Daniele Manca, Corriere della Sera 3/3/1995, 3 marzo 1995
RIVA, QUELLE AMICIZIE D’ACCIAIO DI UN LOMBARDO DOC
"Le donne stanno a casa, una volta facevano la calza, oggi hanno il loro daffare anche senza venire in azienda", ha confidato Emilio Riva a uno dei pochi giornalisti che e’ riuscito ad avvicinarlo e che gli chiedeva come mai tutti i massimi manager del suo gruppo si chiamassero Riva e fossero tutti maschi. Eh gia’ , di sicuro due cose si sanno dell’ industriale che, dopo l’ acquisto dell’ Ilva, e’ diventato il re dell’ acciaio in Italia ed e’ entrato nell’ olimpo degli imprenditori siderurgici europei. La prima e’ che e’ interista. La seconda che e’ riservato e le cose non le manda a dire. "Come cittadino non ci ha mai dato alcun problema", conferma sorridendo Maria Vittoria Della Bosca, sindaco di Malnate, la cittadina in provincia di Varese dove Riva risiede. "In citta’ , infatti, una volta si vedevano raramente i loro collaboratori domestici . spiega il capo della giunta leghista di Malnate . e un tempo si sentiva l’ elicottero con il quale raggiungeva i suoi stabilimenti. Nulla di piu’ ". Eppure quella Villa Mirasole, dai classici colori lombardi giallo grano e grigio, arroccata su una collinetta, a Montemorone alla periferia di Malnate, dove la famiglia ha vissuto anni fa, non e’ certo una fortezza circondata da alte mura. Anzi, sembra la casa di una famiglia normalissima, che non teme di essere vista mentre passeggia in giardino. Altro che la villa di un signore, classe 1926, che e’ stato capace di costruire un gruppo che con i suoi 12.500 miliardi di ricavi parla da pari a pari, o meglio compete da pari a pari con i Krupp e Thyssen. Forse proprio questa normalita’ ha difeso sinora i Riva. Una normalita’ che fa scoppiare a ridere chi e’ loro vicino quando sentono parlare di amicizie politiche. Emilio Riva amico di Alleanza Nazionale, di piu’ , di Giuseppe Tatarella? Eh giu’ risate di risposta. Amico di Silvio Berlusconi? Risate no. Di sicuro pero’ una netta negazione. Berlusconi? In veste politica visto una volta sola, in quella cena dell’ "Italia che lavora" a Roma a Villa Majno. "Ma erano in tanti...". Qualche incertezza in piu’ si scorge quando si nomina Marco Formentini, se non altro perche’ il sindaco leghista di Milano a cena dai Riva c’ e’ stato. E dei figli si dice che non sia dispiaciuta affatto in passato questa Lega ruspante e lombarda. Lombarda come loro. E come quella Cariplo che li assistera’ nell’ operazione Ilva. Ma non ce n’ e’ , Emilio Riva sulla politica non ha mai avuto dubbi, anche quando non era cosi’ in ebollizione: meglio starsene fuori. Amicizie personali si’ , ma si gioca da battitori liberi. Meglio curare gli affari. Quell’ acciaio a cui ha dedicato quarant’ anni. E per il resto? Godersi calcio e famiglia. Una famiglia grande. Dalla prima moglie, tragicamente scomparsa, ha avuto infatti 4 figli. E altri due dalla seconda, Giovanna. Una famiglia che peraltro prosegue nell’ azienda. E che e’ stato uno dei fattori del suo successo: l’ aver potuto inserire nel gruppo i suoi figli che, dopo opportuna gavetta, sono arrivati a diventare manager. Certo solo i maschi. O al massimo, il marito della figlia femmina. Le mezze misure non sembrano piacere infatti a Montemorone. Si favoleggiava infatti di una residenza a Montecarlo di Emilio Riva, forse pensando a quella di sua moglie Giovanna e alla casa che possiede nel Principato di Monaco. O forse alla villa di Cap Ferrat del fratello Adriano con il quale ha mosso i primi passi nel mondo degli affari. E cosi’ Emilio Riva non trova di meglio che inviare ai giornali un bel fax con allegato il suo certificato di residenza a Montemorone. "Qualcuno ha confuso Montemorone con Montecarlo . ha detto . che vuole, quando nella stalla comincia a ragliare un asino, tutta la stalla raglia".