Paolo Siepi, ItaliaOggi 26/9/2013, 26 settembre 2013
PERISCOPIO
Pdl. Silvio non può, Marina non vuole, proviamo con Barbara? Jena. La Stampa.
Se io, legislatore, stabilisco che dopo tre multe si decade da possessore di una patente di guida, non posso ritirare la patente per fatti accaduti tre anni prima. Carlo Nordio, procuratore aggiunto di Verona. Corsera.
Napolitano blinda il governo. Letta blinda la maggioranza. Una fonderia. Hanno chiuso l’Ilva, l’hanno trasferita a palazzo Chigi. Massimo Bordin, Radioradicale.
È facile lottare contro il nazionalsocialismo hitleriano perché è costruito su dei disvalori. Invece è più duro combattere l’altra eresia del Ventesimo secolo, il comunismo, perché esso si presenta come un’ideologia umanizzante che si basa sull’uguaglianza, sulla giustizia. Queste sono le sue promesse. Ma gli effetti di questa ideologia stanno nella soppressione della libertà e in milioni di morti. Lo dice uno che, per primo, svelò il genocidio perpetrato dai Khmer rossi di Pol Pot in Cambogia. Il comunismo non produce né parità né progresso. Però sopravvive come ideologia perché si fonda su valori facilmente strumentalizzabili. Padre Piero Gheddo, missionario del Pime. Il Giornale.
Il sistema italiano non può reggere il passo del mondo globalizzato, appesantito com’è da una storica debolezza del potere esecutivo, mentre quello legislativo annaspa tra regolamenti elefantiasi e leggi elettorali che favoriscono la frammentazione dei partiti, rendendo difficili scelte incisive e decisioni veloci. È inevitabile che si proceda a strappi, con il motore ingolfato da innumerevoli veti e riti, consociativismi e invadenze burocratiche, prigionieri di un labirinto in cui ci si smarrisce. Dario Fertilio, Fuori i secondi!. Bibliotheca Albatros.
Chissà perché nei film polizieschi americani, il detective non risolve mai il caso quando è in servizio, ma solo quando è stato sospeso da un superiore. È altrettanto curioso il fatto che, quando deve lottare a colpo di karate contro una banda di delinquenti, i suoi nemici, invece di assalirlo tutti insieme e di farlo a polpette, gli girano pazientemente intorno come dei carciofini, in modo che lui possa buttarli giù uno alla volta. Sempre a proposito di poliziotti, l’agente anziano e onesto, amico del protagonista, generalmente viene ucciso tre giorni prima di andare in pensione. A Hollywood, per i poliziotti, andare in pensione porta una iella tremenda. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton editori.
Mi vedevo spesso al supermercato di Pieve di Soligo, dove un tempo ho abitato, con il poeta Andrea Zanzotto. Di solito comprava mezz’etto di prosciutto. Era di un’avarizia buffa. Meticolosa. Grande poeta, dotato di una cultura tremenda. Andava da tutti i medici possibili ed è morto in tarda età, sanissimo. Non aveva niente. Ma è quel niente che ti fa soffrire. Nico Naldini. la Repubblica.
Fidel Castro e Màrquez sono sempre stati amici e non hanno mai battibeccato. Da tutti vengono assimilati. Credo, però, che siano proprio loro i padri dei due modelli contrapposti usciti dal golpe di Pinochet: Màrquez è l’ispiratore di un mondo accomodante, quasi onirico, in cui c’è spazio per tutti (quello che ispirò Berlinguer col Compromesso storico, per intenderci), Castro è l’esteta armato che manda i più influenzabili a «cercar la bella morte» (propria e degli altri, le Br, insomma). Sopra di loro, un prete, o meglio, un gesuita, che, in quegli anni, fa i conti con un’altra dittatura, in Argentina, e imbocca la strada che percorrerà negli anni a venire: la misericordia realista. Diventerà Papa mentre Fidel Castro sparirà dalla scena. Pier Luigi Vercesi. Sette.
Avrei potuto rivolgermi a un poliziotto privato ma quella è gente che non te la levi più di torno. Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli
Penso che la letteratura ebraica abbia prodotto dei racconti meravigliosi ma a prescindere dalle sue radici. O, almeno, io ne prescindo. Non per ottusità o pregiudizio. Ma perché se una letteratura è grande, lo è per il suo respiro universale. Non leggo Kafka o Roth in quando ebrei, li leggo in quanto geni dello stile. Così come non amo Brecht perché è stato comunista o Bernhard perché odiava l’Austria. L’universale, per me, è la voce che parla a tutti, e a tutti dice qualcosa di profondo. L’ho sperimentato con Dante, Petrarca, con Lucrezio e soprattutto con Shakespeare. Ogni sua opera è una gigantografia della realtà. Roberto Herlitzka, attore. la Repubblica.
Sidney Smith sostiene che non c’è arredamento più affascinante di una parete piena di libri. Oscar Wilde invece teorizza che la differenza fra il giornalismo e la letteratura è che il giornalismo è illeggibile mentre la letteratura è non letta. Quanto al giornalismo, dice Chesterton, consiste nel dire «Lord Jones è morto» a migliaia di lettori che non sapevano che Lord Jones fosse vivo. «Se un giovane scrittore può evitare di scrivere», ammonisce Prezzolini, «lo faccia». Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton editori.
Lunghe teorie di nerovestite, affittato er velo nero da cerimonia a Borgo Pio, a piazza Risticucci, a Borgo Vecchio, si attruppavano sotto al colonnato, basivano a Porta Angelica, e poi traverso li cancelli di sant’Anna, p’annà a riceve la benedizione apostolica da Papa Ratti, un milanese di semenza bona de Saronno de quelli tosti, che fabbricava li palazzi. In attesa de venì finarmente incolonnate loro pure: e introdotte dopo quaranta rampe de scale in sala der trono, dar gran Papa alpinista. Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti. 1957.
Vivere di suoni e piano piano perderli. Dicevo ai miei allievi: il primo strumento per un musicista d’orchestra è l’orecchio, per ascoltare non solo se stessi, ma gli altri. E io stavo perdendo questa facoltà. Mi è fuggita via da un orecchio, quello destro, quello al quale arrivano i suoni degli altri. Il sinistro, la parte dove appoggio sulla spalla il violino, ascolta il mio strumento. Giulio Franzetti, 18 anni con Abbado e altri 10 con Muti a suonare come primo violino alla Scala, il teatro più prestigioso del mondo. Sette.
L’altro giorno mi è arrivata una bolletta così alta che, leggendo la cifra, mi è passata immediatamente la paura del buio. Gianfranco Ferroni.