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 2013  settembre 26 Giovedì calendario

LA CINA SI COMPRA UN QUARTO DELL’UCRAINA: DOBBIAMO SFAMARCI


Il Paese più popoloso del mondo è in prima fila nel comprare terreni arabili fuori dai propri confini, tendenza che altre nazioni seguono a livello di aziende private per piantagioni commerciali, ma che invece il regime comunista attua attraverso agenzie governative per il sostentamento di base della popolazione, anziché per prodotti più voluttuari come il caffè. La danarosa Cina del nuovo presidente Xi Jinping si mette al riparo dalla fame pagando profumatamente per estendere la superficie coltivabile senza conquiste militari. L’ultimo caso in Ucraina, dove l’agenzia Bingtuan, nota con la sigla inglese XPCC (Xinjiang Production and Constructions Corps), ha comprato dalla compagnia ucraina KSG Agro un primo lotto da 100.000 ettari coltivati a grano nell’area di Dnepropetrovsk. E’ solo il primo gradino di un piano che entro 50 anni consentirà ai cinesi, per un totale di 2,6 miliardi di dollari, di controllare fino a 3 milioni di ettari di campi ucraini, pari al 10 % della superficie agricola, e al 5% del territorio nazionale ucraino. Certo, non significa che la Cina imporrà la sua sovranità su un ventesimo dell’Ucraina, ma indica quanto il governo di Xi sia preoccupato dell’autosufficienza alimentare, che si vorrebbe mantenere almeno al 90 %. Non facile, contando che gli abitanti sono 1 miliardo e 350 milioni, per i quali non bastano più le fertilissime terre tradizionali ripetutamente dissodate e concimate dai tempi della dinastia Han, 2000 anni fa. Secoli di colture intensive hanno permesso ai cinesi di essere autarchici nonostante la loro popolazione sia sempre stata colossale, oscillando fra un quarto e un quinto dell’umanità in ogni epoca (era già di 60 milioni al tempo di Augusto e 300 milioni nel 1800). Ma negli ultimi anni si è ricorsi sempre più alle importazioni, anche a causa dell’adozione nelle grandi città di diete occidentali, con maggior consumo di carne e dunque di mais per mangimi. Nel solo 2011 la Cina ha aumentato del 150 % l’import di cereali, guarda caso lo stesso periodo del rialzo dei prezzi mondiali. Per l’annata 2013-2014, il governo ha persino corretto al rialzo le previsioni di importazioni di frumento, da 6,5 a 7,5 milioni di tonnellate. Ecco perché da tempo si cerca di comprare direttamente terreni stranieri, abbattendo i costi. Le terre ucraine si aggiungono ai 5 milioni di ettari che agenzie e compagnie cinesi hanno già comprato un po’ dappertutto, dal Brasile all’Argentina e all’Australia. Per colmo dell’ironia, l’agenzia Bingtuan che ha messo le mani sui campi del Dnepr è la stessa che, fondata nel 1954 da Mao, si era formata come milizia paramilitare per colonizzare le frontiere settentrionali della Cina difendendole dalle rivendicazioni dell’Unione Sovietica. Ora, senza colpo ferire, fa breccia proprio in quello che fu il maggior granaio dell’ex-URSS