Gianandrea Gaiani, Libero 25/9/2013, 25 settembre 2013
L’ASSEDIO IN KENYA È FINITO: CATTURATI 11 TERRORISTI
Lentamente, metro per metro, le forze di sicurezza del Kenya hanno «ripulito» il centro commerciale di Westgate dalla presenza dei terroristi islamici Shabaab in una battaglia caratterizzata dal tentativo di non forzare la mano per non provocare un numero di vittime ancor più alti tra gli ostaggi. Appoggiate anche alla consulenza di esperti israeliani e forze speciali britanniche, i soldati e i poliziotti di Nairobi non sono riusciti però a impedire che alcuni terroristi si facessero esplodere provocando la parziale distruzione di alcune aree del centro commerciale anche se è difficile aver un’idea dello sviluppo della battaglia dal momento che le forze kenyote hanno allontanato la stampa dall’area delle operazioni. Ieri sera il presidente Uhuru Kenyatta ha annunciato la fine dell’assedio aggiungendo che 5 membri del commando dei terroristi somali al Shebab sono stati uccisi e 11 catturati pur precisando di non avere elementi al momento per confermare l’indiscrezione che del commando facessero parte 3 americani e una donna britannica.
L’attacco del commando jihadista, che ha provocato almeno una settantina di morti selezionati dai jihadisti tra i «non musulmani», ha ribadito tutte le caratteristiche ormai ben note de terrorismo qaedista. A cominciare dalle scelta dell’obiettivo, un luogo frequentato dai residenti stranieri a Nairobi in gran parte occidentali che ricorda i blitz compiuti negli anni scorsi dai quaedisti nei resort turistici in Sinai o a Bali. Del resto l’intelligence aveva già da tempo evidenziato il rischio di attentati contro obiettivi del genere soprattutto in Kenya, in prima linea nella lotta agli Shabaab dopo che due anni or sono le truppe di Nairobi sono penetrate nel sud somalo. Il Kenya del resto è a pieno titolo nel mirino di al Qaeda poiché ha offerto le sue basi agli anglo-americani fin dall’inizio dell’operazione Enduring Freedom, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, quando i droni e le forze speciali penetrarono in Somalia per dare la caccia a esponenti di al-Qaeda fuggiti dall’Afghanistan. Gli attentati più recenti hanno colpito autobus e altri obiettivi civili ma il Kenya è stato in realtà il primo campo di battaglia tra Stati Uniti e al Qaeda quando il 7 agosto 1998 due autobombe distrussero le ambasciate americane a Nairobi e Dar es Salaam, in Tanzania uccidendo 223 persone e ferendone 4 mila. Attentati che indussero Bill Clinton a lanciare una rappresaglia missilistica contro i campi di al Qaeda in Afghanistan. Anche la composizione del commando, con la presenza di ben 12 «stranieri» residenti in Occidente o con passaporto europeo, russo o statunitense non costituisce certo una novità.
Fin dal 2001, quando gli americani conquistarono l’Afghanistan talebano, emerse chiaramente la composizione della «legione straniera islamica» di al Qaeda. Secondo fonti d’intelligence con gli Shabaab militano almeno 40 somali-americani, forse altrettanti europei ma anche non meno di 300 miliziani provenienti da Yemen, Sudan, Afghanistan, Arabia Saudita, Pakistan e Bangladesh. Un’internazionale del jihad riscontrabile anche in Afghanistan, Pakistan, Libia e Siria.