Rodolfo Sala, la Repubblica 26/9/2013, 26 settembre 2013
MA DORIS FRENA L’AMICO SILVIO “ADESSO SERVE IL BUONSENSO”
[Ennio Doris]
Scuote la testa Ennio Doris, numero uno di Mediolanum. Il manager berlusconiano è a Londra per lavoro, e in serata accoglie con un certo fastidio le notizie che arrivano da Roma, su tutte l’impegno dei parlamentari del Pdl a dimettersi se e quando Berlusconi incapperà nella decadenza. La crisi di governo sarebbe immediata, e Doris la considera una sciagura: «Io invece spero che Letta continui il suo lavoro».
Perché?
«Credo sia molto difficile, in questo momento, avere un’alternativa alla maggioranza che si è costituita dopo le elezioni. Può piacere o no, ma il risultato è quello, e tornare alle urne sarebbe un disastro. Per tutti».
Il problema è che verso questa soluzione sembra spingere proprio il partito di Berlusconi.
«Non voglio emettere giudizi, ma sono convinto che dovrebbe prevalere il buon senso».
Doris, lei sta criticando l’iniziativa dei parlamentari del Pdl...
«Non la condivido, né la commento. Guardi però che quando parlo di buon senso mi rivolgo a tutti».
E cioè?
«Al Pdl, o Forza Italia come si chiama adesso. E al Pd. Perché una cosa è certa».
Quale?
«A sinistra aggrediscono Berlusconi, e a destra reagiscono in questo modo: ma così non si va da nessuna parte».
Lei che cosa auspica?
«Che entrambe le parti facciano un passo indietro, la smettano con queste ripicche».
Ma al di là della minaccia delle dimissioni dei suoi parlamentari, secondo lei Berlusconi che cosa ha in mente davvero?
«Non lo so. Io non lo sento mai, e poi da queste cose mi tengo lontanissimo».
Via, lei lo conosce bene...
«Meno di quanto si dica».
Ma per il bene delle sue aziende, farebbe bene a non tirare la corda...
«No, un momento: è per il bene dell’Italia che il Pdl e il Pd non dovrebbero essere l’uno contro l’altro armati».
Quando soffiano i venti di crisi, le aziende del gruppo ne risentono: fosse solo per questo, Berlusconi non avrebbe interesse a mandare tutto all’aria: è così?
«Lo ha detto lei, questo è il ragionamento che si può intuire. Sì, anch’io penso che Berlusconi non voglia la crisi. Però non lo so bene, come le ho detto non gli ho parlato».