibili scoperte dalla Guardia di Finanza di Roma che monitora gli affitti in nero nella Capitale. Con il risultato che dal 2012 a oggi sono stati recuperati oltre 11 milioni di euro, tra evasione delle imposte sui redditi e mancata iscrizione al Registro degli immobili. Una goccia nel mare dell’illegalità.
La stima più recente dell’abitare in nero sul territorio nazionale è della Cgia di Mestre: un milione di immobili affittati senza regole. Cifra che moltiplicata per un canone medio di 500 euro rende l’idea del giro d’affari, mezzo miliardo di euro ad alimentare l’economia oscura. Il conto lascia fuori 1 milione e 600 mila studenti fuori sede. Conteggiando anche loro, secondo l’Unione degli inquilini, si arriva alla cifra monstre di 5 miliardi sottratti al fisco. Se si decidesse di colpire gli evasori, ecco trovata la somma per cancellare definitivamente l’Imu. La realtà è fatta però di poche denunce, ancora meno quelle firmate da studenti e lavoratori. Per questo le università romane lanciano un appello: "Chi denuncia ottiene in cambio un contratto di 4 anni a un canone notevolmente inferiore rispetto a quello precedente". Annuncio condiviso anche dal generale delle Fiamme Gialle Ivano Maccani: «Non rendetevi complici della cultura dell’illegalità, denunciate il sommerso. La lotta all’evasione va a vantaggio di tutti». Dello Stato che recupera risorse e degli studenti che pagano meno. Insomma denunciare conviene.
I FURBETTI DEL CANONE
I più colpiti dal racket degli affitti sono soprattutto loro, giovani studenti e stranieri (vedi box a lato). Per scovare i furbetti del canone esentasse è nato un team composto dagli atenei romani, dall’ente per lo studio Laziodisu e dalla Guardia di Finanza. E proprio i finanzieri hanno distribuito 6.900 questionari agli studenti fuori sede. Dalle loro risposte e dall’incrocio dei dati è partita l’offensiva che ha permesso di individuare gli evasori. Chi ha risposto è solo una piccola parte dell’esercito dei 50 mila che arrivano per studiare a Roma. Individuare, sanzionare, recuperare i profitti illeciti è il primo passo. Ma non è da escludere un passaggio ulteriore: sequestrare agli evasori la ricchezza accumulata negli anni. Applicare cioè quello che in gergo si chiama "sequestro per equivalente": requisire tutti i beni dell’indagato fino a raggiungere la cifra raccolta illegalmente. Sotto osservazione c’è anche il litorale romano: nell’ultimo anno le ispezioni hanno fatto riemergere 5 milioni. Numeri che rispecchiano le denunce delle associazioni studentesche e degli inquilini.
OFFERTE INDECENTI
Un Far West dell’abitare è particolarmente sentito nelle città ad alto tasso di universitari, dove il mercato del nero va per la maggiore. Intorno alle facoltà un suk di offerte indecenti. Da Nord a Sud il Paese è la fiera della casa illegale e delle soluzioni fantasiose. A Cagliari con il nuovo anno accademico arrivano 16 mila fuori sede, ma i posti letto disponibili sono appena 550. Solo uno ogni trenta riesce a trovare un alloggio a prezzi accettabili e senza estorsioni. Per tutti gli altri resta il mercato sommerso fatto di case vecchie e fatiscenti, senza riscaldamento, ammassati in tre-quattro per stanza. E non mancano i paradossi: «Senza contratto non posso certificare il mio stato di fuori sede e addio alla borsa di studio - racconta sconsolata Giulia, al secondo anno di Scienze Politiche - il che vuol dire mille euro in meno rispetto ai tremila a cui avrei diritto». A Bologna, dove studiano 7 mila fuori sede, è nato nel 2010 lo sportello "registra affitti" per cercare di sostenere quel 30 per cento di studenti che affittano senza contratto. Qui trovano consulenti a loro disposizione che spiegano i vantaggi di mettersi in regola. E assistenza per registrare velocemente gli affitti. Uno strumento per orientarsi nella giungla di offerte, fatta di camere singole in subaffitto che possono arrivare anche a 500 euro.
Per capire come funziona basta un giro di appuntamenti al Politecnico di Milano. Da ottobre ricominciano le lezioni per 25 mila aspiranti architetti e designer, le bacheche straripano di annunci. «Capita spesso - svela Matteo, studente di ingegneria - che si firmi un contratto per 250 euro e se ne versi altri 200 in nero. Noi siamo in cinque ma solo uno ha il contratto intestato». Tutti, vista la penuria di posti letto e il leggendario adattamento dei più giovani, fanno richieste assurde: soldi in contanti per 3-4 mensilità di anticipo, canoni senza limiti di rincari, locazioni parziali di appartamenti con le chiavi in mano al proprietario che entra ed esce quando vuole, obbligo di passare per le agenzie immobiliari (che utilizzano contratti con clausole vessatorie), alloggi in condizione precarie. I casi-limite sono quadrilocali arredati con mobili da giardino e letti piazzati anche in soggiorno. «Ho provato a cercare in zona - dice Alice, matricola sarda - ma ho trovato solo posti letto in nero con tariffe a persona e l’uso di ogni elettrodomestico si paga a parte: lavatrice, tv, aria condizionata sono extra». E le bollette? «Sono intestate al proprietario che mi fa pagare quando arrivano». Zero trasparenza, zero tracciabilità dei pagamenti e totale dipendenza dal padre-padrone di casa. Una filiera di illegalità conosciuta da tutti e tollerata. La risposta tutta italiana al bisogno di casa.